giovedì 24 gennaio 2013

Renzi fase 2.0


Sono trascorsi alcuni mesi da quando scrivevo di Renzi, del guascone toscano capace di attirare simpatie (e voti) trasversalmente. E’ assodato che il partito di Bersani deve molto, moltissimo del suo attuale vantaggio nei consensi  proprio alla caparbietà e all’ostinazione del sindaco di Firenze. Renzi è tornato ieri sera in televisione, con aria sempre da giovane monello pronto a sorprenditi, ma con una maturità e serenità accresciuta dall’esperienza vissuta. Giustamente non accampa scuse per aver perso la sua battaglia, ammette gli errori fatti affermando che gli “rode”.  Ribadisce la sua coerenza, la cita più volte ed è giustamente sorpreso da chi, perdonate il gioco di parole, è sorpreso che sia tornato ad esercitare la sua professione, quella di amministratore. Lo aveva sempre dichiarato.
L’istinto rottamatore dell’uomo rimane comunque inalterato. Non le manda a dire a Monti ed al suo progetto di rinnovamento che definisce “folle” proprio nella scelta dei suoi principali attori  Casini e Fini, non scordandosi nel contempo di bacchettare l’ex socio Ichino che “è scappato con il pallone dopo aver perso la partita”. Richiama giustamente l’attenzione del suo segretario a non sottovalutare il Cavaliere di Arcore, località dove, riferendosi alla famosa colazione con l’ex premier,  tornerebbe anche subito se utile ad ottenere vantaggi per la città che amministra. Pur mantenendo fede agli impegni presi nei confronti del suo partito, non rinnega i contenuti della sua battaglia. Sembra dire “Signori, ho giocato il primo tempo, adesso ci sarà l’intervallo delle elezioni, poi giocheremo la ripresa”.
Il tutto si potrebbe intendere come una certa sua inclinazione  a ritenere quelle prossime solo elezioni “di passaggio”. Peraltro lo stesso Casini non ha avuto remore nell’affermare che “la legislatura non durerà mica tanto” riconoscendo, forse a sua insaputa o per reclamare un suo ruolo futuro, la modestia del tentativo montiano che non sfonda sia a destra che a sinistra.
Se così fosse, allora bisogna riconoscere che Renzi è dotato di un acume politico straordinario. Ha dapprima sollevato dal torpore atavico il Pd, ha poi perso le primarie, ma ora aspetta al varco un probabile risultato delle urne che porterà al nulla di fatto, a qualche mese di tentativi sterili di inciuci, ad una palude di immobilità inadatta alle sfide che attendono il Paese. Quindi il ritorno alle urne.
Chi potrebbe rompere il suo disegno? Sempre lui, il Cavaliere! Ed ecco spiegato il (giusto) richiamo a non sottovalutare la minaccia dandolo per spacciato: Renzi ammonisce che Silvio è come l’araba fenice, ogni cinque anni risorge dalla proprie ceneri, riconoscendogli la  grande abilità anche sotto l'aspetto simbolico “spazzolando la sedia da Santoro”.
Anche Oscar Giannino su twitter ha rimarcato l’importanza che riveste la mancanza di Renzi nell’attuale competizione elettorale e l’occasione persa da parte della sinistra. Come spesso gli capita, Oscar  aveva visto giusto lanciandogli in passato più di un appello. Chissà cosa farà Renzi dopo aver saltato questo giro.  Ho una personalissima opinione: tutto dipenderà proprio dai risultati che Berlusconi (che è in campo a causa della sua sconfitta alle primarie …) riuscirà ad ottenere. Nel caso non dovessero essere quelli desiderati dal Pdl, Renzi giocherà il secondo tempo e lo vincerà facile per manifesta incapacità dei partecipanti, da Bersani a Monti. Fantapolitica? Forse.  In ogni caso più appassionante del modesto spettacolo di questi tempi.

venerdì 18 gennaio 2013

Monti non è Obama


Faremo una campagna alla Obama”. Recita pressappoco così un tweet di  Mario Sechi, ex direttore del quotidiano  “il Tempo”  ed ora candidato nelle lista al Senato del prof. Mario Monti.  Vediamo perché, a mio avviso, rischia di commettere un errore.

