lunedì 16 aprile 2012

Il Sig. Napolitano sbaglia!


“ … Il peso fiscale che grava sulle famiglie e sulle imprese potrà essere diminuito solo attraverso una vera, reale ed adeguata riforma dell’amministrazione pubblica, riducendone i costi elefantiaci che attualmente comporta: qui sì che avremmo reali benefici! La logica dovrebbe quindi essere capovolta: prima eliminare gli sprechi, ridurre contemporaneamente le tasse e combattere l’evasione. In questo modo, si inizierebbe anche un nuovo percorso di educazione civica dei cittadini, nell’identificare lo Stato non come un pozzo senza fine, un mostro divoratore dei nostri soldi, bensì come erogatore di servizi necessari a tutta la collettività. Sono convinto che questa nuova via, unita ad una diminuzione dell’infinita burocrazia fiscale, talmente complessa e contorta che spesso ci fa essere evasori in buona fede, non solo consente di abbassare le aliquote, ma…aiuterebbe gli italiani a pagare le tasse! ..” estratto da “Evasione, elusione & le favole” del 6 marzo 2012.

La scorsa settimana ho avuto modo di leggere un’intervista a Giorgio Napolitano nella quale il Presidente Giorgio Napolitano (la ripetizione è voluta) afferma che “chi non paga le tasse non è degno di essere cittadino italiano”. Con tutto il rispetto dovuto alla prima carica dello Stato, devo francamente rimarcare che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha preso una sonora cantonata! Senza voler apparire sfrontato, credo che avrebbe fatto meglio a riflettere due volte prima di pronunciare tali parole, e magari andarsi a leggere migliaia di articoli pubblicati in questi mesi sul tipo di quello citato in premessa, ovviamente senza voler essere presuntuoso.

No taxation without representation” recita un famoso principio americano, ed è proprio su questo che si dovrebbe riflettere, Napolitano in primis. Occorre chiedersi  perché il livello di evasione fiscale in Italia è così alto. Due i casi: o siamo un popolo generalmente di disonesti, oppure lo Stato, inteso dai cittadini  principalmente come l'insieme delle classi politiche e dei loro comportamenti,  è causa principale di questo malcostume nazionale. Personalmente, opto per la seconda ipotesi. Occorre  capovolgere la questione, ovvero prima lo Stato – leggi classi politiche – faccia il suo dovere, poi sicuramente i cittadini faranno il loro, compreso quello di pagare le tasse. Dimostri lo Stato di impiegare in maniera corretta i tributi chiesti ai cittadini , non ne abusi, non li sprechi in capitoli di spesa pubblica inutile ed improduttiva, in troppi privilegi ingiustificati, in appropriazioni indebite dei suoi esponenti. Rimetta il cittadino, inteso come persona, al centro delle sue iniziative e, soprattutto, sia al servizio della comunità: non pretenda il contrario!

Non è quindi lo Stato – in particolare con la sua massima carica rappresentativa – che merita di appellare e distinguere gli individui come italiani e non, ma sono  i cittadini che concedono allo Stato – ed alle sue massime cariche – di gestirli e rappresentarli!  Ed anche di tassarli, ma in modo equo ed in cambio di beni e servizi utili per tutta la collettività.

Rifletta su questo il Sig. Giorgio Napolitano: il Presidente della Repubblica Italiana si accorgerà dell’errore fatto e di quanto  i cittadini - tutti - siano fieri e meritino di essere italiani, nonostante lo Stato.


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