venerdì 27 luglio 2012

Convegno su Regione Lombardia


  "Lombardia in affanno! Quali Prospettive?"
Sabato 28 luglio presso l'Hotel Terme - Sala Congressi
Angolo Terme Valle Camonica (Bs)
h. 10,30

Ospiti:

Dott. Romano Perissinotto
Consigliere Regionale Comitato Italia Futura Lombardia


Dott. Marco Vitale
Economista

G.Battista Ferrari
Cons. Reg PD 

 On.Alessandro Cè
Pres. Lombardi Verso Nord 

 Moderatore: Carlo Muzzi 
Giornale di Brescia


mercoledì 25 luglio 2012

Occorre andare oltre!


“Signori, si chiude!” Ai piccoli cartelli affissi sulle saracinesche dei negozi che indicavano il periodo di chiusura feriale, quest’anno si succedono manifesti con scritte ben più grandi di “Liquidazione totale per trasferimento” oppure “chiuso per cessata attività”. Analogo discorso vale per i capannoni industriali. Girando per la Brianza, cuore produttivo lombardo e concentrato di piccole e medie aziende, non si contano più i cartelli “vendesi” o “affittasi”. Sono segnali evidenti di una crisi che ora morde davvero le caviglie delle imprese e delle famiglie, una situazione che di fatto non è più tollerabile.

Inutile inveire contro questo Governo, sebbene l’evidenza dovrebbe suggerire azioni più coraggiose, strutturate e tempestive nella direzione delle privatizzazioni, liberalizzazioni e tagli della spesa. Inutile rievocare antiche responsabilità dei Governi precedenti, da quello “champagne” di Mr. B. a quello “ricucito” del Professor P. : entrambi hanno fallito, capitolo chiuso! Stupido prendersela con i mercati e gli speculatori finanziari. Potremo discutere all’infinito sul ruolo svolto dalla finanza internazionale, di come errori legislativi e la debolezza della politica abbiano consentito a molti operatori /banche d’affari  di esercitare con leggerezza ed impiegare soldi, peraltro spesso non loro ma dei privati,  in alchimie e strumenti incomprensibili.

Occorre andare oltre. Nel breve termine, per il nostro Paese, rinnovare la politica per restituirle l’alto ruolo che le compete, selezionando i soggetti in base al merito ed alle competenze. Una “pulizia mentale” del Parlamento che dovrà essere determinata dalle nostre scelte di cittadini elettori, decisioni delle quali dobbiamo assumerci la responsabilità

Nel brevissimo termine, subito un appello all’UE: si gridi e si manifesti concretamente la volontà (più volte espressa a parole) di una reale coesione politica e fiscale per cancellare gli errori commessi in precedenza. Si dimostri ai mercati che gli Stati Uniti d’Europa non sono un’utopia ma una precisa direzione verso la quale si lavora. Si abbandonino le reciproche barriere ed interessi particolari: sono sterili, non produrranno effetti positivi nel lungo periodo. Al contrario, producono disastri nel presente. Quel “Signori si chiude” si riferisca solo al periodo delle ferie, alle settimane di Agosto che riempivano le spiagge italiane di famiglie e turisti stranieri: non si viva oggi di sola ansia e nostalgia.

venerdì 20 luglio 2012

Il patto fiscale


Leggendo il rapporto pubblicato dall’Ufficio Studi di Confcommercio si giunge ad una sola conclusione:  il cortocircuito provocato da una pressione fiscale reale - calcolata cioè solo sul Pil legalmente dichiarato - pari al 55% non è assolutamente sostenibile. La diminuzione dei consumi interni genera quindi perdita di occupazione, nonostante il buon andamento dell’export che  (è di tutta evidenza)  non può da solo sostenere il potenziale di crescita futura. Nel rapporto, non manca un riferimento allo spread ed alle conseguenze nefaste che implica per il bilancio pubblico e, a cascata,  per i conti delle famiglie e delle imprese. Giova inoltre ricordare che tutte le stime di crescita (?) di inizio anno, peraltro più volte riviste al ribasso con il passare dei mesi, si basavano su di un differenziale non superiore ai 270 punti…

Dicevamo,  cortocircuito che rischia di rendere vane le politiche di risanamento messe in atto dal Governo, minando il consenso degli Italiani che pur hanno risposto e si sono adeguati ai sacrifici, vedi i risultati del gettito IMU, la tassa più odiata dalla gente perché tocca il bene più prezioso ed ambito nella nostra cultura.