E' noto che i mezzi di comunicazione di massa hanno svolto, fin dall’inizio del XX secolo, un ruolo dominante nella costruzione dell’opinione pubblica, entrando in modo decisivo nella sfera pubblica delle società moderne. Nonostante tutte le contraddizioni intrinseche che si portano dietro, a causa del forte potere di influenza che possono esercitare, i mass media sono stati (e sono tuttora) uno strumento fondamentale per il funzionamento delle democrazie occidentali, dal momento che svolgono il delicato ruolo di ‘watchdog’, ovvero di guardiani e garanti della democrazia stessa. In relazione alla stampa quotidiana si è parlato a lungo di quarto potere, ma la definizione deve oggi essere estesa senza alcuna difficoltà anche agli altri media commerciali, in particolare a radio e televisione.

Oggi anche Internet svolge la medesima funzione di controllo ma, a differenza dei vecchi mezzi di comunicazione, favorisce lo sviluppo di un processo dialogico, dove l’informazione si trasmette in senso orizzontale e la conoscenza è il risultato di una continua attività collaborativa. Si tratta di un valore aggiunto fondamentale nel favorire lo sviluppo della sfera pubblica. Ecco spiegato perché i vari Leaders, o il loro staff, si affrettano a conquistare spazi sui social network

Questo però non deve portarci alla conclusione che la rete soppianterà completamente gli altri media e soprattutto la televisione, che tuttora rimane lo strumento centrale per la comunicazione politica. Internet e televisione rappresentano due modalità di comunicazione per molti versi opposte, ma complementari. Entrambi sono fondamentali al kit di un politico che voglia raggiungere con efficacia un pubblico vasto ma  eterogeneo al suo interno, sia in termini di abitudine di fruizione dei media, sia in termini di preferenze e di interessi personali.

È un fatto ormai appurato che in tutte le democrazie occidentali la gente tragga dai media la maggior parte dell’informazione politica, tanto che oggi media e politica possono essere considerati due facce della stessa medaglia. I mezzi di comunicazione di massa, con le loro caratteristiche strutturali e linguistiche, hanno dato luogo al fenomeno della personalizzazione della politica, con la conseguente scomparsa dei partiti e con il costante rafforzamento del ruolo del candidato. Alcuni sociologi osservano  che nell’era della politica mediatica il processo decisionale dell’elettore è oramai fortemente condizionato dalle immagini personali del candidato, le quali devono infondere senso di fiducia, credibilità e capacità di leadership, facendo leva soprattutto sulle emozioni che, si sa, sono per lo più irrazionali.  E’ quella prima regola del “far politica” che ogni candidato dovrebbe conoscere bene: la percezione della gente.

Per un politico la capacità di relazionarsi al pubblico e di toccare la dimensione emotiva dell’uomo è fondamentale, e il migliore strumento del dialogo è rappresentato dalla narrazione. Narrazione significa saper parlare di sé, della propria storia, entrare in confidenza con gli elettori, creare un legame basato sull’empatia. Da questo punto di vista la strategia di comunicazione di Barack Obama è significativa perché per il neo rieletto Presidente USA il suo “personale”  è politico: la sua storia coincide con il suo programma e non c’è argomento migliore di quello per comunicare con il suo elettorato.

Senza entrare nel merito di quale elettorato stia guardando, ovvero se abbia ben compreso dov'è l’obbiettivo da colpire, il professor Monti, al contrario di Obama, non ha una storia politica da raccontare. Non ha un rapporto consolidato da contatti diretti con il suo elettorato, frutto di una carriera partita dai gradini più bassi. E’ elitario, appare distante e porta con sé il fardello di un anno di pesanti sacrifici richiesti agli italiani senza che questi abbiano ancora avuto la possibilità  di toccare con mano un benché minimo beneficio in termini di riscontro quotidiano. Ricordate sempre la percezione…

Se Mario Sechi, al quale sarebbe stato affidato il compito di gestire la comunicazione,  riuscirà in poche settimane nel suo tentativo, allora gli si dovrà riconoscere di aver compiuto una grande impresa.

 

martedì 15 gennaio 2013

Commenti dai montezemoliani

#2702da orazio anania, inviato il 10/1/2013
Sono latore di varie Associazioni e Fondazioni di portata nazionale. Alla richiesta di aderire al programma politico abbiamo ottenuto una risposta negativa. Nessuno degli esponenti nazionali e regionali (Toscana) ha voluto incontrarci. Tutto questo è accaduto nei giorni scorsi. Le nostre istanze e io nostri pensieri sono rimasti in un cassetto e non meritavano di essere ascoltati. Stano modo di parlare di Italia civile e di terza Repubblica. Credo invece che ci sia un'ennesima corsa all'accaparramento di poltrone. Molto deluso. Ciò che è accaduto sarà fortemente pubblicizzato in campagna elettorale per evitare che ci prendano in giro un'altra volta


