venerdì 30 marzo 2012

In bilico sulla fune...


Giovedì nero quello che è appena trascorso. In tutti i sensi. I mercati finanziari sono sempre lì, con il fucile puntato dello spread, pronti a ricordarci che “il peggio non è ancora passato” come mi hanno risposto Giannino e Tremonti qualche giorno fa. Hanno ragione. Dall’altra parte, l’economia reale palesa la propria drammatica situazione con le tragiche notizie, oramai purtroppo quotidiane, di imprenditori e lavoratori che si tolgono la vita perché non riescono ad andare avanti e, soprattutto, hanno perso ogni speranza.

In una audizione in Parlamento, il Ministro Passera ha confermato che la recessione sarà la nostra compagna di viaggio quest’anno. Non sento mai parlare di stagflazione e questo mi preoccupa..

Con onestà intellettuale, soprattutto per un  ex-banchiere, Passera ha poi parlato chiaramente di credit crunch. Devo dire che è la prima volta che sento un esponente del Governo, il Ministro per lo sviluppo economico,  esporre la questione della stretta del credito alle imprese in una sede istituzionale e non solo nei talk show. Mi auguro davvero che questa sua affermazione non rimanga fine a se stessa, ma sproni  finalmente una reazione fattiva nella direzione dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Bce: le Banche tornino a fare il loro originario mestiere di sostegno alle imprese ed alle famiglie. Nel frattempo,  le associazioni  degli imprenditori e degli artigiani continuano a denunciare come gli istituti di credito seguitano ad essere sordi o  quantomeno evasivi sul tema…

Poi  il problema delle cartelle esattoriali da Equitalia. Mi ha impressionato il dato presentato dalla Cna che ci indica come  il 24% delle imprese che ha ricevuto cartelle esattoriali  vanti crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Crediti certi ed esigibili.  Ma non hanno la possibilità di compensarli! Una follia, una stupida, tragica follia date le conseguenze.  

“Italiani brava gente” : il dubbio è fino a quando?  Oggi una lettera di Monti inviata al Corriere sottolinea l’impegno dimostrato dai cittadini italiani nel sopportare le restrizioni imposte dalle azioni del  Governo per rispondere all’emergenza e la responsabilità dei partiti a sostenerlo. E’ vero? Credo di si, almeno fino ad ora. Ma l’idillio non durerà se molti di loro, i cittadini, non riusciranno a …mangiare. Se Monti è riuscito a prendere "per i capelli" l'Italia evitando che cadesse nel burrone della bancarotta, stia attento a non farla precipitare in quello della disperazione.  Quale è il limite di sopportazione oltre il quale il patto sociale si rompe?

giovedì 29 marzo 2012

Le opposte tesi


Partecipare ad un convegno che vede confrontarsi tra i relatori, da una parte,  un certo Giulio Tremonti, di professione parlamentare ed ex ministro, nonché professore, dall’altra un amico, Oscar Giannino giornalista economico di squisita intelligenza ed acume, è di per sé occasione rara, da non perdere. Ascoltare senza pregiudizi ideologici le (quasi sempre) opposte opinioni sulle possibili soluzioni alla attuale situazione economica, finanziaria e la funzione che dovrebbe svolgere la politica in tale contesto, diventa davvero un must per gli appassionati di tali questioni. Come le loro opinioni, anche il modo di presentarle al pubblico degli intervenuti si differenzia  nella cadenza e nei tempi : riflessivo, ponderato, quasi maieutico il primo. Rapido, esplosivo, razionale e asettico il secondo. D’altronde, il carattere dei due si evince anche da il loro abbigliamento : classico vestito grigio con scarpa nera per Tremonti, completo rosa con cravatta rossa fantasia su camicia lilla per Giannino, scarpe… no comment.

