mercoledì 27 marzo 2013

La nuova Anagrafe dei conti a disposizione di Befera? Una follia masochista

La nuova Anagrafe dei conti a disposizione di Befera? Una follia masochista


27 - 03 - 2013 Romano Perissinotto

pubblicato su www.formiche.ne

La nuova Anagrafe dei conti a disposizione di Befera? Una follia masochista

Il timore è che si produrranno altri effetti negativi, ovvero un’ulteriore possibile freno ai consumi proprio da parte dei cittadini onesti, timorosi di incorrere in possibili contenziosi con l’erario, dove peraltro l’onere della prova a discolpa è a loro carico. Una sorta di cortocircuito che rischia di penalizzare le nostre già stremate imprese, riducendo la produzione di beni, con l’esito finale certo di ridurre così le entrate fiscali
   
La torbida e vergognosa vicenda dei Marò, la querelle tra il neo presidente del Senato Pietro Grasso e Giancarlo Caselli, le uscite eleganti di un cantautore assurto al ruolo di assessore regionale, la paralisi politica.
Capita di pensare che i cittadini italiani siano vittima di un maleficio, ma riconoscerne i sintomi non è impresa facile. Tuttavia, se così fosse, la prima domanda da farsi è chi e, soprattutto, perché qualcuno dovrebbe farci del male?
Tempo fa un noto e capace giornalista economico, oggi costretto ad espiare un peccatuccio veniale, tuonava e ripeteva quotidianamente dai microfoni di una radio “Stato ladro”. Il bravo giornalista puntava giustamente il dito sull’oppressione fiscale che grava sulle imprese e sulle famiglie. Non aveva torto e chissà cosa urlerebbe oggi, dato che il peso fiscale nel 2013 è destinato a salire ancora fino a raggiungere un insostenibile 44,4% .. ed oltre.

Le reali zavorre per l’Italia
Ci hanno spesso raccontato una delle ragioni principali di tale assurda zavorra è il fenomeno italico dell’elevata percentuale di evasione ed elusione fiscale. In parte è vero, sebbene ci siano altre ragioni sulle quali potremmo discutere: costi eccessivi della PA, inefficienze, sprechi, ruberie…

La novità dell’Agenzia di Befera
In ogni caso, dopo varie iniziative messe in atto dal governo dei tecnici per combattere il fenomeno, alcune peraltro più a effetto teatrale che di reale efficacia, la novità di questi giorni è l’entrata in vigore di un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che rende operativa L’Anagrafe dei rapporti finanziari dei cittadini con gli istituti di credito.

Che cosa è l’Anagrafe dei rapporti finanziari
In estrema sintesi: tutti i rapporti di conti correnti, di carte di credito, deposito titoli, prelievi bancomat, i saldi contabili di inizio e fine anno saranno sotto la lente del Fisco, una sorte di grande occhio sempre vigile su ogni nostra operazione finanziaria. Il tutto con l’approvazione dell’Autorità garante della privacy.

Gli obiettivi del fisco
Premesso che è doveroso da parte dell’Agenzia procedere senza indugi nella lotta all’evasione fiscale, credo sia corretto porre una questione in merito alla reale efficacia di questo provvedimento.

I dubbi
Mi chiedo: i disonesti che evadono o eludono sono nel contempo così ingenui o sprovveduti da utilizzare le banche italiane per i loro traffici illeciti? E’ noto a tutti, sicuramente lo sarà anche al ministro competente ed a Befera, che ci sono ben altri strumenti, metodi e luoghi dove regna l’anonimato.

La follia masochista
E ancora, chi avrà visione e gestirà i dati sensibili dei cittadini onesti raccolti in questa novella anagrafe? Il timore è quello che si produrranno altri effetti negativi, ovvero un’ulteriore possibile freno ai consumi proprio da parte dei cittadini onesti, timorosi di incorrere in possibili contenziosi con l’erario, dove peraltro l’onere della prova a discolpa è a loro carico. Una sorta di cortocircuito che, paradossalmente, rischia di penalizzare le nostre già stremate imprese, riducendo la produzione di beni, quindi di ricchezza, con l’esito finale certo di ridurre così le entrate fiscali. Sembra una follia masochista in un momento di recessione che morde la carne di tutti.

