lunedì 3 settembre 2012

Fermare il declino e Italia Futura: le ragioni e le modalità della collaborazione

“Fermare il declino e Italia Futura: le ragioni e le modalità della
collaborazione

 
   Cara amica, caro amico,
   Come forse hai letto sul nostro sito o sugli organi di stampa che ne
   hanno parlato, sabato si è tenuto a Roma un incontro tra Fermare il
   declino e Italia Futura, presso la sede nazionale di IF: loro hanno
   uffici e personale retribuito, sono in pista da due annni e mezzo.
   All'incontro hanno partecipato per Fermare il declino, oltre ai
   fondatori presenti in Italia, anche i rappresentanti di alcune delle
   associazioni che si sono finora riconosciute nel nostro manifesto e
   programma, come Zero+, Civicum, Costituente liberale, Fondazione
   Oltremare, Indipendenti per Monti. L'incontro nasceva dalla comune
   esigenza di verificare la possibilità di  un'agenda il più possible
   comune, politica e organizzativa, che tenga conto dei tempi
   estremamente ristretti nei quali ci dobbiamo misurare, per verificare
   quali esiti e sviluppi dare alla nostra iniziativa.
   È vero che la prima linea di Italia Futura si è riconosciuta nel nostro
   appello e programma. E che in talune parti d'Italia tra i nostri
   aderenti nelle prime settimane vi sono anche sostenitori di Italia
   Futura. Ma è altrettanto ovvio che il loro essere campo da due anni e
   mezzo con proprie risorse, presenze e agenda, poneva il problema di una
   immediata verifica operativa che sgombrasse il campo da ogni equivoco,
   mettesse a fuoco convergenze o margini di dissenso, ed elaborasse bozze
   di organi e procedure per strutturare da subito processi decisionali e
   un metodo di lavoro davvero condivisi.
   Per questo io stesso ho proposto a inizio dei lavori un ordine del
   giorno in tre punti. Primo: organi e procedure di lavoro, politici
   organizzativi e programmatici. Secondo: valutazioni politiche sui tempi
   e i modi dello sviluppo della nostra iniziativa. Terzo: quali criteri
   seguire per l'estensione ulteriore del nostro movimento, ad
   associazioni, espressioni civiche, ma anche pezzi ed esponenti di
   politica locale in uscita dai vecchi partiti e coalizioni.
   Ho premesso a tutto ciò una considerazione che ha una importanza
   essenziale, e che desidero qui ribadire con grande chiarezza a tutti, a
   maggior ragione vista la lettura che il Corriere della sera ha voluto
   proporre ieri del nostro incontro.
 
   È ovvio che tra non molte settimane - stante che l'ipotesi realistica è
   che le elezioni politiche saranno tra fine marzo e metà aprile - quando
   dovremo tirare le fila dello sviluppo futuro di Fermare il declino,
   l'indicazione di una leadership sarà parte essenziale di una proposta
   credible per il Paese. Ma, ho aggiunto, quello che è chiaro è che non
   ci sono leader "in sonno" già decisi e che aspettano solo che altri
   lavorino per poi cavalcare l'onda: nè Montezemolo, nè Marcegaglia, nè
   altri. Quando sarà il momento la decisione sarà presa e saranno gli
   aderenti a votare e scegliere tra le candidature con le primarie.
   Con questa inequivoca dichiarazione nostra gli esponenti presenti di
   Italia Futura si sono dichiarati d'accordo. E qui desidero ribadirlo a
   voi tutti, soprattutto ai molti che in rete e per mail ci hanno
   legittimamente chiesto conto di quella che per il Corriere stamane era
   invece solo una mera tattica per tirare la volata a un candidato leader
   già scelto. Non è così: come sempre abbiamo detto e come ieri con noi
   ha convenuto chi rappresentava Italia Futura.
   La discussione sui tre punti è durata circa quattro ore. E ha prodotto
   i seguenti risultati.
   Sul primo punto, è stato deciso senza particolari problemi di
   costituire tre comitati ristretti da porre al lavoro al più presto: un
   comitato politico, e al di sotto un comitato organizzativo e uno
   programmatico. Il comitato politico nasce attualmente come espressione
   di Fermare il declino e Italia Futura, per poi allargarsi in caso di
   auspicate nuove estensioni della nostra rappresentanza a soggetti
   civici, associazioni culturali e movimenti. Al comitato organizzativo
   spetta l'immediata attivazione della messa a matrice comune delle
   nostre presenze in tutte le Regioni, Province e Comuni dove sia
   possibile, e il coordinamento delle attività di adesione e sostegno
   alla nostra iniziativa.
   Al comitato programmatico l'indirizzo prioritario dei punti del
   programma da approfondire ed estendere, a cominciare dai temi del
   lavoro, condizione femminile e giovanile sui quali molti degli
   intervenuti hanno puntato il dito, per sventare il rischio di apparire
   come una formazione a caratterizzazione solo macroeconomica. Numerosi
   interventi hanno risollevato un punto che torna in rete e sui social
   network ogni giorno: com pensarla su questo e su quello.
   Noi restiamo fedeli all'idea che partiti e movimenti con una linea
   definita su ogni cosa siano un retaggio delle vecchie chiese. Nasciamo
   su alcune priorità per invertire il declino italiano, riconosciamo che
   dobbiamo perfezionare profondità ed estensione delle nostre proposte su
   alcuni temi, ma non ambiamo a diventare produttori di linea per ogni
   voce dell'ecnciclopedia.
   Sul punto due, la discussione ha toccato a lungo il giudizio sul
   governo Monti. Le sensiblità erano e restanto diverse. I fondatori di
   Fermare il declino riconoscono a Monti uno stance internazionale che il
   predecessore non poteva neppur sognarsi, ma ritengono che il governo
   Monti non abbia scalfito le pessime prassi della PA italiana che
   sommate alla cecità della politica hanno condotto al declino italiano.
   Gli esponenti di Indipendenti per Monti hanno ribadito che tuttavia
   l'offerta attuale della politica consiglia di restare a difesa attiva
   di Monti oggi, e pronti a sostenerlo anche un domani se presenti in
   Parlamento. In posizione mediana IF, convinta dell'inopportunità di
   apparire come nemici del premier, mentre diverso è criticare anche
   pesantemente errori dei suoi ministri.
   Sul punto tre, il radicamento territoriale e l'apertura verso
   l'inclusione di nuove associazioni e movimenti dovrà portare a "filtri"
   nei confronti di pezzi di vecchia politica e amministratori locali che
   si avvicinassero a noi. Regole formali scritte e precetti validi per
   tutti non possono essere facilmente identificati, l'esame della
   crediblità personale e collettiva andrà fatto caso per caso, alla luce
   dei punti del nostro manifesto e del programma.
 