L’occasione era la presentazione dell’ultimo libro di Giulio Tremonti – Uscita di sicurezza – che già nel titolo lascia intuire le riflessioni ivi contenute sulle possibili soluzioni ai problemi causati da quella che egli definisce la finanza fascista, ovvero l’insieme del sistema bancario speculativo che, sul principio della leva finanziaria, del debito privato, ha portato prima al cortocircuito del sistema stesso, poi alla aggressione dei debiti sovrani dei Paesi più esposti al rischio, quindi alla crisi dell’economia reale. Per cogliere a fondo il pensiero di Tremonti, suggerisco ovviamente di comprare il suo libro. Qui sarà sufficiente indicare come Tremonti veda nella progressiva affermazione dell’egemonia sovranazionale delle banche (a partire dall’abolizione voluta dall'amministrazione Clinton del Glass Steagal Act del '33) rispetto al potere dei governi politici, la principale causa del dissesto. Il problema, secondo Tremonti, è globale, quindi di ancor più difficile soluzione perché interagiscono molteplici sovranità nazionali che, di fatto ...non lo sono affatto! Quindi, suggerisce, occorre mettere un freno, stabilire delle regole precise. In definitiva, la politica si riappropri del suo ruolo, cosa che egli oggi non vede. Per quanto riguarda l’Europa, soluzione che definisco filosofica”, prevede che l’unificazione economica sia portata a compimento in tempi rapidi, essendo (qui concordo) una evidente contraddizione l’unione monetaria - l'euro -  senza che vi sia la prima. Già, mi chiedo, ma come puoi pensare che un operaio tedesco guadagni come uno rumeno? Forse, se si fosse concepita prima, probabilmente la tesi di Tremonti assumerebbe una diversa consistenza. Allo stato mi sembra un’utopia, almeno nel medio termine. E poi, come considerare il fattore tempo a disposizione? ..Muble, muble

Soluzione diversa quella presentata da Giannino. Molto logica, direi da manuale di gestione aziendale. L’economia sociale di mercato ha generato un debito pubblico enorme? Ebbene, lo stato avvii una rapida manovra di privatizzazioni, alieni parte dei propri asset. Ciò consentirebbe il recupero di liquidità per far fronte agli interessi da pagare, liberando nel contempo risorse per la ripresa economica, riducendo l’imposizione fiscale ed evitando di esporsi a nuovi futuri aggravi che rischiano di uccidere l’ammalato Paese. Non vuoi vendere? Taglia la spesa pubblica! Se (come pare) non riesci nemmeno in questa direzione, ecco il suggerimento che mi ha fatto sobbalzare sulla poltrona: ristruttura il debito! Si, avete capito bene, ristrutturare il debito. Sembra una parolaccia, ma ecco che seguendo la razionale logica che lo contraddistingue, Giannino individua una nuova via per un Governo di tecnici quale è il nostro, quindi quello più adatto, autorevole e credibile a formulare una simile proposta ai nostri creditori internazionali. In questo modo il beneficio sarebbe immediatamente quantificabile e pensando di unirlo a quello derivante da una eventuale intervento di privatizzazione,  abbatterebbe il debito in conto patrimoniale. In conto economico agire energicamente sulla spesa a vari livelli della pubblica amministrazione, consentirebbe di sprigionare energie (soldoni) da destinare alla crescita e, contestualmente, evitare deficit di bilancio come ci è stato imposto dai vari patti di stabilità.  Muble, muble…

Confutare le opposte tesi è compito davvero arduo. Concludo riportando una domanda “birbantella” posta ad entrambi da uno dei presenti (chissà chi…): “Siamo in vista della luce?” Risposta condivisa : “Il peggio deve ancora finire”. ….poi sono andato a cena con mia moglie.

