lunedì 30 aprile 2012

Il medico della mutua


Le vicende relative alla Sanità Lombarda che stiamo leggendo in questi giorni, sulle quali è preferibile non spendere altre parole, inducono ad una breve riflessione sul futuro del sistema sanitario nazionale a medio lungo termine. La domanda è : come sarà tra dieci,  venti anni? Dagli studi effettuati da molti centri di ricerca ed alcune università, il futuro non appare certamente roseo in termini dei  costi che  i cittadini italiani saranno chiamati a sostenere con maggiori contributi. In altre parole, la sanità sarà sempre più costosa.


La spesa pubblica  ammonta oggi a oltre 115 miliardi di euro (7,3 per cento del Pil). Di questi, circa 77 solo per le forniture: su questo capitolo di spesa tanto si potrebbe fare e soprattutto risparmiare con una maggiore efficienza negli acquisti (sembra ci stia lavorando il ministro Balduzzi dopo avere scoperto che garze e siringhe costano come Rolex in Sicilia..) ed eliminando i “vizi” atavici della corruzione ed indebito arricchimento di molti “addetti ai lavori”.  Ci sono poi altre cause che determinano previsioni al rialzo, in particolare l’invecchiamento della popolazione e la progressiva cronicità di molte patologie. Se la prima non può che farci piacere, la seconda richiede una serio ripensamento delle abitudini di vita della popolazione e di una maggiore prevenzione attraverso una riqualificazione di figure professionali oggi scarsamente considerate come strumenti di possibili risparmio, ovvero i medici di base, quelli più comunemente noti come “medico di famiglia”. Svolgono un ruolo fondamentale nella prescrizione di esami, farmaci e spesso ricoveri ospedalieri. Una maggiore attenzione rivolta all'aggiornamento ed al perfezionamento costante della loro professionalità sarebbe quindi auspicabile. Si tratta quindi  di investire di più nella prevenzione attraverso una progressiva azione di educazione degli italiani,  con l’impegno quotidiano dei medici di famiglia, anche attraverso meccanismi di incentivazione economica che, basandosi sul merito, stimoli la categoria in tale direzione. Il  maggior investimento, che solo all’apparenza può sembrare un maggior costo,  restituisce al contrario enormi vantaggi economici nel medio lungo periodo, basti solo pensare agli effetti positivi della conseguente riduzione nell'abuso di esami clinici, consumo di farmaci e mancato ricorso all’assistenza ospedaliera. Pensare quindi all’origine della "filiera" dell’assistenza sanitaria in Italia, ai medici, sarebbe un buon inizio per invertire la tendenza ..ed evitare maggiori tasse!

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