mercoledì 28 novembre 2012

Caro Alfano, non seguire Berlusconi su Maroni

La mia intervista su www.formiche.net
 
27/11/2012 | Michele Arnese

Angelino Alfano e Silvio Berlusconi       
Angelino Alfano e Silvio Berlusconi

 

Romano Perissinotto di Italia Futura Lombardia a Formiche.net ammette le titubanze
del movimento montezemoliano su Albertini e dice: l´ex sindaco è il migliore candidato alla
Regione, specie se Alfano…
 
 
 
Caro Alfano, abbandona Berlusconi a se stesso e scegli come Pdl di sostenere Gabriele Albertini alla
presidenza della Regione Lombardia. E´ l´appello implicito che lancia Romano Perissinotto, fondatore e
membro del direttivo di Italia Futura Lombardia, in una conversazione con Formiche.net. Perissinotto
ammette di fatto, comunque, le titubanze del movimento montezemoliano sulla candidatura dell´ex sindaco
di Milano ma è speranzoso, a patto che il segretario del Pdl abbia più coraggio.
 
Qual è il futuro politico della Lombardia? Voi di Italia Futura Lombardia chi appoggiate? Sbaglio o non avete
ancora deciso?
"Bella domanda. La risposta spontanea, la più semplice, è che dipende da noi cittadini lombardi - risponde
Perissinotto - ovvero dalla nostra capacità di superare le vecchie barriere e gli steccati ideologici coinvolgendo le
migliori energie che nostra regione è in grado di esprimere".
 
Risposta da politico della Prima Repubblica. Andiamo alla sostanza. Lei anche come membro del direttivo di
Italia Futura Lombardia spinge per sostenere la candidatura di Gabriele Albertini ma il movimento
montezemoliano non ha ancora deciso. E´ così?
"Un attimo. La Lombardia è la regione più importante della nostra penisola, per tradizione, per innovazione
 e per produzione di ricchezza. Deve quindi tornare ad essere il modello di riferimento, l´esempio da seguire per
 il buon governo del Paese. Deve guardare all´Europa, a quei modelli sociali che funzionano, dove il rapporto
tra Stato e cittadino è paritetico, ovvero dove le risorse richieste ai cittadini vengono impiegate in modo
corretto e trasparente, creando così un educazione civica che determina una mentalità diffusa per la quale
l'Istituzione non è vista come un centro di interessi di parte o di amici, come un dissipatore, un avido divoratore,
ma un erogatore di servizi utili per tutta la collettività".
 
Non mi ha ancora risposto...
"Occorre un cambio di paradigma basato sull'etica e sull'onestà e sul miglioramento dei numeri che, peraltro,
sono tra i migliori. E questo cambio di passo deve essere generato da coloro i quali sono chiamati a gestirla. In
questo senso, la figura di Gabriele Albertini, per la sua storia personale e la capacità amministrativa dimostrata
come sindaco di Milano, ritengo sia la più adeguata".
 
Ma il Pdl appoggia o no Albertini?
"Quale Pdl? Se si riferisce a quello di Berlusconi, la questione non si pone, in quanto non esiste e chissà quale  
corbelleria uscirà dal suo cilindro. Al contrario, se il segretario Angelino Alfano riuscisse a staccare il
cordone ombelicale che ancora lo lega al Cavaliere, ritengo che molti dei suoi lo seguirebbero. Potrebbe
avere la chance di riformare quel partito, si chiami Pdl o altro, sui valori e gli ideali espressi dalla carta del
Ppe sottoscritta in Europa, per poi contribuire a quel rassemblement dei liberali riformisti alternativi al
populismoe alla demagogia dilagante in questo momento. In Lombardia credo sia l'unica possibilità per ottenere
un successo elettorale che oggi mi pare francamente ancora difficile. Per quel che conta, Alfano avrebbe tutta
la mia stima e solidarietà".
 