mercoledì 28 marzo 2012

Bombassei : Che Guevara in Confindustria


Tipo tosto, il Bombassei. Un rivoluzionario all’interno degli schemi rigidi di designazione per l’elezione del Presidente di Confindustria. Non ricordo che in precedenza ci sia mai stata una sostanziale contestazione al Presidente designato dalla Giunta, ma nemmeno una “vittoria” così risicata nei numeri. Per dirla alla Squinzi “in volata”. In questo caso, più che vittoria al foto finish, credo sarebbe il caso di parlare di designazione sub judice.
Al contrario degli ottimi sistemi frenanti che produce la sua Azienda, la Brembo, Alberto Bombassei accelera prima dell’Assemblea di maggio che  nominerà  ufficialmente il futuro “condottiero” dell’associazione degli industriali. Cosa fa questo combattivo “eretico”? Organizza una riunione con i suoi sostenitori (che gli avevavo garantito 82 voti contro i 93 di Squinzi) e costituisce un movimento – Impresa al centro – con un programma ben preciso di rinnovamento di Confindustria, per evitare che il malessere percepito da molti, in particolare dalle piccole e medie imprese, possa portare altri imprenditori a seguire l’esempio di Marchionne (che ha sempre sostenuto Bombassei) a lasciare.

Il significato del comunicato diffuso da Impresa al centro lascia aperte varie ipotesi di scenari futuri. Allo stato, la richiesta formale rivolta al Presidente designato è quella ovviamente di tenere ben in considerazioni le istanze rappresentate dai sostenitori di Bombassei (magari con una forte presenza nei nomi espressi dal movimento nei posti di vice-presidente?). Una sorta di “governo tecnico” dell’Associazione? Potrebbe essere questa la soluzione soft per la spaccatura che di fatto è sorta con l’esito della votazione in Giunta (ne avevamo parlato nei giorni scorsi ndr). Possibile…

Ma la vicenda della successione della Marcegaglia potrebbe assumere, a mio avviso,  anche aspetti più clamorosi e rivoluzionari: rimettere in discussione la designazione di Squinzi, dato che è compito dell’Assemblea eleggere il nuovo Presidente. Qualora non si arrivi alla prima ipotesi, potrebbe davvero succedere che non sia ratificato il nome di Squinzi, così tutto il processo di designazione ripartirebbe da capo.  Statuto curioso quello di Confindustria, che ho definito “bizantino”: varrebbe davvero la pena di rivederlo.

Qualche tempo fa scrivevo del mio “tifo” per Bombassei. Mi piace il suo programma di rottura con la “vecchia” gestione Marcegaglia. Ora applaudo alla sua iniziativa ed alla  coerenza e determinazione che ha dimostrato nel proseguire con la sua  idea di vero rinnovamento. Cosa succederà lo vedremo nelle prossime settimane: probabilmente si giungerà ad un accordo, non solo sui nomi dei vice presidenti ma anche per le cariche “di peso”, ad iniziare da quella ambita (dalla Emma)  al Sole24ore. Bravo Bombassei: Hasta la victoria !

martedì 27 marzo 2012

Errare è umano, ma...


Uno dei peggiori vizi (sono tanti ma fortunatamente vengono superati dai pregi) che ci caratterizza come popolo è quello di voler “uccidere il cadavere”, ovvero l’incapacità di riconoscere i propri errori e  negare, o peggio rinnegare,  le scelte fatte a suo tempo. Spesso, quando si tratta di questioni ed ideali politici, tale vizio raggiunge purtroppo la sua massima espressione proprio in  coloro i quali hanno fatto della politica solo una professione …e non una missione al servizio della collettività. Personalmente, venti anni fa, dopo le vicende legate a Tangentopoli, ero tra i più convinti sostenitori della rivoluzione popolare,  liberale, riformista e moderata che rappresentava la discesa nell’ arena politica di un nuovo soggetto che, a quei tempi, rappresentava l’unico firewall  a fronte di una sinistra conservatrice della quale, oggi, non ricordo nemmeno il nome, dato che nel frattempo ne ha cambiati molti: pci, ds, ulivo, quercia, cip & ciop …  Beh, per la verità quella sinistra, nella sostanza, è rimasta sempre la stessa, solo che oggi è ancora più confusa avendo perso, con l’avvento del Governo Monti, l’antico nemico (non uso volutamente la parola “avversario”), quindi la sola ragione della sua forzata coesione.

Resta il fatto che ho commesso un errore. L’auspicata rivoluzione di cui sopra, non è stata compiuta. Nonostante ne avesse avuto la possibilità, soprattutto dopo le elezioni del 2008, con una maggioranza “bulgara” in Parlamento,  il centrodestra ha fallito il compito che gli era stato affidato dai suoi elettori. Come è andata a finire lo sappiamo. Da qui la mia delusione.