Non manca un riferimento all’evasione fiscale ed ai livelli record che ha raggiunto in valori assoluti (156 Mld) e percentuali, circa il 17,5%. Numeri da record, ovviamente negativo. Pur non volendo assolutamente giustificare tale elemento, occorre tuttavia riaffermare con forza che solo un radicale cambio di paradigma potrà limitare il fenomeno, ovvero uno  Stato meno invasivo ed affamato che risponda ai suoi cittadini di come gestisce le risorse che chiede loro. Non saranno i controlli fiscali ad effetto ad eliminare o limitare l'evasione e l'elusione fiscale, ma solo una sana cura dimagrante della pubblica amministrazione ed il rispetto dei cittadini da parte dello Stato, dei sacrifici  loro richiesti in termini di tributi. Solo agendo in tale direzione, conoscendo e condividendo le modalità di come vengono impiegati i nostri soldi, ottenendone in cambio servizi efficienti e sussidiarietà per i più bisognosi (non raccomandati…) potremo parlare di una nuova civiltà e, sono sicuro, saremo tutti più propensi al rispetto del patto fiscale.

giovedì 19 luglio 2012

All'Agenzia uscite i poteri ispettivi

scritto da Franco Adriano
 
Nicola Rossi, presidente IBL, tra i senatori che hanno presentato ieri alla stampa la proposta di legge delega per l'istituzione del nuovo organismo
I senatori del gruppo Misto, Maurizio Fistarol, Nicola Rossi, Maria Leddi ed Enrico Musso, hanno presentato ieri alla stampa la proposta di legge delega per l'istituzione dell'Agenzia delle uscite. Il nuovo organismo dovrebbe affiancare l'Agenzia delle entrate con uguali competenze e identici poteri ispettivi, coercitivi e sanzionatori (fino al congelamento del conto corrente e alle ganasce fiscali), per contrastare gli sprechi, le inefficienze e la corruzione nel settore pubblico. «L'Agenzia delle uscite», ha spiegato il senatore Fistarol, primo firmatario della pol, è quello «di prevedere il riordino e il potenziamento dei meccanismi e degli strumenti a disposizione della Corte dei conti e della Guardia di finanza, con la possibilità di richiedere a tutte le amministrazioni ed enti la comunicazione per via telematica dei dati utili per il costante monitoraggio della spesa pubblica e la costituzione di una anagrafe della pubblica amministrazione».

Tutte funzioni, ha spiegato il senatore Rossi «che dovranno essere attivate senza aumentare la spesa, ma trovando le risorse tra quelle attualmente a disposizione di Corte dei conti e Guardia di finanza». Di fatto l'Agenzia delle uscite diventerebbe il braccio operativo della Corte dei Conti che così potrebbe agire in forma preventiva come auspicato dal presidente Luigi Giampaolino. Potrà fare accessi, ispezioni, verifiche sui centri di spesa. Sulla base delle verifiche potrà emettere degli avvisi di accertamento nei confronti di dirigenti e amministratori pubblici. Se l'Agenzia delle entrate impiega 33 mila dipendenti, ha oltre 300 sedi territoriali, costa alla collettività 3 miliardi e recupera 11 miliardi di euro (anno 2010), la Corte dei conti deve fronteggiare il danno erariale con 3mila dipendenti, 30 sedi, costa alla collettività 300 milioni e ne recupera circa 300. Fiduciosa la senatrice Leddi sulla calendarizzazione a settembre del provvedimento.

(pubblicato da  Italia Oggi)

martedì 17 luglio 2012

Uomini & Caporali


Ricordo Antonio De Curtis, in arte Totò,  quando recitava  “Signori si nasce” e concludeva  “..ed io lo nacqui!” . Altra frase celebre del grande comico napoletano:  “Siamo uomini o caporali?” .

L’ arena politica italiana non è mai stata un ambiente di educande,  certamente l’attuale, per la maggior parte dei suoi eletti, vede protagonisti pochi “signori” e molti “caporali” …purtroppo.
Lungo è l’elenco dei casi, dalla debacle della Lega, ai tesorieri di partito che gestiscono allegramente le risorse del finanziamento pubblico (non chiamatelo rimborso elettorale), ai faccendieri di palazzo con megabarche e bottiglie di vino pregiato custodite nel caveau di ristoranti stellati, a quelli che hanno responsabilità di governo e tutto accade a loro …insaputa.