 

martedì 20 novembre 2012

Macché Nuova Dc, vi spiego la vera natura di Italia Futura
19/11/2012 | Romano Perissinotto



La Balena bianca è solo quella del capitano Achab
che guida un equipaggio attraverso la folle impresa di
caccia al Leviatano. Il commento di Perissinotto
(IF Lombardia) ad alcuni editoriali post Convention
Il giorno dopo, succede che ricevi decine di mail e sms, di leggere sui giornali i commenti più
disparati, molti positivi, alcuni equilibrati, altri più maliziosi ed oggettivamente zuppi di luoghi
comuni. E nei social network la discussione si infiamma.
In premessa, possiamo trarre una prima conclusione in tutta tranquillità: la convention Verso
la Terza Repubblica organizzata sabato a Roma da Italia Futura e le associazioni che le si sono
affiancate, ha richiamato migliaia di persone, circa 7000. Quindi la cosiddetta società civile,
senza grida da pollaio e slogan improntati al populismo, reclama a buon diritto il suo posto
 nell´agone politico in vista delle elezioni.
Nel merito, è opportuno che i molti commentatori che si sono impegnati a esprimere giudizi
sommari, soprattutto quelli che vedono nell´iniziativa una presunta ricostruzione di un vecchio
modello cetaceo da prima e seconda Repubblica, riflettano su alcuni aspetti fondamentali della
situazione che vive il Paese e lo scenario che si presenta nei prossimi, difficili anni.
Il primo è da ricondurre al fallimento dei partiti. Affermazione questa che può apparire brutale,
 ma nella sostanza sono proprio gli esponenti al vertice dei partiti medesimi che
puntualmente la confermano. I vari Renzi, Vendola, Di Pietro da una parte, le Santanchè,
Crosetto, Galan e un certo Samorì dall´altra, sono i primi attori di una commedia oramai
all´epilogo. Maliziosamente, non è un caso che i primi commenti di Alfano esprimano una
certa simpatia verso il rassemblement di Montezemolo. Così come molti esponenti dell´area
 moderata e liberal del Pd si sono affrettati ad annunci di affinità, ed erano presenti alla
convention di sabato.
Il secondo punto riguarda l´eterogeneità della società italiana e l´importanza storica che
rivestono le prossime elezioni politiche, ancora più fondamentali di quelle successive alla
tragedia del secondo conflitto mondiale. Esperienze e culture oggettivamente diverse sono da
sempre una caratteristica evidente del dna del Paese. Il grande merito del lavoro svolto in
questi anni da Italia Futura è stato quello di aver saputo trovare un denominatore comune
sul quale è possibile far convergere le diverse essenze e unire le energie volte a un
necessario rinnovamento. Impresa non da poco quella di aver dato vita a un grande movimento
civico, dove cattolici popolari, laici riformisti, esponenti dell´impresa e del lavoro possano
operare congiuntamente nell´interesse del Paese. Peraltro, aprendo le porte anche a quei
 partiti che sapranno cogliere la difficoltà delle sfide che ci attendono nei prossimi anni, senza
arroccarsi negli schemi di vecchie nomenclature, ma aprendosi al confronto. Come ha più volte
ribadito Montezemolo nel suo intervento, le porte sono spalancate.
Anche per gli amici di Fermare il Declino, la cui indubbia competenza sui temi economici
dovrebbe, a mio avviso, essere messa a disposizione senza eccessi di personalismi e preclusioni
 che, spesso, appaiono elitarie. Leggasi come un personalissimo invito agli amici Oscar Giannino,
Carlo Stagnaro e Alessandro De Nicola…
Infine il terzo punto, quello a mio avviso fondamentale per il destino del Paese: l´Europa. Chi oggi
 pensa che le decisioni in Italia possano prescindere da quelle europee è un folle oppure è in
malafede. Comunque sbaglia. Il lavoro svolto da Mario Monti nel consesso europeo non ha
bisogno di commenti: l´evidenza parla da sola. Non esiste altra figura che possa consentire
  all´Italia un´adeguata autorità nel futuro dibattito che non sia il Premier.
Esercitare un ruolo da protagonisti in Europa nei prossimi anni per non essere posti in secondo
 piano da un modello tedesco che per molte ragioni tende ad imporre la propria visione,
richiede di proseguire sulla via tracciata. Dare fondamento democratico, ovvero elettorale
al percorso avviato da Monti e dal suo governo consentirebbe di raggiungere questo e altri
 traguardi, compreso quello non meno importante di accelerare sulla via delle riforme
liberali oggi ostruita da una maggioranza quantomeno anomala.
Quindi, nessun nuovo cetaceo all´orizzonte, ma un movimento trasversale basato su principi
semplici, riconducibili a un unico presupposto: la cultura del fare opposta al populismo demagogico.
 La Balena bianca che vive nei ricordi è solo quella del capitano Achab che guida un intero
 equipaggio attraverso la folle impresa di caccia al candido Leviatano. Ai critici ed agli scettici
dico che a me pare essere proprio questa la storia che abbiamo vissuto negli ultimi anni: sabato
 scorso, a Roma, abbiamo iniziato a scrivere un nuovo libro.