#2701da giuseppe, inviato il 10/1/2013
Nutrivamo la speranza che Monti potesse costringere i partiti a rifondarsi acquisendo una nuova credibilità agli occhi degli elettori. I partiti infatti hanno creato una rete di corruzione e di malaffare che ha avviluppato tutte le istituzioni,dalla presidenza della republica alla magistratura,dalla sanità alla scuola,dalla finanza pubblica alla imprenditoria privata.Questa rete si è estesa dalle camere alle regioni, alle province, ai comuni gravando sul paese con costi insopportabili.Le ideologie sono state distrutte,le elezioni sono diventate una farsa; la gente reagisce con l'astensione dal voto e la democrazia è preda del demagogo di turno. Monti è stato l'unico capo di governo degli ultimi quaranta anni capace di ridurre gli interessi sul debito pubblico.Per questo forse in modo irrazionale speravamo che Monti fatto un miracolo, ne facesse un altro.Purtroppo così non è stato.Accoppiandosi con Fini e Casini ha dimostrato che l'onestà, la rettitudine, la coerenza sono valori del tutto marginali se è lecito contrarre accordi con chi di questi valori è assolutamente privo. Anche l'idea di sostituire la triade Berlusconi-Casini-Fini con la triade Monti-Casini-Fini sembra di scarso successo dal momento che in questo periodo Alleanza Nazionale non raggiunge il 2% dei voti,l'UDC a malapena sfiora il 5% e la lista Monti in un solo colpo si è inimicati i cosidetti di centro,di destra e di sinistra.
  
#2700da Paolo, inviato il 8/1/2013
Sono molto perplesso dalle scelte che Italia Futura sta facendo. Lo schieramento Monti appare sempre più calato dall'alto senza o con pochi contributi dal Paese reale: peccato. Non vedo nessun interesse verso i movimenti liberali (e ce ne sono diversi) che vengono snobbati. Molto gioco di palazzo. grande delusione se continua così.
 
#2699da Francesco Somma, inviato il 8/1/2013
Ho creduto molto in Italia Futura, ma mi chiedo fino a che punto questa interessante iniziativa politica, che punta ad una piena e completa partecipazione popolare partendo dalla base e dalla società civile, possa definirsi veramente laica. Non vorrei che fosse una riedizione riveduta e corretta della vecchia Democrazia Cristiana; questo sospetto mi viene confermato dall'alleanza alla Camera con partiti come l'UDC di Casini e l'FLI di Fini, che francamente avrei lasciato fuori. A mio avviso sarebbe stata molto più credibile una lista unica senza alcun apparentamento di sorta con vecchi professionisti della politica. Francesco Somma
 
#2697da BONIFACIO DI DONATO, inviato il 7/1/2013
Ho aderito già dal 2010 condividendo tutto il percorso di Italia Futura fino alla preparazione della propabile lista Verso la Terza Repubblica.
Con la salita in campo del Prof. Monti che si è appropriato della nostra lista addirittura selezionando a suo piacimento i candidati, ritengo si sia snaturato l'originario progetto del nostro movimento che voleva ridare voce alla POLITICA rappresentata anche da espressioni di volontariato e di Associazioni per rendere i cittadini attori di una democarzia partecipata.
Pertanto non ritenendo che i Professori,che nulla sanno dei disagi delle persone bisognose, sia in grado di rinnovare l'attuale classe politica, magari possono sostituirla, mi dissocio dal movimento.
 
#2695da Alessandro Mosca, inviato il 2/1/2013
Di Casini non mi preoccupa tanto l'assenza di laicità quanto una certa dissonanza con quello che dice Monti. Oggi (cit. La Repubblica) il segretario dell'UDC critica aspramente il PD, stuzzica il segretario Bersani ventilando una "Grosse Koalition" con PDL e Grillo invitati, piuttosto che ammettere che per Monti la soluzione percorribile è un governo con lui alla guida e l'appoggio del PD, senza PDL ovviamente. Ecco Casini che salta sulla sedia alla richiesta di una lista unica, Casini che chiude nettamente a un patto centro e centro-sinistra e si lancia subito verso la legislatura costituente dove tutti siedono a tavola felici e contenti (il PDL sconfitto per primo) mi preoccupa maggiormente della laicità del movimento.
 