La necessità del buon senso
Siamo allora vittime davvero di un maleficio? Ed è proprio lo Stato che vuole farci del male? Se sì, per esorcizzare l’incantesimo maligno, ci sono quindi due possibili soluzioni alternative: o si rende necessario l’intervento di un esorcista stregone, con rituali comici ed oscuri e dall’esito quantomeno incerto, oppure sarebbe sufficiente solo un po’di buon senso pratico e maggiore consapevolezza della realtà da parte di coloro che sono stati appena eletti e da chi assumerà il compito di gestire il prossimo governo. Auspico la seconda, e in tempi brevi.

lunedì 25 marzo 2013

Monti scrive ma non convince

25 - 03 - 2013  Romano Perissinotto



Monti scrive ma non convince
 
Il colpo d'ala di Italia Futura è un nuovo inizio per il movimento di Montezemolo?
Ospitiamo un intervento di Romano Perissinotto, uno dei fondatori di Italia Futura Lombardia


Botta e risposta sul Corriere della Sera tra l’editorialista Ernesto Galli della Loggia ed il senatore Mario Monti in merito al fallimento (scrive il primo) dell’esperienza politica del movimento montiano e di un centro che evidentemente non è nelle simpatie degli Italiani.
Nel confronto si inserisce poi con tempismo perfetto un editoriale di Italia Futura che si riassume in una sorta di avvertimento ai vertici di Scelta Civica, richiamandoli a non essere eccessivamente tatticisti o generici, probabilmente riferendosi alle dichiarazioni piuttosto effimere dei due novelli capigruppo montiani in Parlamento, Mauro e Dellai, che non sono certamente espressione diretta dell’associazione montezemoliana.
 
Il punto focale dell’articolo di Galli della Loggia è nell’individuazione del grande errore di Monti che non ha saputo cogliere le istanze del popolo di centrodestra, ancora maggioritario nel Paese. Un errore tecnico, di presunzione e “di incapacità di parlare al cuore della gente” . In tempi non sospetti, da queste pagine avevo avuto modo di sollevare questo grave limite nella leadership di Monti e l’incredibile ingenuità della sua campagna elettorale che ha fatto recepire il suo movimento come una sorta di appendice del Pd con l’inevitabile conseguenza di precludersi i voti dell’elettorato di centrodestra.
Il tutto condito da una sua intima convinzione che un sistema bipolare in Italia fosse superato, che il leader del centrodestra fosse finito ed il suo partito, il Pdl, un covo di impresentabili. Così non è, perlomeno nella espressione di un elettorato che rappresenta un terzo dei cittadini italiani. Monti è stato vittima di se stesso, ovvero di quella supponenza radical chic di una certa borghesia elitaria a cui piace, nei salotti e nei talk show, parlare dei problemi della gente comune, ma non ne conosce le intime sensibilità e i problemi quotidiani. Cosa che invece conosce benissimo il Cavaliere di Arcore e, soprattutto, la sa comunicare con messaggi chiari, magari permeati da populismo, in ogni caso talmente efficaci da consentirgli di cancellare buona parte degli errori commessi.
 
Ed ecco che la lettera di replica del prof. Monti all’editoriale di Galli della Loggia è ancora intrisa di una contraddizione in termini, ovvero ancora incapace di cogliere l’essenza del fallimento elettorale, al contrario giudicandolo un successo. Lascia spazio solo ad una piccola autocritica in quel “contrapporsi frontalmente e sprezzantemente all’elettorato che fino ad allora era stato della Destra”, ma non sufficiente per scaldare i cuori, né tantomeno lascia intravedere nel senatore la consapevolezza che a destra, nel centrodestra, c’è ancora un leader forte e troppo prematuramente dato per spacciato con il quale è necessario dialogare, valutare i punti di convergenza per rispondere alle istanze della maggioranza degli italiani. Con una certa malcelata permalosità ed arroganza politica, Monti scrive che non voleva essere un Alfano “qualsiasi”: si è ritrovato così ininfluente e, in sintesi, ha privilegiato l’ambizione personale agli interessi del Paese intero, mortificando nel contempo le istanze di chi ha una visione e una cultura liberale della società.
 
Infine, una sorpresa particolarmente gradita al sottoscritto, la pubblicazione dell’editoriale di Italia Futura. La componente liberale e laica di Scelta Civica ha (finalmente direi) dato un colpo d’ala e parrebbe essersi resa conto che è tempo di superare antichi complessi e pregiudizi nei confronti del Pdl, quindi del suo leader in nome di un interesse superiore e, perché no, di prepararsi anche ad un possibile prossimo confronto elettorale che non la veda penalizzata alla prossima scadenza, come è invece accaduto nella recente tornata e nei successivi incarichi direttivi e parlamentari di Scelta Civica in questi ultimi giorni. Un nuovo inizio? Lo auspico vivamente…
 