 

venerdì 16 novembre 2012

Alfano, Bersani e l´incoerenza al potere
Perché la scommessa da un centesimo di Alfano e Bersani sul futuro di Mario Monti premier è irritante. Analisi di un montezemoliano che apprezza invece la coerenza di Pier Ferdinando Casini.


La scommessa da un centesimo di Alfano e Bersani sul futuro di Mario Monti, sulla possibilità di una sua prossima conferma al ruolo di premier, è francamente irritante.

Chi ha avuto modo di assistere al teatrino messo in scena dai due segretari in occasione dell´assemblea della Cna, non ha potuto trattenere qualche smorfia di fastidio e insofferenza.

I due giocano non sul destino del premier, bensì su quello del Paese e dei suoi cittadini. Ed è ancora più grave il fatto che, probabilmente, non se ne rendano nemmeno conto, assuefatti a una forma mentis che li pone in una sorta di olimpo dove agli dei tutto è permesso. Quello che accade più in basso, la vita dei comuni mortali, poco riguarda la loro attenzione, preoccupati come sono a mantenere il loro status di eletti.

Per non parlare poi del principio di coerenza e congruenza rispetto alle dichiarazioni pubbliche e gli atteggiamenti assunti in Parlamento: i rispettivi deputati e senatori sostengono il governo, approvano leggi in comunione, salvo poi rinnegare se stessi e insultarsi a vicenda negli show televisivi e nelle dichiarazioni sui giornali.

E´ una paradossale situazione creatasi proprio per il loro conclamato fallimento, dichiarato peraltro anche da molti dei loro amministratori locali che, presenti sul territorio e vicini alle persone, ne hanno via via preso le distanze chiedendo un profondo rinnovamento interno ai rispettivi partiti. In questo contesto, occorre riconoscere che Pier Ferdinando Casini appare un gigante…

 

Alfa e Beta sembrano poi dimenticare che i prossimi anni saranno ancora duri per i cittadini italiani. Sebbene alcuni insistano a far finta di nulla, dovremo necessariamente rispettare gli impegni presi dall´Italia nei confronti dell´Europa. Gli accordi sottoscritti impongono figure di rilevo che possano dialogare alla pari con gli altri leader continentali e consentire all´Italia di partecipare da protagonista e non da comprimaria alla creazione di una Europa federale che è l´unica via di salvezza.

 

Alfa e Beta non hanno saputo compiere il grande passo di un profondo cambiamento. Chiudendosi nelle loro cattedrali del culto, i partiti, hanno barricato le porte in un tentativo estremo di mantenere lo status di eletti. Hanno creato fenomeni demagogici e irresponsabili come Beppe Grillo, consentito ad ambiziosi rampolli in cerca di una ribalta personale di coniare parole orribili come rottamazione, hanno portato ad un enorme distacco tra la società civile e la politica.

 

La via verso la Terza Repubblica impone quindi la caduta degli dei e l´avvento degli uomini. Con un atteggiamento fiducioso e ottimista: molti cittadini hanno compreso l'importanza del momento, l'occasione unica per mettere al centro l'interesse collettivo e chiudere un'epoca di personalismi sterili e improduttivi.

Occorre quindi proseguire sulla strada tracciata in questi ultimi mesi, renderla ancora più veloce lastricandola meglio con progetti fattibili e concreti, con la cultura del fare ed il contributo di chi ha saputo costruire modelli di eccellenza nelle proprie professioni e esperienze associative. Si parte, domani, da Roma: le donne e gli uomini di buona volontà sono benvenuti a bordo.
 
pubblicato su  www.formiche.net

mercoledì 14 novembre 2012

Ora e subito Election Day

Alcune decisioni del palazzo contribuiscono a fomentare il sentiment diffuso di repulsione alla parola “politica” e lasciano basiti, compreso chi è comunque avvezzo alle stranezze dell’arena romana. Quella di fissare la data per le elezioni regionali un mese prima delle politiche senza dubbio è una di queste.