L’ultimo caporale del Pdl, Alfano,  ha chiesto la testa della signora Minetti, consigliera regionale lombarda eletta (?) nel listino Formigoni. Non ho ancora capito per quale motivo. Molti parlano di “capro espiatorio”: nel caso della Signora, celebre più per le sue telefonate (intercettate) al Papi che per la sua attività consiliare, penso sarebbe più corretto riferirsi ad un “accordo espiatorio”, dato che le sue eventuali dimissioni non sarebbero certamente a titolo gratuito. Tuttavia, Papi solo qualche mese fa, in occasione di trasmissione televisiva, con una celebre ed accesa telefonata ne aveva preso le difese, esaltandone le doti professionali e la bellezza …d’animo. Mah!
Del resto, anche dall’altra parte, in casa PD, alla luce della recente assemblea,le cose non vanno sicuramente meglio. Certamente, solo ora, dopo le recenti dichiarazioni di Berlusconi e della sua nuova (?) discesa in campo, potranno ritrovare una certa unità, quella che ha un solo ultimo perenne destino: la sconfitta.

Chi sono i responsabili di questa desolante situazione e chi può attuare un cambiamento? Un solo soggetto: noi cittadini elettori. Ne avremo presto l’occasione, che sarà a mio avviso l’ultima data la disperata situazione economica del Paese, da non sbagliare con sterili azioni di protesta o di rifiuto al voto. Dovremo guardare ai contenuti, alle proposte e soprattutto alla competenza delle persone. Dovremo scegliere i “Signori”:  lasciamo perdere i “Caporali”!  

Altrimenti, con chi potremo prendercela se non con noi stessi?


lunedì 16 luglio 2012

Weekend romani


Quando riusciamo, mia moglie ed io amiamo trascorrere qualche “lungo” weekend estivo a Roma, soggiornando in un albergo  che offre una eccezionale vista sulla città eterna. Ogni volta mi toglie il fiato. E’ molto frequentato da turisti stranieri e, nella sua Private Lounge, non mancano le occasioni per intrattenersi con loro a parlare del Belpaese, delle sue bellezze naturali ed artistiche, del cibo e di quel “lifestyle” italiano che siamo riusciti ad “imporre” nel Mondo. L’albergo, con il suo Grand Spa Club, è anche oggetto delle preferenze  di molti romani che, nei mesi estivi,  non mancano di apprezzare la sua piscina.

Ed è in piscina che capitano le situazioni più curiose. Il proprietario del più grande gruppo mondiale delle comunicazioni che, vicino di lettino, ti chiede con molta gentilezza se hai finito di leggere il tuo giornale e se può prenderlo. E poi cerchi di spiegargli che il caffè espresso che hai appena gustato è una delle eccellenze italiane e non una invenzione di Starbucks. Il giorno dopo scopri che è volato in America per partecipare ad un meeting tra i “potenti” della Terra.

Capita che un giornalista, famoso per essere uno dei due “perfidi” conduttori di una pungente e dissacrante trasmissione di Radio24, dopo una chiacchierata sulla situazione politica italiana, ti chieda un biglietto da visita mentre sei in costume da bagno. Scopri che è anche simpatico, oltre che meno perfido di quello che immaginavi potesse essere…

Succede anche che tua moglie ti chiami mentre sei “indaffarato” con il tuo giocattolo (…iPad) perché vuole presentarti un personaggio appena conosciuto in piscina mentre giocava con la figlia, quello che per te è attualmente il più grande istrione della televisione, capace di catturare oltre 13 milioni di spettatori con il suo ultimo show.  Distratto, rischi di entrare in acqua con il tuo tablet in mano. Poi improvvisa un mini show imitando un certo Ignazio ed un Bersani versione Cocciante, ed è difficile trattenersi dal fare ciò che non si dovrebbe mai fare in una piscina…

Poi, ieri sera in treno verso casa, leggi dell’Assemblea del PD, della richiesta di Alfano che vorrebbe le dimissioni della Minetti quasi fosse un gesto purificatore di 18 anni di fallimento (sic!), di un pollaio politico dove i vecchi galli non vogliono smettere di cantare.  

Sono le due facce di un Paese, certamente in difficoltà come mai nella sua recente storia, ma che ha in sé le caratteristiche e le possibilità di superarle. Occorre solo riscoprirne l’orgoglio e la dignità, attraverso l’impegno di tutti i cittadini, ognuno per quello che può dare …anche informando un turista straniero che il caffè espresso è una nostra invenzione.


giovedì 12 luglio 2012

Il teatro e la sostanza


Chicca, la nostra cagnolina, come tutti i jack russel ha un cuore da leone in un corpo piccolo. Accade che, quando incontra altri cani della sua taglia, inizia ad abbaiare e mostrare i denti per fissare  le regole delle gerarchie e del dominio. Spesso capita di incrociare esemplari di taglia superiore ed allora … alza il pelo nel tentativo di sembrare più  grande. A volte il giochetto funziona, più frequentemente l’altro reagisce e, data la differente stazza, Chicca ripiega ed istintivamente rinuncia.