pubblicato su www.formiche.net
 

lunedì 18 marzo 2013

Il disastroso fine settimana del professor Monti


18 - 03 - 2013 Romano Perissinotto

Il disastroso fine settimana del professor Monti

 
Caro direttore,
 
non che mi aspettassi grandi slanci o dimostrazioni di intelligenza politica da Mario Monti e dal suo movimento: la storia recente della sua campagna elettorale, gli errori madornali e la somma di diverse culture ed interessi che hanno visto la nascita di Scelta Civica sono da manuale di tutto ciò che non bisogna fare per ottenere consenso ed avere così l’opportunità di incidere nella vita parlamentare del Paese.
Tuttavia, per quanto ha fatto nel week end, occorre riconoscere a Monti la capacità di essere riuscito nell’ardua impresa di confondere e deludere i suoi (pochi) sostenitori rimasti, compresi gli sparuti rappresentanti del suo movimento in Parlamento, testimoniando così l’avvenuta mutazione genetica dell’austero professore in un novello Scilipoti alla ricerca per sé di un posto al sole.
Al contrario di quanto avviene in natura, dove la mutazione porta ad una evoluzione, nella fattispecie ci ritroviamo in una involuzione che ne preannuncia l’estinzione. Dopo essersi arbitrariamente assunto il ruolo di “salvatore della Patria”, nonostante fossero evidenti le gravi lacune e contraddizioni del suo governo tecnico, dopo aver ricevuto le lusinghe di molti burocrati europei, ritrovarsi di fatto a essere ininfluente nell’agone politico è stato recepito come un grave affronto alla sua smisurata ambizione che, unita a una eccessiva permalosità, ha portato al conclamato fallimento di un progetto quantomeno bizzarro.
Riassumendo i citati episodi che hanno riguardato il prof: dapprima si becca un sonoro schiaffone dal Presidente Napolitano, il quale evidentemente non gli ha ancora perdonato l’affronto subito con quella che oggi si deve definire non salita, ma caduta in politica. Come un bambino cui sono state negate le caramelle, ecco che il senatore a vita allora prova a mercanteggiare con gli esponenti di quel partito, il Pdl, che è stato oggetto dei suoi maggiori attacchi, in particolare rivolti al suo leader troppo velocemente giudicato finito e fuori dai giochi. Un suicidio politico, oltre che una proposta giustamente definita oscena, quello di chiedere per se stesso non una poltrona qualsiasi, ma addirittura la massima carica dello Stato. Un atteggiamento da uomo avvezzo ai peggiori vizi della vecchia politica, quella tanto vituperata nei proclami iniziali, assunto peraltro con metodi da dilettante.
Il tragico paradosso che si è trasformato ieri in una farsa ridicola ed umiliante è che il prof avrebbe potuto ottenere ciò che è stato costretto a mendicare senza sforzo. Purtroppo non si tratta di una scommessa politica persa da un singolo giocatore, ma di una irriverente forma di disprezzo per i cittadini italiani, in particolare per quei tre milioni circa di fiduciosi, ingenui sprovveduti che lo hanno votato confidando il lui.
La vanità è decisamente il peccato preferito dal diavolo ed è destino inevitabile per i vanitosi finire all’inferno. Fini docet.

pubblicato su www.formiche.net

mercoledì 13 marzo 2013

#Aperitour

Addio Montezemolo e Giannino, avanti tutta con Matteo Renzi?

13 - 03 - 2013 di Bruno Guarini
  
Addio Montezemolo e Giannino, avanti tutta con Matteo Renzi?

 
 
E’ recentemente comparso su twitter l’hashtag #aperitour. Di cosa si tratta? Si tratta di una serie di incontri tra amici che condividono gli stessi ideali. Nati come occasione di confronto tra gli esponenti e simpatizzanti di Italia Futura, Zero + e Fare per Fermare il Declino dopo le recenti elezioni. Ovviamente indipendenti da questi movimenti: incontri informali, organizzati in rete e che al momento si sono tenuti a Milano e Roma, in osterie.