Molti, troppi italiani stanno vivendo un anno terribile. E non mi riferisco solo ai problemi derivanti da una crisi economica che, purtroppo, ancora in tanti non riescono a cogliere nella sua reale essenza di metamorfosi, ovvero di cambiamento strutturale e definitivo degli equilibri mondiali e dei modelli industriali precedenti. Penso in particolare ai terremotati dell’Emilia Romagna che, dalla scorsa primavera, si sono ritrovati nella condizione di aver perso tutto, familiari, case e aziende. Agli alluvionati di questi giorni, vittime di una incuria del territorio che puntualmente presenta il conto in termini di danni e perdite di vite umane.

Quando purtroppo accadono simili tragedie, la società civile si attiva immediatamente sotto forma di volontari: giovani e pensionati corrono spontaneamente in aiuto, dimostrando di essere oltre la questione generazionale. Sorgono autonome sottoscrizioni di raccolta fondi ed invio di generi di prima necessità. Nel caso del terremoto dell’Emilia, come non ricordare la campagna acquisto del parmigiano in risposta all’appello lanciato da una delle eccellenze italiane? Proprio in queste situazioni, emerge lo spirito solidale e responsabile degli italiani, quello migliore.

Penso poi ai sacrifici ai quali sono state chiamate le famiglie, con maggiori oneri fiscali a carico del loro budget domestico, alla condizione di molti pensionati che avevano a suo tempo determinato le lacrime del ministro Fornero, ai commercianti e piccoli imprenditori alle prese con un calo dei consumi interni paragonabile solo a quello post bellico, ai tagli alla Sanità. Gli italiani, pur ovviamente mugugnando, hanno comunque saputo accettare ciò che è stato loro imposto da un governo di tecnici che, peraltro, non aveva alternative: il Paese era sull’orlo del fallimento, occorrevano misure dure ed immediate per evitare un default con conseguenze inimmaginabili . Per inciso: dovremmo tutti giudicare l’opera di Monti partendo da questo presupposto e non sparare molti commenti … ad minchiam! Perdonate il pseudo latinismo rozzo ma sicuramente efficace.

Ma come si potrà ora giustificare la spesa per due tornate elettorali a distanza di un solo mese? Come è pensabile spendere inutilmente i ca. 100 Mli di euro stimati? Le tattiche elettorali, i giochini dei partiti stanno facendo i conti senza l’oste, ovvero i cittadini, che sono elettori. Certo non sarà tale cifra a risolvere i problemi, ma sarebbe un messaggio di razionalità della spesa e rispetto nei loro confronti riconsiderare l’opportunità di un’unica chiamata alle urne. Altrimenti non vengano poi a lamentarsi dei forconi o, peggio, dell’antipolitica e dell’astensionismo. L’unica e sola antipolitica è proprio nelle decisioni di molti politici che perseverano nel considerare il proprio interesse di parte superiore a quello della collettività. E sarà proprio questa una delle principali cause della loro fine.

pubblicato su www.formiche.net

sabato 10 novembre 2012

Gabriele Albertini: Intraprendenza. Responsabilità. Cuore

Albertini: "La nostra lista sarà composta all'80% da esponenti della società civile e per il 20% da amministratori locali che hanno ben operato ma lasciati ai margini dai partiti tradizionali" Chapeau!