L’atteggiamento del Cavaliere, con la dichiarazione della sua  “nuova” discesa in campo,  assomiglia molto a quello di Chicca. La notizia non mi ha colto sorpreso: ricordo un convegno promosso da Sacconi alcuni mesi fa dove era facilmente leggibile il conflitto interno nei vertici del Pdl, con un Alfano in grande difficoltà,  che mi ha lasciato  la sensazione finale, o meglio la certezza, che il bravo soldatino Angelino non ha le caratteristiche del leader. http://romanoperissinotto.blogspot.it/2012/03/errare-e-umano-ma.html

Poi sono arrivate le amministrative  ed il tracollo del partito si è palesato in tutta la sua totalità accentuando ancora di più i conflitti interni e lo scaricabarile tra i dirigenti.  Il Gran Capo, che avrà pure mille difetti, ma al quale non si può non riconoscere uno straordinario fiuto “animalesco” nel percepire le situazioni e gli umori della gente, lavorando sottotraccia, dapprima spara consapevolmente stupidaggini grossolane sull’euro e sul ritorno alla lira,  poi lascia trapelare critiche pungenti sul suo (ex) delfino, infine si rende ancora disponibile alle (presunte) richieste del popolo moderato e produttore. Alla sua età è davvero un grande sacrificio da parte sua ….

Credo che in molti stiano godendo di questo, in particolare certi giornali e talk show televisivi che hanno visto crollare  in questi mesi tirature e spettatori. Oltre naturalmente i molti esponenti di una sinistra (PD) che “finalmente” possono trovare una ragione alla loro azione politica, ovvero quella che ha contraddistinto gli ultimi venti anni della nostra storia, l’antiberlusconismo, che in effetti …li ha fatti sempre perdere  alle elezioni (con qualche effimera parentesi).

Colpo di teatro da parte di Berlusconi? Credo proprio di si. L’uomo è consapevole di non avere reali possibilità di governare ancora il Paese. Il fallimento della sua promessa rivoluzione liberale del ‘94, con meno Stato, meno spesa e meno tasse, non gli sarà perdonato, nonostante le pubbliche scuse ed i tentativi di ricompattare il popolo dei moderati delusi attorno alla sua pur carismatica figura.

Quel popolo fatto di gente che produce, imprenditori e lavoratori dipendenti,  ha bisogno di uno Stato meno invasivo, di liberalizzazioni vere, di meno burocrazia e di non sentirsi suddito vessato dal fisco, davvero oggi guarda alla sostanza delle proposte e dei contenuti. E non ha più tempo per assistere a commedie già viste.

Onore delle armi a Mr. B, ma il futuro del Paese ha l’obbligo di prescindere da lui.

mercoledì 11 luglio 2012

Sudditi & Cittadini


Se ancora non l’avete fatto, vi suggerisco vivamente di leggerlo: “Sudditi” fa riflettere e fotografa in maniera esemplare con gli interventi di diversi autori,  l’attuale rapporto Stato / Cittadino / Imprese.  Ieri sera a Milano, la presentazione del libro pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni a cura di Nicola Rossi, ha visto la partecipazione  di relatori d’eccezione che hanno letteralmente “incantato” per due ore una sala gremita di persone.
A partire dal “moderatore” Oscar Giannino, sempre lucido,  puntuale e pungente nella critica di uno Stato sempre più Sovrano, a Rodolfo De Benedetti, che ha rimarcato l’assoluta necessità di una riduzione delle imposte e del costo del lavoro per le aziende, citando  imprese benchmark  che all’estero godono di un vantaggio fiscale - medio -  di oltre il  20% rispetto a quelle italiane. Rimane così problematico competere in un mercato globalizzato ed ancora più difficile per gli imprenditori italiani non cedere alle “lusinghe” della delocalizzazione.