Avendo però molti amici ancora “militanti” (e l’amicizia resta nonostante le differenti visioni ed i  dissensi) ieri ho accettato l’invito e ho partecipato -  da spettatore -  alla Conferenza organizzata a Milano per la presentazione di un manifesto in dieci punti per “un moderno statuto dei lavoratori” ideato dal’ex ministro Maurizio Sacconi. Tra l’altro, hanno  fatto in modo che avessi un posto nelle prime file, in pole positon: così ho potuto anche origliare i ..fuori onda! Devo riconoscere che l’organizzazione dell’evento, come era di solito in passato, è stata impeccabile. Era presente tutto il vertice del partito ( o quasi….) a partire da Formigoni per arrivare al  segretario Alfano .. in ordine di interventi. Non desidero entrare nel merito dei contenuti, peraltro banali e scontati, ma riportare la sensazione di tensione nei  rapporti tra le diverse anime del Pdl, lo strano clima che aleggiava tra le “primedonne” nell’auditorium. Rapidi saluti conditi da sorrisini di circostanza,  opinioni divergenti sull’oggetto della conferenza da parte dei relatori,  da Cazzola (sempre più sovrappeso) a Cicchitto,  per arrivare alla Meloni in palese difficoltà di contenuti essendo stata l’ultima ad intervenire. E per dare un contentino ai giovani, l’intervento di Annagrazia Calabria che…francamente non ho capito cosa volesse dire. Lupi, presente ma non coinvolto nel dibattito, se ne stava in galleria, dietro ad una vetrata, probabilmente più indaffarato nel promuovere il suo libro che interessato alla vicenda.

Mi hanno colpito invece i messaggi più o meno diretti al Segretario da i suoi, alcuni dei quali rivolti con toni direi minacciosi, da avvertimento.  Il “povero” Alfano sedeva in prima fila,  dinnanzi a me,  e notavo come la sua la nuca (sudata)  ciondolasse in perfetta sincronia.    Scontato quindi il suo intervento finale, un mix di appoggio / non appoggio il Governo, appoggio /non appoggio la riforma dello statuto, le banche facciano il loro dovere (e ci mancherebbe) nel finanziare le pmi e non solo le grandi aziende, meno tasse e bla bla bla… Il tutto, ma non è colpa sua, senza la capacità comunicativa del grande assente, il  Capo. Avrei voluto chiedergli : ma come mai non lo avete fatto voi, quando potevate? Ma non era il caso…

E mentre a Milano andava in scena questa recita, a Roma un amico, Sandro Bondi, rilasciava un’intervista all’Unità, nella quale molto esplicitamente dichiarava “la riforma dello Statuto è morta e sepolta”.

Quindi, mentre a sinistra sono occupati “a smacchiare i giaguari”, dall’altra parte  manca  una sostanziale identità di vedute. Se Monti  ce la farà a superare la bufera di questi giorni,  tra un anno  saremo chiamati ad esprimerci con il voto: per i  liberali moderati e riformisti occorre fare tesoro degli errori commessi e creare le premesse per le quali questi ideali possano trovare il sostegno di tanti che, come il sottoscritto, sono stati delusi dal fallimento del Pdl. Nasce l’esigenza di un nuovo movimento politico che possa coprire questa buco e rappresentare in Parlamento le ambizioni di tanti che vogliono  uno Stato meno invadente e pervasivo, più snello e, consentitemi, cristallino sotto il profilo dell’etica.  Non si commetta  ancora l’errore :  questa volta non sarà più possibile rimediare.

lunedì 26 marzo 2012

Eccellenze, misteri & misfatti


Chiunque abbia avuto a che fare con opere di costruzione o ristrutturazione affidandone il compito ad imprese bergamasche conosce la perizia e la velocità con la quali normalmente vengono realizzate e concluse. Gente operosa quella di Bergamo, di poche parole ed abituata a lavorare sodo. Stupisce quindi che i lavori di realizzazione del nuovo complesso ospedaliero di Bergamo furono affidati ad una impresa di Bari. Non conosco la storia di dell’appalto, pertanto presumo che tutto si sia svolto in maniera corretta. Tuttavia la cosa mi ha incuriosito e dopo alcune ricerche emergono alcuni aspetti singolari. Vediamo i fatti.