http://youtu.be/7ao0K0SXR3I

mercoledì 7 novembre 2012

In bocca al lupo, caro Gabriele

Tutti uniti per Albertini. Parola di montezemoliano
06/11/2012

Gabriele Albertini
Gabriele Albertini
Romano Perissinotto di Italia Futura Lombardia
sprona i dubbiosi nei partiti e nei movimenti liberali e
moderati a sostenere Gabriele Albertini alla presidenza
 della Lombardia. Nonostante l´endorsement del Pdl
e di Formigoni…
Gabriele Albertini non poteva scegliere un nome migliore per la sua lista civica. Optando per "Onestà al potere" l´ex
 sindaco di Milano traccia un solco netto rispetto alla questione morale che ha distinto gli ultimi diciotto anni di governo
della Regione Lombardia.
Si, perché nonostante vada riconosciuto all´ex Governatore Roberto Formigoni di aver compiuto una mossa "geniale"
per la propria (mi auguro eventuale…) sopravvivenza politica nell´indicarne per primo il nome quale suo
successore, Albertini ha immediatamente capito il pericolo insito in quello che possiamo definire un
endorsement of candidate.
Nello specifico, ponendo l´accento sulla parola onestà, la dichiarazione esplicita è quella che i risultati positivi, in
alcuni casi di eccellenza raggiunti dal Celeste durante il suo regno, pesano poco o nulla rispetto alla fame di rigore
 morale, di trasparenza nelle azioni, comportamenti consoni al ruolo e di tutela degli interessi collettivi espressi d
ai cittadini lombardi. Sono questi gli aspetti prioritari che vengono oggi richiesti a chi si candida, in particolare
per una Regione, la Lombardia, che rappresenta ancora il motore dell´Italia e che ha tutte le caratteristiche per
riassumere il ruolo di guida, non solo economica ma anche morale, del Paese.
Per questo motivo, oltre naturalmente alle indubbie capacità amministrative dimostrate nella sua precedente
esperienza alla guida del comune di Milano, nasce il mio favore verso l´iniziativa di Albertini. Ai suoi critici, a
coloro i quali esprimono alcune riserve, basandole sostanzialmente sull´appartenenza al Pdl, rispondo semplicemente:
andate oltre, siate post!
Onestà al potere significa onestà è potere: è una dichiarazione di intenti, un preciso segnale di discontinuità
rispetto alle degenerazioni degli ultimi anni in Lombardia. Albertini rappresenta senza dubbio l´espressione e
l´ambizione di moltissimi cittadini lombardi, di quell´area liberale, moderata e soprattutto responsabile che ha
capito il rischio della pericolosa deriva populista inneggiante ai forconi, alla demolizione a prescindere
che ha investito il Paese. In sintesi, ben poca sostanza dopo le chiacchiere e i proclami ad effetto.
Al contrario degli "scettici", sarei ben lieto se la parte migliore e sana del Pdl, quella che si identifica
nel progetto di realizzazione di un Ppe italiano, si unisse nell´appoggiare la lista civica di Albertini. Sarebbe
un´inaspettata e unica occasione, per un partito minato nelle sua fondamenta, di ricompattarsi a fianco di un
candidato che rappresenta il liberalismo riformatore, ovvero quello che era in origine l´obiettivo del progetto che
 gli diede vita e poi sostegno per circa venti anni. Peraltro, anche un bel segnale per le successive elezioni politiche,
allo stato così caratterizzate da una incertezza deleteria per i futuri scenari di governabilità del Paese.
In bocca al lupo, caro Gabriele. Soluzioni possibili a problemi veri devono essere il prodotto di una
classe dirigente responsabile. Questa classe dirigente responsabile, nel momento in cui si confronta con la
 difficoltà dei fatti politici, non può prescindere dalla cultura della (buona) amministrazione, dalla cultura
delle (buone) idee e della solidarietà. La Lombardia è l´una e le altre, da Cesare Beccaria e Giandomenico
 Romagnosi ai fratelli Verri, da Contardo Ferrini e Don Gnocchi fino ai giorni nostri: deve pertanto esprimere
 un ceto politico che sia all´altezza di questa tradizione. Un ceto politico che unisca la capacità di salvaguardare
 quanto di meglio hanno prodotto esperienze anche di anni recenti, con un rinnovato e doveroso rigore dei comportamenti.

La Lombardia è una Regione che ha tutte le risorse per autogovernarsi e autogovernarsi bene. Proprio in questo
 momento più che mai, innanzi all´apparente fallimento delle (sempre parziali) riforme federaliste, la
Lombardia deve rivendicare quelli che non sono solo valori, ma anche politiche che, alla prova
dei fatti, hanno ben funzionato:
autonomia amministrativa e decisionale.
 
*pubblicato su formiche.net