#2694da A.I., inviato il 2/1/2013
Caro Paolo Tarcisi,
Ho letto il Suo post e devo dire che, come Lei, altri Aderenti credo, nutrano perplessità analoghe.
Personalmente, mi ispiro ad un approccio empirico, a "Il Saggiatore" (per rimanere in tema) più che a manifesti di varia estrazione, o natura, ad una logica binaria e veloce, qual è il mondo di oggi. In breve, sono progressista, per dirla con il Prof. Monti.
Però, da un lato, non mi pare meno aprioristica la pretesa di etichettare un "movimento", o i Suoi aderenti, senza averli prima "saggiati".Personalmente, e candidamente, credo che, come molti Italiani mi orienterò pertanto al voto "last second".
Dall'altro lato, penso conclusivamente che conti di più l'azione concreta, il "fatto" materiale, che non il relativo sostenitore, o "mover". così, ad esempio, in data 24 maggio 2010, il Cardinal Bagnasco ha riconosciuto che "l’Italia sta andando verso un lento suicidio demografico", sollecitando «una politica che voglia da subito farsi carico di un equilibrato ricambio generazionale". Un'idea "progressista" quindi, non meno di quella esposta da una prospettiva "laica" da LUISS nell'eloquente paper "Pannoloni Vs Pannolini"(://www.laureatiluiss.it/ventialle20_1pensiero_2.php)
Tutti, credo, sono consapevoli del basso (auto-censura) livello raggiunto dall'Italia, dell'intreccio pericolosissimo che si è creato tra politica ed economia, dell'allarmante conflitto di interessi e corruzione dilaganti, dell'esodo (da oltre dieci anni) dei giovani e dei professionisti. Su questi temi, concorrenza, libertà, internazionalizzazione, cultura, ricerca e sviluppo giovani (e donne), mercato, si gioca il futuro dell'Italia. Per competere, serve gente preparata e competente. Se l'Italia non è in grado di attrarre e conservare il talento, ne pagherà pesantemente (darwinianamente) le conseguenze.
Attendo anche io di vedere l'elaborazione di un piano di azioni concrete (un Integrated Master Plan, per adoperare una locuzione tecnica: chi?come?cosa?quando?con che priorità?) che conforti la mia scelta di voto. Personalmente, mi aspetto in primo piano e come priorità una vera legge elettorale, un tetto alla spesa pubblica ed un impoverimento (in senso letterale) della politica, e dei politici. Mi andrebbe bene l'equiparazione allo stipendio di un German MEPs, come avviene in Europa http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-11725041, anche se- e non lo dico per anti-politica, ma all'esito di una oggettiva analisi costi/benefici - si tratterebbe comunque di soldi non meritati, vista la situazione generale (e regionale) del Paese. Saluti
 
#2693da Paolo Tarcisi, inviato il 2/1/2013
Man mano che ci avviciniamo al momento elettorale vacillano le mie certezze su If come movimento laico e liberale. Io sono un laico. Vorrei essere chiaro su cosa intendo per "laico" in quanto di definizioni ve ne sono molte. Nel mio linguaggio politico il laico è chi propende per una netta separazione della vita delle istituzioni dall'influenza delle confessioni religiose. Per estensione laico chi desidera una minore influenza delle confessioni religiose nella società.
Laico è anche una persona priva di pregiudizi. Ragionare laicamente significa sostenere un ragionamento che non parte da presupposti aprioristici e non sfocia in prese di posizione immodificabili.
If, in questi ultimi giorni, è sempre più riconducibile ad una "nuova" democrazia cristiana considerando quanti uomini di riferimento democristiano stanno saltando sulla diligenza (Casini con un intero partito - l'UDC non può dirsi un partito laico -, la chiesa che non perde l'occasione per mettere le mani su un movimento che, finalmente, le ridia autorità in politica, ACLI, CISL... Non mi piace questo assalto soprattutto non mi piace che nessuno di If esprima un "non possumus" segno evidente che il movimento sta per cadere nelle logiche in cui non voleva cadere anche se è comprensibile che per contare bisogna avere i numeri. Monti sale anche lui su questa diligenza, io preferisco scendere, non voglio far parte di quei numeri. Peccato.

lunedì 14 gennaio 2013

Grazie della proposta, ma non accetto


Annuncio la mia scelta di non accettare la candidatura propostami da Gabriele Albertini alle elezioni regionali lombarde.
Questa decisione  è dovuta al fatto che non condivido le sue ultime dichiarazioni e, soprattutto, la sua recente decisione di accettare contestualmente la candidatura al Senato offertagli da Mario Monti e dal suo movimento "Scelta Civica con Monti per l'Italia" sul quale da tempo, personalmente e quale esponente lombardo di Italia Futura, esprimo le mie riserve sulle scelte di indirizzo politico. 
La suddetta presa di posizione da parte di Albertini  rispecchia a mio avviso linee di comportamento non dissimili dai dettami di politiche che considero superate, essendomi sempre impegnato per un rinnovo che potesse portare alla eliminazione di tali meccanismi.