L’impresa appaltatrice è la Dec Spa, dei costruttori De Gennaro, coinvolti in una indagine della Procura di Bari sul presunto malaffare di un appalto relativo alla realizzazioni di parcheggi interrati nel capoluogo pugliese. Appalto che sarebbe stato "confezionato ad hoc - scrivono gli inquirenti - sulla evidente necessità di adeguarlo e sostituirlo (il termine utilizzato è stato 'aggiustarlo')". Si potrebbe pensare nulla di così rilevante…siamo abituati a cose ben peggiori e più gravi. Ma non è finita. L’inchiesta prosegue e … "imprenditori, professionisti e dipendenti comunali sono stati arrestati a Bari al termine delle indagini"! Guarda caso, tra i sette indagati posti agli arresti domiciliari vi sono gli imprenditori Daniele e Gerardo De Gennaro, proprietari della Dec, il direttore della ripartizione urbanistica del Comune di Bari, Anna Maria Curcuruto, l'ex direttore dell'ufficio tecnico comunale Vito Nitti, e Gennaro Russo, dirigente delle politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia. Una bella ammucchiata! Giusto per completare il quadro della miscellanea pubblico/privato occorre rimarcare che Gerardo De Gennaro è ricopre anche il ruolo di Consigliere Regionale del PD, mentre il fratello Daniele è presidente di Federalberghi.

Risaliamo velocemente la penisola ed arriviamo a Milano. Nelle vicende fallimentari dell'istituto San Raffaele di Milano c’è un stretto collegamento con le vicende pugliesi. Questa volta il previsto nuovo ospedale che dovrà (?) essere costruito a Taranto dopo un accordo a suo tempo raggiunto tra Don Verzè con la Regione guidata da Vendola, non c'entra. La Dec Spa è da anni in affari con il San Raffaele, appaltatori di una serie di strutture ospedaliere della Fondazione. Tra gli altri, l’impresa (che fa un servizio simile anche al Gemelli di Roma) ha realizzato per 31 milioni di euro e gestisce il parcheggio interno dell'ospedale di Milano. Ancora parcheggi..

Quindi, negli anni, le due Società hanno  concluso   una  serie  di  d'affari:  sono  girati milioni di euro. Ed ecco la sorpresa : nell'allegato di bilancio della Fondazione San Raffaele si legge che il 29 giugno scorso è stata notificata da "Dec spa un atto di citazione con il quale chiede la condanna della Fondazione a restituire 28,8 milioni di euro che Dec avrebbe immediatamente (?!) pagato alla Fondazione. Data la rilevanza della richiesta - spiegano i contabili della Fondazione San Raffaele- occorre approfondirne la fondatezza". Suona strano… E’ un anomalo caso in cui il fornitore paga il cliente, o il padrone di casa paga l’affitto all’inquilino o l’appaltante prende i soldi dall’appaltatore o….boh!? Ovviamente la Guardia di Finanza sta indagando. E nelle more delle indagine, sul versante adriatico dell’attività della Dec SpA, scopre una contabilità di cassa parallela (da 3 milioni di euro) nella quale avrebbe annotato anche il pagamento di stipendi in nero, camuffati sotto la voce 'fiori', per un valore di 200 mila euro.