L’intervento di Diego della Valle è stato quello a mio avviso più stimolante, colmo di un sano “senso pratico”.  Ha dapprima ripreso un tema a lui caro, ovvero la necessità  che tutti coloro che hanno la “fortuna” di godere di una situazione privilegiata debbano contribuire in ragione delle loro possibilità a “fare” in prima persona per il proprio Paese. Occorre mettersi a disposizione con iniziative concrete che vadano nell’interesse della collettività. E’ un nuovo straordinario paradigma quello proposto da Della Valle: in un certo senso, stravolge l’innata essenza individualista tipica dell’imprenditore, richiamandolo a “rendere” in parte quanto ha avuto dal proprio Paese.  Da profondo conoscitore del Mondo, non ha mancato di rilevare le carenze delle nostre infrastrutture ed il paradosso di come da una parte si esporti il concetto di lifestyle italiano sinonimo di eccellenza e  bellezza  e dall’altra, quando i nuovi clienti stranieri – citava gli asiatici - arrivano da turisti in Italia, avendola magari sognata per anni, atterrino a Malpensa… che non è certo un bel biglietto da visita, soprattutto se sei partito da Singapore, Hong Kong o Dubai. La nostra pregiata “materia prima”, dalle città d’arte alle bellezze naturali, gettata via,  perdendo peraltro opportunità di nuovi posti di lavoro.   Della Valle ha concluso con un richiamo alle libera concorrenza, alle liberalizzazioni tanto necessarie quanto ancora osteggiate dai monopolisti. Il caso di NTV (non citato) è rimbalzato nelle menti dei presenti, tra i quali spiccava il Presidente della Ferrari. Luca Cordero di Montezemolo  con molta discrezione ha seguito in piedi tutto il convegno avendo ceduto, con molta eleganza,  la propria poltrona ad una signora del pubblico.

Ha concluso Nicola Rossi con un altro interessante intervento degno di nota. Parlando del problema dell’evasione fiscale, ha sottolineato la necessità di instaurare un nuovo rapporto tra stato e cittadino, di come certi sistemi di polizia fiscale siano di poca sostanziale efficacia. Il messaggio finale del Sen. Rossi richiama lo Stato a fare la sua parte, a gestire in modo oculato la spesa ed a non sperperare le risorse: da questo presupposto  può nascere un nuovo patto fiscale con i cittadini… non con sudditi che si sentono traditi dal Sovrano.

martedì 10 luglio 2012

Poche chiacchere e ...pedalare!


Un altro piccolo passo è stato fatto. Quando il primo uomo sbarcò sulla luna, disse che si trattava solo di un “salterello” , ma era un grande balzo in avanti  per tutta l’umanità: il sogno più volte descritto nei secoli si era avverato.

Nella notte, a Bruxelles, le (ovvie) resistenze iniziali di Olanda e Finlandia - probabilmente “esploratori” dell’armata tedesca – si sono dissolte sulle proposte avanzate dal nostro Mario Monti. Alla fine, Madrid “respira” portandosi a casa una prima tranche di 30 Mld di euro per ricapitalizzare le sue banche ed un anno di proroga per far rientrare nei parametri il proprio deficit. Altro importante accordo, a mio avviso, è il ruolo designato per la Bce dell’altro Mario che prevede la possibilità per la banca centrale di acquistare titoli sovrani  quale “tranquillante” per i mercati finanziari.

Certamente i problemi non sono finiti nella notte appena trascorsa: il cammino verso gli Stati Uniti d’Europa è ancora lungo, tortuoso e  pieno di insidie. Tuttavia occorre guardare il bicchiere mezzo pieno, ovvero che nonostante le attuali marcate differenti mentalità e ragioni, l’Europa non si è voltata dall’altra parte. Ed ancora, i Paesi più virtuosi si rendono conto che l’Eurozona non può  permettersi di perdere per strada economie come l’Italia e la Spagna. Il tutto, senza peraltro che gli stessi vengano commissariati dalla Troika come chiedeva la Merkel.

Ora tocca a noi proseguire nella direzione dei tagli alla spesa improduttiva, delle liberalizzazioni e privatizzazioni, senza “se” e senza “ma”, senza cedere agli inevitabili fili invisibili tramati dagli scontenti di turno e dai moribondi partiti, per abbassare le tasse e liberare risorse.  Avanti tutta: poche chiacchere e ..pedalare!

venerdì 6 luglio 2012

“Quale Futuro per la Regione Lombardia”


Nel ringraziare l’amico Alessandro Cè per il gentile invito,  segnalo questo interessante incontro pubblico. In queste ultimi mesi di “alterne vicissitudini” per la nostra Regione,  le tante notizie pubblicate, le conferme e le smentite, è indubbio che la domanda posta sul futuro della Lombardia, la più importante,  riguarda direttamente la vita dei cittadini lombardi.





