giovedì 19 aprile 2012

L'etica del Governatore


Carla Vites è un nome sconosciuto ai più. Da oggi a seguito di un sua lettera pubblicata sulle pagine del Corriere della Sera,  probabilmente lo sarà un po’ meno.  La Signora Vites è la moglie di Antonio Simone, l’ex assessore lombardo alla Sanità negli anni '90, esponente di primo piano del movimento Comunione e Liberazione, oggi ospite di San Vittore (per i non milanesi, il carcere) a seguito delle note indagini per associazione a delinquere nella creazione di fondi neri in combutta con il faccendiere Daccò, quello delle barche e vacanze di gruppo del Formigoni, Governatore (da troppo tempo secondo molti) della Lombardia.

Ebbene, nella sua lettera permeata di tristezza e delusione , che non è soltanto lo sfogo di una moglie che si ritrova il marito in carcere, Carla Vites sostanzialmente ci informa tramite il giornale di due cose. La prima: Formigoni, nelle sue comparse televisive e soprattutto nel confronto con i giornalisti del Corriere che aveva battezzato “sfigati”, ha mentito nel sostenere che Daccò  “non ha mai avuto rapporti direttamente con me, ma con l'assessorato”. Certamente qualcuno potrà obbiettare alla sig.ra Vites che per “rapporti” il Formigoni intendesse quelli “istituzionali”, ma sarebbe un rilievo fragile, visto le assidue frequentazioni private citate.

La seconda è quella che più mi ha colpito. Riguarda una sua considerazione su come i  principi che ispirano il movimento fondato da don Giussani (del quale il marito era tra i giovani più stretti collaboratori fin dai tempi della sua costituzione) siano stati “dimenticati” nello stile di vita di Roberto Formigoni. Ed è proprio questo che “ferisce” lo spirito d’appartenenza della Sig.ra Vites, ovvero la delusione per come gli insegnamenti di don Giussani e le aspettative degli aderenti a Comunione e Liberazione che hanno sostenuto (e votato) Formigoni siano stati disattesi dai comportamenti del Presidente. Peraltro è lo stesso Formigoni che, in occasione di un’altra, ennesima intervista ad un noto magazine, si dichiara “gran peccatore” rispetto agli impegni morali presi quale Memores Domini a riguardo della sua ..castità. Da quello che possiamo evincere dalla lettera, dalle fotografie che lo ritraggono su megayacht, alle cene a tre stelle,  sembra che Robertino abbia violato qualche altro principio fondamentale del movimento e del suo giuramento.
Possiamo darle torto?


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