lunedì 19 marzo 2012

Il Falò delle ..ovvietà


“Cambia Italia - Riforme per crescere”  un titolo molto impegnativo  per il  convegno biennale organizzato dal Centro Studi di Confindustria svoltosi a Milano nel weekend. Quindi ti aspetti molto, ci sono importanti nomi noti e (presumi) che l’occasione sia di quelle da non perdere  per l’Associazione degli Imprenditori italiani al fine di focalizzare l’attenzione dei convenuti  (soprattutto il Capo del Governo ed il Ministro dello sviluppo..) sulle enormi difficoltà delle Imprese, quelle piccole e medie, che rappresentano il 95% del sistema produttivo del Paese. Ma questo, purtroppo non è avvenuto. E si palesa ancora una volta  l’atavico conflitto d’interessi in seno a Confindustria, ovvero la lontananza dei vertici (Presidente Marcegaglia in primis ndr) da queste realtà! Vero è che si trattava di un convegno organizzato dal Centro studi, quindi una sorta di relazione sullo stato di salute dell’economia italiana “snocciolato” a suon di numeri. Numeri che ad una attenta comparazione con le stime sulla  crescita dei Paesi dell’Eurozona pubblicate qualche settimana fa dalla Commissione Europea, presentano peraltro alcune divergenze, ovvero sono leggermente migliori in un quadro generale da ...pianto! Sono stime, previsioni, ipotesi….

I dati rilevati da Confindustria hanno previsto nel periodo dal 2008 al 2013 una perdita di circa 800 mila posti di lavoro. Credo che il dato sia stimato per difetto.  Solo per il 2012, stime più realistiche, al contrario indicano ca 625.000 posti di lavoro in meno, dovuti in gran parte alla prevista moria delle Pmi. Il di tasso di disoccupazione corre veloce oltre il 9%!.  Un altro dato estremamente preoccupante è quello sulla propensione al consumo delle famiglie italiane, che ha raggiunto con l’11% del reddito lordo disponibile il suo minimo storico. La cosa era nota da alcuni giorni…

Tuttavia, le sorprese non sono finite.  Il Centro studi di Confindustria ha addebitato le ragioni dell’aumento in Italia della recessione alla pressione fiscale effettiva che raggiungerà nel 2013 il 54%. Per viale dell’Astronomia la Manovra Monti porterà il paese al pareggio di bilancio nel 2013, nonostante la previsione di una bassa crescita.  Le manovre varate in Italia negli ultimi mesi consentiranno nel 2013 ad una diminuzione del debito pubblico del paese al 118% del Pil rispetto al 121,3% del Pil prevista nel 2012.

Dunque, se ho ben capito,  ipotizza il pareggio di bilancio nel 2013 ed una riduzione del rapporto deficit /pil di due punti. A questo punto, mi chiedo se gli analisti di Confindustria non siano vittime di una qualche sostanza allucinogena, magari degli effetti collaterali di abuso di spread, mentre conducono le loro ricerche e formulano le loro previsioni. La manovra, ahimè, per come è congeniata non considera il denominatore, ovvero non pone le basi per una ripresa strutturale dell’economia del Paese. Al contrario, attraverso l’aumento delle imposte, penalizza ancora di più i consumi delle famiglie. Quindi, mette in ginocchio le Pmi, crea disoccupazione e porterà  inevitabilmente a tensioni sociali che rischiano di travolgere il Paese. L’esempio greco dovrebbe far riflettere…

Ho sempre pensato che " governo dei tecnici " significa sostanzialmente il commissariamento della democrazia: la speranza a fronte di questo sacrificio  era quella che almeno fosse  impostato un cambio di paradigma dai Professori, un nuovo coraggioso modello economico proattivo per quelle che sono la spina dorsale  dell’economia reale del nostro Paese, per rilanciarne le tante eccellenze:  le Pmi. Mi sarei aspettato questa forte e determinata sollecitazione da parte dell’esponente massimo dell’associazione degli industriali  in occasione del Convegno. Evidentemente, essendo a fine mandato, la Marcegaglia  pensa già  alla sua futura poltrona di Presidente al Sole24ore piuttosto che  a difendere con forza gli interessi dei suoi Associati. Un’altra occasione gettata nel falò delle ovvietà da convegno.


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