“Quale Futuro per la Regione Lombardia”

Sabato 7 Luglio ore 10.00

Novotel via Pietro Nenni 24 a BRESCIA:


Intervengono

On. Bruno Tabacci Ass Bilancio Com. di Milano

Dott. Pippo Civati Cons. Reg Lombardia PD

On. Alessandro Cè Ex Ass. Sanità Lombarda


Moderatore

Ferruccio Pinotti  Giornalista Corriere della Sera

giovedì 5 luglio 2012

Vacilla il Gran Premio di Monza?



Fiore all'occhiello dell'italianità nel mondo, il Gran Premio di Monza di Formula 1 rischia di scomparire per sempre nel 2013. Sotto i colpi della magistratura che indaga a tutto campo su una gestione opaca della Sias, (Società Incremento Automobilismo e Sport) che opera per conto dell'Aci di Milano. Già dilaniata dalle lotte intestine per il potere, iniziate con il commissariamento nel 2010 dell'allora ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla - che mantiene la sua presenza in Aci grazie al compagno Eros Maggioni - la corsa automobilistica quest’anno arriverà alla sua 83esima edizione il 9 settembre: potrebbe essere l'ultima.

La pressione è così alta che - negli ambienti che contano - qualcuno lo dà già alla sua ultima corsa: Roma e il nuovo circuito di Verona - Autodromo del Veneto - sarebbero pronti a prenderne lo scettro nel 2013. «Mi sembra un po’ esagerata come previsione», commenta il sindaco monzese Roberto Scanagatti. «Ci sono forti pressioni certo, ma io farò di tutto per impedire che ciò che emerge dall’inchiesta sull’autodromo metta a repentaglio il buon nome e gli interessi, anche economici, di Monza».

A problemi, infatti, continuano a sommarsi nuovi problemi. Dopo i casi di commissariamento del Tar dell’Aci Milano di inizio anno, la magistratura è di nuovo intervenuta per un’inchiesta sull’asfalto pericoloso del circuito. È la seconda volta che arrivano i magistrati in gara, nello specifico sulla parabolica, dopo i casi di biglietti venduti in nero e la gestione di appalti in modo poco trasparente: la prima indagine riguarda per presunte false fatturazioni e turbativa d’asta per l’appalto per la ristorazione interna.

Questa volta, invece, i pm monzesi indagano sulle bolle d'aria nell'asfalto che sarebbero state nascoste dalla direzione della pista. Lo sapevano, ma non hanno detto niente. A testimoniarlo, fior di intercettazioni ambientali, dove palesemente si sente nascondere il misfatto dai vertici del circuito. Cosa non da poco, perché con la loro condotta criminosa, il direttore Enrico Ferrari, Giorgio Beghella Bartoli, il direttore tecnico e Stefano Tremolada, responsabile tecnico della pista, avrebbero messo a repentaglio la vita dei piloti di superbike che hanno corso qui il 5 e 6 maggio.

In quella gara ci furono diverse cadute, «ma c'era anche molta pioggia», spiega chi conosce bene il settore. Forse le bolle non sono state decisive, ma resta un’ombra pesante, confermata dalle intercettazioni che hanno in mano i magistrati. E tra due mesi c'è il Gran Premio di Formula 1, con il rischio di uno scandalo internazionale, per la pericolosità della pista. A portare tutto all'attenzione della stampa è stato l'attuale presidente della Sias Piero Guaitamacchi, uno che ha fatto partire le indagine pure sui biglietti falsi a gennaio. Ma perché tutto questo attivismo da parte di un manager della Camera di Commercio, titolare di numerose aziende che variano dall'energia elettrica fino all'immobiliare?

Tutto ruota intorno alla sua possibile sostituzione (già oggi in teoria) dalla presidenza di Sias voluta dal presidente Aci Edoardo Valli. Ma pure per il cambio di vertici della stessa Aci MIlano, con la caduta rovinosa di Geronimo La Russa, figlio di Ignazio. A rimanere è stato solo il compagno della Brambilla, Eros Maggioni. Dopo le prime inchieste, infatti, il nuovo assetto dell'Aci ha deciso di rinnovare tutto il consiglio della Sias. Ma - data l'entrata degli stessi consiglieri - è stata una mossa, dicono i ben informati, fatta solo per mettere alla porta Guaitamacchi. Che ora sembra resistere consegnando alla stampa le intercettazioni sull'inchiesta per le bolle d'aria sulla parabolica. E chissà cos altro ancora.

