giovedì 24 gennaio 2013

Renzi fase 2.0


Sono trascorsi alcuni mesi da quando scrivevo di Renzi, del guascone toscano capace di attirare simpatie (e voti) trasversalmente. E’ assodato che il partito di Bersani deve molto, moltissimo del suo attuale vantaggio nei consensi  proprio alla caparbietà e all’ostinazione del sindaco di Firenze. Renzi è tornato ieri sera in televisione, con aria sempre da giovane monello pronto a sorprenditi, ma con una maturità e serenità accresciuta dall’esperienza vissuta. Giustamente non accampa scuse per aver perso la sua battaglia, ammette gli errori fatti affermando che gli “rode”.  Ribadisce la sua coerenza, la cita più volte ed è giustamente sorpreso da chi, perdonate il gioco di parole, è sorpreso che sia tornato ad esercitare la sua professione, quella di amministratore. Lo aveva sempre dichiarato.
L’istinto rottamatore dell’uomo rimane comunque inalterato. Non le manda a dire a Monti ed al suo progetto di rinnovamento che definisce “folle” proprio nella scelta dei suoi principali attori  Casini e Fini, non scordandosi nel contempo di bacchettare l’ex socio Ichino che “è scappato con il pallone dopo aver perso la partita”. Richiama giustamente l’attenzione del suo segretario a non sottovalutare il Cavaliere di Arcore, località dove, riferendosi alla famosa colazione con l’ex premier,  tornerebbe anche subito se utile ad ottenere vantaggi per la città che amministra. Pur mantenendo fede agli impegni presi nei confronti del suo partito, non rinnega i contenuti della sua battaglia. Sembra dire “Signori, ho giocato il primo tempo, adesso ci sarà l’intervallo delle elezioni, poi giocheremo la ripresa”.
Il tutto si potrebbe intendere come una certa sua inclinazione  a ritenere quelle prossime solo elezioni “di passaggio”. Peraltro lo stesso Casini non ha avuto remore nell’affermare che “la legislatura non durerà mica tanto” riconoscendo, forse a sua insaputa o per reclamare un suo ruolo futuro, la modestia del tentativo montiano che non sfonda sia a destra che a sinistra.
Se così fosse, allora bisogna riconoscere che Renzi è dotato di un acume politico straordinario. Ha dapprima sollevato dal torpore atavico il Pd, ha poi perso le primarie, ma ora aspetta al varco un probabile risultato delle urne che porterà al nulla di fatto, a qualche mese di tentativi sterili di inciuci, ad una palude di immobilità inadatta alle sfide che attendono il Paese. Quindi il ritorno alle urne.
Chi potrebbe rompere il suo disegno? Sempre lui, il Cavaliere! Ed ecco spiegato il (giusto) richiamo a non sottovalutare la minaccia dandolo per spacciato: Renzi ammonisce che Silvio è come l’araba fenice, ogni cinque anni risorge dalla proprie ceneri, riconoscendogli la  grande abilità anche sotto l'aspetto simbolico “spazzolando la sedia da Santoro”.
Anche Oscar Giannino su twitter ha rimarcato l’importanza che riveste la mancanza di Renzi nell’attuale competizione elettorale e l’occasione persa da parte della sinistra. Come spesso gli capita, Oscar  aveva visto giusto lanciandogli in passato più di un appello. Chissà cosa farà Renzi dopo aver saltato questo giro.  Ho una personalissima opinione: tutto dipenderà proprio dai risultati che Berlusconi (che è in campo a causa della sua sconfitta alle primarie …) riuscirà ad ottenere. Nel caso non dovessero essere quelli desiderati dal Pdl, Renzi giocherà il secondo tempo e lo vincerà facile per manifesta incapacità dei partecipanti, da Bersani a Monti. Fantapolitica? Forse.  In ogni caso più appassionante del modesto spettacolo di questi tempi.

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