   A conclusione dei lavori, esaminato il presumibile calendario
   elettorale, la decisione finale è stata di tenere una grande convention
   a inizio novembre, nella quale sciogliere defitivamente il dilemma
   intorno alle modalità della piattaforma politica con la quale lanceremo
   una proposta nuova al Paese, programmatica e di cambio di classe
   politica e dirigente. Non serve un partitino nuovo. L'essenziale è
   capire se e come saremo in condizione di presentare liste e candidati
   in coerenza a ciò per cui siamo nati e che ci unisce, alla luce anche
   di quella che sarà l'eventuale riforma elettorale. E a quella data, in
   una manifestazione che potrebbe unire due luoghi evocativi del lavoro e
   della cultura a nord e a sud collegati via satellite, dovrà ovviamente
   essere sciolto anche il problema della leadership.
   Cari amici, come vedete si tratta di un pecorso molto impegnativo. Il
   tempo è poco, le nostre risorse sono ancora troppo limitate. Ma se in
   quattro setimane di agosto ventimila hanno aderito, ora si tratta di di
   moltiplicare l'impegno di tutti per accresere le adesioni. I
   coordinatori di cui stiamo annnciando la nomina nelle diverse Regioni
   non sono al vertice di gerarchie nè eligendi a questa o quella
   assemblea politica, sono volontari tra volontari tra volontari che
   accettano di iniziare a organizzare e focalizzare presenza e iniziative
   degli amici. Servono in particolare da subito due tipi di eventi,
   localmente. Incontri anche conviviali finalizzati al fund raising,
   estesi a non aderenti, con la partecipazione di uno di noi che illustri
   brevemente le prorità che qui trovate. E vere e proprie presentazini
   pubbliche della nostra iniziativa, del suo programma, delle sue
   intenzioni di rimettere in piedi l'Italia senza più cadere trappola nè
   delle vecchie promesse dei partiti, nè della nuova seduzione della pura
   protesta.
   C'è molto, moltissimo da fare. E lo faremo su base volontaria.
   Continuando a potenziarci nella comunicazione, dove siamo solo agli
   inizi. E nel web, dove già siamo un poco più avanti, con oltre 10 mila
   like al sito. Ma l'obiettivo alla nostra portata deve essere quello di
   arrivare oltre quota 50 mila nel giro delle prossime sei settimane, con
   un fund raising appropriato a sostenere le nuove iniziative che
   annunciamo.
   Contiamo su ciascuno di voi, sul vostro entusiasmo, sulla vostra
   disponibilità a metterci faccia, tempo e credibilità. Come noi tutti
   facciamo.”

2 commenti:


  1. Un paio di commenti FB al post ....

    Max Buonocore
    Io di FID non mi fido...non sò perchè...secondo me questi rischiano d'inquinare IF o meglio pensano di prendersela...ma scusa, senza polemica, io capisco un'aggregazione giovane come IC senza grossi riferimenti politici ma mi mi spieghi che
    senso ha fare FID e poi convergere in IF in due mesi ? diciaaaaamolo, facile fare politica con i soldi degl altri :-) Ignazio sarebbe d'accordo... :-) non potevano subito entrare in IF e sostenere Montezemolo invece di fare questo cinema...e come se alcuni dirigenti o ingegneri Fiat si fosserò messi in sciopero e allo stersso tempo avessero creato un nuovo marchio di auto e poi si fossero presentati in Cda Fiat a dire : da oggi facciamo le auto assieme....secondo me gli avrebbero messi tutti in cassa integrazione straordinaria sul gobbo Inps e dopo 18 mesi tutti a casa !

    6 minuti fa · Non mi piace più · 1.




    Vittorino Agazzi Romano devi tornare a casa .... ah ah ah ah

    6 minuti fa tramite cellulare · Non mi piace più · 2

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  2. Alessandro Ciuti
    Mah.....a me personalmente pare che l'operazione sia da osservare con curiosità. Molti non hanno fiducia in IF perchè troppo vicina a confidustria. L'operazione, se andrà in porto, e posto che le modalità siano trasparenti, potrebbe essere
    di rafforzare un nucleo su cui costruire una nuova destra liberale. Se si parlano è perchè ci sono degli interessi reciproci suppongo....cmq io l'ho sempre detto...convergere, dialogare anche allearsi va bene. Però ognuno deve mantenere la sua autonomia ed indipendenza altrimenti si riduce ad alla solita operazione di facciata.

    3 minuti fa · Mi piace

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