In particolare, molti iscritti a Italia Futura che si erano impegnati nella realizzazione di un progetto liberale e riformista non hanno poi trovato risposta alle loro aspettative in quello che poi si è rivelato il movimento politico che si è presentato alle elezioni. Per la verità, alcuni aderenti a Italia Futura avevano espresso le loro riserve fin dalla nascita di Verso la Terza Repubblica, che aveva visto confluire con indicazioni imposte dall’alto e senza che la base fosse informata, culture e sensibilità talmente eterogenee da far dubitare molto sulla reale identità e possibilità di successo. I messaggi che sono passati erano confusi e sicuramente non indirizzati al giusto target, si mormora nelle riunioni in osteria di ex montezemoliani ed ex gianniniani.
Gli ammiccamenti di alcuni esponenti nei confronti del Pd, Andrea Olivero e Lorenzo Dellai in particolare, gli appelli al voto disgiunto in Lombardia che hanno mortificato l’iniziativa di Gabriele Albertini e l’assenza di un messaggio chiaro e comprensibile, hanno indotto l’elettorato di riferimento a votare per il Pdl o per Beppe Grillo. In sintesi, l’obbiettivo del superamento della soglia d’ingresso è stato appena raggiunto, nel caso di Scelta Civica, con il risultato però di essere oggi sostanzialmente ininfluenti. E, nonostante alcuni commenti di soddisfazione da parte degli esponenti del movimento montiano, non credono che questo si possa definire un buon esito. Chi partecipa agli incontri? Ci sono Piercamillo Falasca di Zero+, Massimo Brambilla di Italia Futura Mondo, Massimiliano Raffa di Italia Futura Roma e Romano Perissinotto di Italia Futura Lombardia. Tutti guardano con interesse le mosse di Matteo Renzi, ma in un nuovo contenitore politico, in cui si possano riconoscere anche militanti e simpatizzanti del Pdl.

pubblicato su www.formiche.net

venerdì 8 marzo 2013

La Repubblica “democratica”di Singapore


 
C’è un uomo, Lee Kuan Yew che è riuscito nell’ardua impresa di insegnare ai cittadini cinesi a non sputare per terra (chi ha avuto modo di soggiornare in Cina ben capirà...)  a gettare la cenere ed i mozziconi di sigaretta nei posacenere piazzati nelle strade, infine a farli convivere civilmente con altre etnie stabilitesi in quella che è definita come la "città giardino" d'oriente.

Pragmatico e astuto, Lee nel 1963 dette vita a un governo basato sulla modernizzazione a qualsiasi costo e sulla soppressione dell'opposizione politica. Fece ufficialmente di Singapore un paese democratico, ma in realtà la trasformò in una sorta di dittatura coperta, con una massiccia polizia segreta dedita allo screditare con gli scandali gli avversari politici e ostacolare le libere elezioni, puntò ad una forte omologazione, con campagne propagandistiche e proibendo alcuni comportamenti normali nel resto del mondo "occidentale”
 
Nel 2004 Lee Hsien Loong, il primogenito di Lee Kuan Yew, divenne il terzo Primo Ministro. Tutt'ora la vera democraticità di Singapore è da dimostrare e le elezioni sembrano decisamente manipolate dal fortissimo controllo sui media e sulle stesse opposizioni detenuto da alcune famiglie, soprattutto la famiglia Lee, ma fin tanto che le condizioni economiche restano eccellenti sembra difficile che vi saranno delle rivolte contro questo stato di cose.

mercoledì 6 marzo 2013

Caro Centrino, pardon Scelta Civica ...

Lettera immaginaria di Berlusconi a Monti e ai montiani

Lettera immaginaria di Berlusconi a Monti e ai montiani


pubblicato su www.formiche.net e ItaliaOggi

Caro Centrino, pardon Scelta Civica e p.c. partitini/movimenti liberali comunque alternativi alla sinistra, buongiorno.

Mi chiamo Silvio Berlusconi, sono nato a Milano e vivo tra Arcore e Roma. Fino ad oggi, ho fatto di tutto e di più impegnandomi nella mia vita a raggiungere quegli obbiettivi che mi hanno consentito di ritenermi un appagato ricco signore. Ho coltivato diverse passioni, alcune costose, altre mi hanno procurato qualche grattacapo. I più maligni dicono che sia un becero maschilista, ma non è vero. Amo le donne e perdonate se ancor di più amo sedurle. Ancora oggi, alla veneranda età di 76 anni, nulla mi rende più felice del sorriso compiacente di una signora. Vanitoso? Si, ma che c’è di male?

Anni fa sono sceso in politica. Oggi è diventata una moda per molti di voi provenienti dalla cosiddetta società civile. Società Civile? In pratica, una mia invenzione fin dai tempi di Forza Italia. Avete tentato di salire, altri hanno riempito le piazze ed i teatri con alterne fortune. Per la verità, pare che gli italiani a voi professori preferiscano l’irruenza trasgressiva di un comico o la mia capacità di essere suadente. Giusto o sbagliato, non sta certamente a me giudicare il loro responso: così è.
Gran parte del mio popolo mi aveva abbandonato dopo la mia caduta. Non mi perdonavano di aver consegnato il Paese che governavo ad un tecnico tutto tasse. Io ero in buona fede, certamente messo anche in difficoltà da quella invenzione che è lo spread e rispetto a quei burocrati europei che oggi si chiedono se la loro politica di austerity e rigore ( ..loro, quella della cul … scusate della signora Merkel) non abbia poi funzionato così bene.