giovedì 10 gennaio 2013

Articolo 21


09 - 01 - 2013 Romano Perissinotto
I calcoli errati di Monti


Il dubbio che il governo dei tecnici non sapesse far di conto è stato sollevato più volte da molti alla luce dei consuntivi (dei numeri). Esodati, tassa di possesso sulle barche, aumenti delle accise sui carburanti e Iva hanno contribuito a generare meno consumi, meno produttività e conseguenti minor introiti per l’erario, compensati nel 2012 solo dal gettito straordinario derivante dall’Imu, anche questa calcolata dai tecnici per difetto. Ma questa è storia.
Il dubbio però si rafforza oggi nella scelta di Monti di salire in politica e la nascita della sua “strana” coalizione, un mix di società civile e vecchia politica. Oggi, facendo una semplice media aritmetica tra i vari sondaggi, Mario Monti e la ompagine centrista composta da Scelta Civica, Udc e Fli sono attorno al 12%. Con questi numeri, a causa del complesso marchingegno elettorale previsto dal Porcellum, alla Camera in termini di seggi l’intera coalizione del Professore è destinata a pesare meno della sola Sel di Vendola.
Il polo montiano, in caso di vittoria del centrosinistra, sarà costretto a dividersi con gli altri perdenti meno della metà dei posti a Montecitorio. Vale a dire 273, quelli che spettano alle coalizioni sconfitte. Al Senato poi, la confusione appare scontata, aumentata ancor di più dall’accordo raggiunto tra Pdl e Lega che modificano il peso di una regione chiave come la Lombardia.
Quindi, complice la legge elettorale, con il 12% attuale (anche se dovesse salire fino al 20%) la coalizione di Monti peserà ancora meno in termini di poltrone rispetto al risultato potenzialmente raggiungibile. E questo perché, come detto, Bersani e Vendola, alleati dati oggi per vincenti, si divideranno i 340 posti previsti dal premio di maggioranza.
Alcuni esponenti e probabili candidati nella lista Monti e dei partiti alleati, da Olivero a Dellai fino a Bocchino, non si sono lasciati sfuggire, in maniera più diretta i primi due, più velatamente l’ex pidiellino finiano, che il reale obbiettivo di Monti è quello di contrastare la vittoria di Bersani, offrendogli un’alternativa a Vendola. Una sorta di compromesso storico 2.0. Nel contempo, Monti ha affermato la sua assoluta indisponibilità ad un ruolo di ministro in una possibile compagine di governo guidata dal leader del Pd.
Risultato? Date le premesse di cui sopra, sembra proprio un altro errore di calcolo da parte di Monti.
Dimenticavo le conseguenze per il Paese. Una sola: la paralisi. Di questi tempi, non è certo quello di cui abbiamo bisogno.
 
Romano Perissinotto
(membro del direttivo di Italia Futura Lombardia)


A seguito di questo mio intervento, l'amico Michele Arnese,  direttore di Formiche, ha scritto oggi il comunicato che segue, sentendo l'esigenza di dover spiegare ai lettori (e ad altri probabilmente) che i commenti e le opinioni che portano la mia firma in calce ...sono solo miei.
Grazie a Michele per aver contribuito con Formiche.net al libero confronto tra le diverse culture ed al dibattito sempre garbato nei modi, come ci si dovrebbe aspettare da ogni organo di informazione.
La libertà di espressione peraltro mi pare, se non erro, viene anche richiamata da un bellissimo libro...

"Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. ... "

Il ruolo di Formiche.net e le mistificazioni della realtà

10 - 01 - 2013 Michele Arnese

Ieri sul sito Formiche.net è stato pubblicato un intervento di Romano Perissinotto, membro del direttivo di Italia Futura Lombardia, in cui si indicavano presunti errori di Mario Monti.
Il contributo di Perissinotto è stato pubblicato in una logica di ospitalità al pluralismo delle idee, caratteristica di una testata libera e indipendente qual è Formiche.net.
Il sito in questi mesi ha infatti animato un ampio dibattito di voci all’interno delle forze moderate, centriste e liberali che si sono confrontate nel merito dell’azione del governo Monti e della sua iniziativa politica.
Di gran lunga maggioritarie, anche se non totalitarie (per fortuna), sono state le opinioni a favore del laboratorio civico promosso da partiti e movimenti che considerano positivamente l’obiettivo di proseguire l’esperienza dell’esecutivo tecnico.
Ciò detto, mi preme sottolineare che l’intervento di Perissinotto non corrisponde alla linea del direttore e dell’editore.
Il compito dell’informazione non è quello di schierarsi o dare pagelle ma di raccontare fatti, idee e opinioni.
Quindi qualunque strumentalizzazione, come quella di attribuire a Formiche.net il pensiero di Perissinotto, sarebbe una mistificazione della realtà.

Michele Arnese
(direttore)

giovedì 3 gennaio 2013

Buon lavoro e buon viaggio

Auguri (con sorpresa) a Montezemolo


03 - 01 - 2013Romano Perissinotto

Gli orfani di Montezemolo tessono la tela aggrappandosi a Monti. Il Senatore ha rappresentato per il presidente della Ferrari e fondatore di Italia Futura una formidabile exit strategy che, come scrive Salvatore Merlo sulle pagine del Foglio, gli ha consentito finalmente di recuperare il sonno perso nelle notti degli ultimi mesi.
Sono piuttosto avvezzo agli ambienti romani. Erano note le resistenze che gli venivano opposte da amici, soci in affari e soprattutto in ambito familiare. Quindi personalmente non ho mai ritenuto probabile una candidatura del Presidente Montezemolo. Non che lo stesso non ci abbia mai pensato, soprattutto perché tirato per la giacca da una folta schiera delle sue truppe. Pur ribadendo l’impegno personale nel sostegno – esterno – alla sua creatura, Montezemolo la consegna nelle mani di Mario Monti.
I suoi “colonnelli” sono alle prese con la definizione delle liste, gli ufficiali auspicano di ottenere un free lunch ed i caporali si preoccupano che i loro nomi siano inserti nelle prime posizioni. Riunioni a raffica, non tanto sui programmi ed i contenuti: quelli oggi hanno relativa importanza. Ciò che preme è esserci e, elettori permettendo, riuscire ad essere eletti. La preoccupazione è tanta, i sondaggi tiepidi per non dire poco entusiasmanti. Non c’è da stupirsi di tanta agitazione.
Quel prof. Monti, l’uscita di sicurezza di Montezemolo, animato certamente da buoni propositi e sorretto da un’immagine di prestigio in Europa, sarà capace di scendere dalla cattedra e salire nelle piazze? Saprà affrontare un comizio con la gente pronta a rinfacciargli colpe vere o presunte della sua appena trascorsa gestione tecnica? Saprà caricare i suoi discorsi di slogan ed annunciarli con toni comprensibili anche dalla pancia della gente? Tutto questo lo vedremo presto.
La nuova squadra per affrontare questa avventura è in via di definizione: alcuni naufraghi sono stati imbarcati, altri sono in attesa di salire a bordo. Chi ha lavorato come mozzo sulla barca di Italia Futura, la straordinaria manovalanza dei volontari e dei sostenitori, ha visto dapprima nuovi ufficiali provenienti da neonati movimenti parlare lo stessa lingua liberale con toni magari più accesi, FID. Poi, sconfessati questi più per un eccesso di personalismi che per reali divergenze sui contenuti (precedentemente firmati e condivisi) ne sono apparsi altri con nuovi e strani linguaggi – Verso la Terza Repubblica – fatti di auspicate alleanze a sinistra, poi smentite, poi ancora confermate, poi …che sarà?
Alcuni osservatori l’hanno descritta come la via verso la prima repubblica, altri esprimono riserve. Molti marinai si sono affrettati ad adeguarsi, fiduciosi che la rotta indicata porti la nave verso i lidi di una maggioranza parlamentare: Sarà questa riformista? Forse. Liberale? Improbabile, molto improbabile dato l’equipaggio. E poco importa se sarà rappresentata da schemi legati a vecchi vizi parlamentari, a quelle reciproche concessioni che determineranno nei fatti la leggerezza strutturale di una compagine di governo o più presumibilmente, la necessità di ricorrere successivamente a nuove elezioni.
Seguendo modestamente l’esempio del “vecchio” comandante Montezemolo, dati i dubbi e le troppe domande, credo anch’io che sia il caso di scendere ed auguro loro buon lavoro, buon viaggio e tanta fortuna. 

pubblicato su www.formiche.net