Valli dovrebbe sollevarlo oggi, consegnando le chiavi della Sias a Simonpaolo Buongiardino (ora vice presidente di Aci Milano). Ce la farà. Le nubi sono sempre più dense, anche perché l'ex capo della Sias, Giulio Fumagalli Romario ha fatto presente ai magistrati che già nel 2007 fu oggetto di minacce per alcuni appalti da 30 milioni di euro che poi gli costarono la poltrona. All'epoca in Sias c'era pure una vecchia conoscenza di regione Lombardia, travolta insieme al presidente Roberto Formigoni dalle indagini della magistratura milanese. Stiamo parlando di Massimo Ponzoni, ex assessore all'Ambiente, ora in carcere con l'accusa di concussione, corruzione, finanziamento illecito, bancarotta fraudolenta, pecultao e appropriazione indebita. Le indagini sono nate come uno stralcio dell'inchiesta 'Infinito' sulla 'ndrangheta diretta dal pm Ilda Boccassini. In questi giorni è in corso il processo.

Ma torniamo un attimo indietro. Chi ha voluto Guaitamacchi a capo della Sias? L'allora ministro per il Turismo Michela Vittoria Brambilla, che piazzò nel 2010 nel consiglio di amministazione di Aci, appunto pure il compagno Eros Maggio e il figlio di Ignazio La Russa, Geronimo. Era appunto il giro d’affari intorno al Gran Premio, tra appalti di ristorazione e manutenzione, comprese le sponsorizzazioni a fare gola. Il brand vale secondo la Camera di commercio di Monza e Brianza circa 4 miliardi di euro, in ascesa in vista dell'Expo 2015 di Milano.

Ma ora se tutto dovesse saltare cosa potrebbe succedere? La questione è intricata. Roma, che si appresta a sostituire Gianni Alemanno a sindaco, è in stand by come ha detto in passato lo stesso Bernie Ecclestone, presidente della Formula One Management. Allo stesso tempo, avanza l'autodromo del Veneto «Motorcity» di Verona. Anche se pure qui si notano alcune problemache. Infatti, questo autodromo di 450 ettari, che sarà pronto nel 2013, è stato offerto in passato agli Emirati Arabi, ai cinesi, a chissà quanti fondi d'investimento. Perfino, si sussurra a Gheddafi. Niente da fare. Manca, a quanto pare, circa 1 miliardo di euro che nessuno vuole sborsare. Eppure è lì. E il prossimo anno sarà pronto.

«Confido nel lavoro degli inquirenti, che ringrazio, e mi aspetto dall’Automobil Club di Milano precise garanzie sul fatto che si stia facendo tutto quanto è necessario per assicurare lo svolgimento del Gp di settembre», conclude il sindaco di Monza Scanagatti. «In un momento di crisi la cosa più tragica sarebbe quella di perdere il Gran Premio di Monza», commenta l'onorevole della Lega Nord Paolo Grimoldi.


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/a-rischio-gran-premio-monza#ixzz1zjAqvHy8

martedì 3 luglio 2012

"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare"


Diffido sempre da chi urla ed inveisce contro questo o quello, contro una proposta, contro un’idea. Sempre e comunque contro solo per principio, per forma mentis!  L’atteggiamento comune a questa categoria di personaggi è rivolto alla distruzione:  il paradosso è che  le loro azioni spesso prescindono da ciò che vogliono annichilire, in taluni casi non conoscendo addirittura l’oggetto contro il quale infieriscono.

Mi succede di incontrare in varie occasioni, che siano queste discussioni pubbliche o gruppi di lavoro, il “Bartali” di turno.  Il famoso detto “L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare” del grande campione toscano era almeno l’espressione di chi  aveva più volte scalato lo Stelvio, passato la borraccia all’amico / rivale Coppi, aveva raggiunto  traguardi prestigiosi, vincendo il Giro d’Italia ed il Tour de France per ben due volte: di chi ha costruito i suoi successi sulla fatica  e sul lavoro.

I “distruttori ex ante”, al contrario,  non vincono mai perché non costruiscono nulla, prediligono il contrasto e non il confronto. Sentono il bisogno, la necessità vitale di abbattere  a suon di luoghi comuni quello che identificano come un nemico, appunto … a prescindere. Il loro è un impegno effimero che si accende e si spegne su di un fatto contingente, un episodio di costume o sportivo come può essere un torneo europeo di calcio. E’ solo una perdita di tempo.  