Durante la mia successiva assenza, il mio partito era piombato nell’anarchia. Io avrei comunque desiderato di occuparmi d’altro. Avevo i miei giocattoli da seguire ed alcuni progetti benefici da realizzare. Alla mia età, mi hanno alla fine costretto ad impegnarmi di nuovo in una campagna elettorale molto faticosa. Ammetto però di essermi anche divertito molto. Senza falsa modestia, che non mi appartiene peraltro, sono bravo in questo genere di competizione. Ancora rido compiaciuto di me stesso quando ripenso alla serata con quel Santoro e quel Travaglio, o dall’Annunziata con quei giornalisti comunisti che, chissà perché, con me hanno sempre un atteggiamento particolarmente astioso, quasi si giocassero “l’occasione della vita” nel tentativo di mettermi in difficoltà. Io li lascio fare, fingo di arrabbiarmi, ma sono consapevole che alla fine sono un bell’aiuto e me li mangio.
Poi sono giunte le elezioni. Certamente non mi lamento del risultato. Sono riuscito a recuperare molti consensi ed a sfiorare la vittoria nazionale, tenendomi peraltro la Lombardia. Non lo nego, grazie anche a voi e all’acume politico di qualche borghesuccio milanese radical chic…

Tuttavia, non sono totalmente soddisfatto, dato che come avevo previsto, il frazionamento dell’offerta ha portato ad una sostanziale paralisi del Paese. Non solo, ma alla sinistra statalista ora si è aggiunta una nuova fronda di grillini fastidiosi e portatori più o meno consapevoli di ulteriore caos. La buona notizia è che certi miei “traditori” poi vostri alleati hanno pagato il loro misfatto o ne sono usciti molto ridimensionati. Di questo vi sono davvero riconoscente.
Ora però, alla mia età, mi devo preoccupare del futuro del mio partito e dei miei elettori. Vi ho dimostrato quello che è il mio valore in termini di consenso. Avete cercato di sottrarmeli e non ci siete riusciti. Vorrei però evitare di ritrovarmi ad ottobre ancora a dover sopportare le fatiche di una campagna elettorale condotta in prima persona. Sono ricco, appagato ed avrei altri progetti per quel che mi resta da vivere. Ho anche una fidanzata giovane e carina …

Venendo alle ragioni di questa mia, vi suggerisco un’idea che reputo utile per tutti noi liberali di centrodestra. Se voleste cortesemente finirla con il rinfacciarmi quelli che voi ritenete essere gli errori del mio passato politico, tormentone che peraltro vi ha portato ad una sonora sconfitta, io sarei qui, disponibile al dialogo per costruire un fronte comune alternativo alla sinistra che, prima o poi, capirà (finalmente per loro) di avere un purosangue in scuderia. Lo avrei voluto con me dato che le sue idee sono molte più vicine alle mie, ma tant’è: se deciderà di correre ne sarei felice, almeno mi toglierei l’ossessione che ho nei confronti di questi vecchi comunisti.
Resti inteso, non dimenticate che sono sempre io ad avere i numeri. Evitate pertanto dictat o atteggiamenti supponenti e saccenti: in politica contano i voti e chi governa ha sempre ragione.
Con i migliori saluti

lunedì 4 marzo 2013

Corsi e ricorsi


“…I Fasci non sono, non vogliono, non possono essere, non possono diventare un partito. I Fasci sono l’organizzazione temporanea di tutti coloro che accettano date  soluzioni di dati problemi..”

“…Il Fascismo è anti-accademico. Non è politicante. Non ha statuti, né regolamenti…”

“..Il fascismo ha limitato il suo programma a pochi punti essenziali e di immediata realizzazione. La riforma elettorale, l’espropriazione delle ricchezze,i consigli nazionali economici. Questa è la novità del programma fascista: la rappresentanza integrale”

“Il fascismo è un movimento di realtà, di verità, di vita che aderisce alla vita. E’ pragmatista. Non ha apriorismi. Né finalità remote. Non promette i soliti paradisi dell’ideale.”

Benito Mussolini, 3 luglio 1919