Diventa invece un grave danno per tutti quando si riferisce a situazioni ben più delicate, che riguardano la vita di un Paese (oggi di un Continente..) e le decisioni che avranno effetti  sulle future generazioni. L’auspicio è quindi che cambi questa purtroppo diffusa mentalità, che si pensi a costruire con proposte e contenuti che siano sì oggetto di confronto tra le diverse visioni, ma sorrette dallo spirito comune del “fare”, l’unico che può consentirci di raggiungere traguardi prestigiosi, probabilmente con fatica, sudore e sacrifici: in palio non c’è una coppa d’argento, bensì la qualità della vita delle nazioni.

lunedì 2 luglio 2012

L'Europa sotto un'unica bandiera

bandiera-europeaCrolla, al vertice europeo di Bruxelles, la linea gotica dei tedeschi.
C’è da dire che in Germania, non erano pochi quelli che si stavano stancando della linea rigorista ed intransigente della cancelliera Merkel. Una fra tutte è l’opposizione socialdemocratica che si stava agitando, e parecchio.
Tuttavia non ci sentiamo di dare ragione a chi dice che la Merkel esce sconfitta dal confronto. I Bond dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna) li comperavamo prima e continuiamo ora.
Diciamo che c’è stato un cambio di linea; se prima di ogni aiuto e di ogni acquisto c’era la paternale di Frau Merkel, ora l’acquisto di titoli da parte dei meccanismi europei, è stato istituzionalizzato. D’altra parte la Germania è stata la prima, assieme alla Francia, a sforare il rapporto debito/Pil del 3% e all’inizio dell’avventura europea. I Tedeschi hanno un’economia che sta tirando alla grande sia grazie all’euro debole (a causa della crisi dei paesi periferici, protratta alla bisogna dai tedeschi) sia grazie alla possibilità di indebitarsi praticamente a costo zero in confronto con i tassi assurdi applicati agli altri paesi europei.
Come in tutte le cose, mancava quello che si doveva incazzare; Mario Monti ha fatto solo ciò che si doveva fare in quanto portatore di riforme che, anche se a noi sembrano riformine, segnano un passo in avanti del Bel Paese impantanato della melma delle lobby, dei sindacati e dei partiti. L’Italia, continuando ad elencare i nostri titoli, ma anche la Spagna, hanno sempre onerato gli aiuti al Portogallo, all’Irlanda e alla Grecia, facendo pagare il conto ai rispettivi cittadini oberati di tasse dalle manovre aggiuntive per far saltare fuori i denari da “prestare” ai paesi europei in difficoltà.
Certo una dose massiccia di rigore serve, perché la crisi ha delle cause e non si può continuare a spendere e spandere come prima. L’affacciarsi alla moderna economia di libero scambio di paesi, non indebitati, ricchi di materie prime, con popolazioni che vivevano ancora all’età della pietra in confronto allo stile di vita dei paesi occidentali, ha portato una redistribuzione delle risorse, che ci impone di essere più sobri. Se da una parte ci sono i debiti e le eccessive regole, dall’altra c’è la deregulation più sfrenata e una eccessiva disponibilità di mezzi e denari.
La Germania ha frenato, ma come accennato prima, in fondo ha solamente ratificato il sistema di aiuti già in azione perché i tedeschi sanno bene che l’Europa è la loro gallina dalle uova d’oro e continueranno a coccolarla per tanto tempo ancora.
Quello che più premeva alla Germania era l’approvazione del Fiscal Compact, preludio all’unificazione di fatto dell’Europa. Il Fiscal Compact è formalmente un trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’unione economica e monetaria, noto anche come patto di bilancio. Essenzialmente, prevede un rapporto deficit/Pil al 3% e unrapporto del 60% in quello debito/Pil (l’Italia è al 120%) Del resto, qui il problema più grosso ce l’ha l’Italia; deve ridurre il debito pubblico di 50 miliardi di euro l’anno per i prossimi 20 anni.
Che non è cosa sbagliata per chi pensa come noi, che lo Stato più soldi ha a disposizione e più ne spreca; viceversa i 1900 miliardi di debito dell’Italia, sembrano poca cosa rispetto ai 14.200 miliardi di dollari del debito pubblico USA o ai 12.000 miliardi di dollari del debito giapponese.
Venendo agli Eurobond, ci sentiamo di dar ragione ai tedeschi, se si condivide il debito ma non le regole interne, significa lasciare la spesa pubblica immutata, continuare con le assunzioni clientelari e gli “sprechi”.
Ben venga quindi l’Europa della Merkel, e si concretizzi il disegno dell’Europa delle regioni fino al superamento degli stati nazionali.

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