Arriviamo a Bergamo ed al nuovo complesso ospedaliero dell’Azienda Riunite alla Trucca. Il nuovo polo dell’eccellenza sanitaria lombarda avrebbe dovuto entrare in servizio da alcuni anni, ma ci sono stati alcuni… ritardi! Ed anche in questo caso sorgono questioni con la Dec spa in relazione alle “migliorie” necessarie per giungere al collaudo richieste dalla commissione tecnica e non ancora realizzate dall’impresa pugliese. Per inciso, le migliorie si riferiscono al fatto che tutto il complesso è stato realizzato su ..una falda acquifera! Vabbè, errore...tecnico! Quindi, con grande impeto, la l’Azienda Riuniti ha deciso di realizzare i lavori da sé, depennando i costi dal computo finale spettante alla Dec Spa. Cosa non da poco, visto che il saldo (oggetto di un contenzioso tra le parti) ammonta a ca 150 milioni di euro. Il direttore generale degli Ospedali riuniti di Bergamo, Carlo Nicora ha ribadito che non intende accertare ora le eventuali responsabilità che rendono necessaria quesa ulteriore opera: si perderebbe tempo prezioso in attesa di pronunciamenti che richiedono molti mesi di approfondimenti. «Ora paghiamo noi - ha detto Nicora - ma siccome esistono tutti gli strumenti per rivalersi sugli eventuali responsabili, assicuro fin da ora che se qualcuno dovrà pagare, pagherà». Tradotto: paghiamo noi cittadini, poi vedremo come, quando e se sarà possibile recuperare i soldi!  Quanto alle polemiche sul costo complessivo del nuovo ospedale, Il direttore generale degli Ospedali riuniti di Bergamo ha ribadito che "sarebbe più corretto" tenere come cifra di partenza i 413 milioni e 900 mila euro, comprendenti anche i 73 milioni e 700 mila euro stanziati successivamente ai 340 milioni e 200 mila euro stabiliti dall'accordo di programma per la realizzazione del nuovo Ospedale. "Solo" 73 Milioni di costi aggiuntivi: che vuoi che sia?


Riassumendo: lavori realizzati in Lombardia, un’impresa pugliese che si aggiudica gli appalti indagata a vari livelli, gli esponenti arrestati, milioni di euro che girano in maniera quantomeno anomala, lavori non eseguiti e contenziosi vari, una struttura ospedaliera costata una follia parcheggiata da mesi per imperizia tecnica, una fondazione gestita con allegria. Tutti ingredienti di una ricetta purtroppo già nota, che lasciano intravedere un altro piatto amaro per Regione Lombardia. L’ennesimo in poche settimane. Difficile non pensare ai 10 consiglieri indagati, ad un Presidente ingenuo che in oltre 15 anni di potere non si è accorto di nulla.

Lo spettacolo in scena a Palazzo Lombardia è deprimente: non volendo fare dell’antipolitica spicciola e sterile, proprio per rispetto di coloro che vivono la gestione della res publica come una missione al servizio dei cittadini, credo sarebbe soltanto il caso di aprire un …nuovo capitolo.







venerdì 23 marzo 2012

Confcommercio : grido d'allarme

Riporto un punto, quello che ritengo più allarmante, del comunicato diramato da Confcommercio:

"Intanto, la perdita in termini di consumi reali pro capite è del 7,4%, pari a circa 1.023 euro a testa ai prezzi del 2011, considerando il minimo che dovrebbe essere raggiunto nel 2013 rispetto al massimo assoluto del 2007. L’anno in corso, infatti, rappresenta uno dei momenti peggiori della storia economica italiana come riduzione dei consumi reali: -2,7% rispetto al picco negativo del 1993, che fece segnare -3,0%. E in termini di variazione dei consumi reali pro capite, il 2012 appare addirittura come l’anno peggiore in assoluto: -3,2% contro il 3,1% del 1993"

Ripeto, ci si concentri sul denominatore e si agisca sulla spesa pubblica, unitamente ad un processo vero di liberalizzazioni e privatizzazioni. Attenzione a ..non superare il punto di non ritorno!

Flash : frenano gli impieghi..

...siamo arrivati al punto che:

(AGI) Roma - Frenano gli impieghi, aumentano le sofferenze e la raccolta resta stabile: e' questa la sintesi dei dati mensili comunicata dall'Abi. In particolare, il totale dei prestiti a residenti in Italia si e' collocato a febbraio a 1.942 miliardi di euro, con un incremento tendenziale dello 0,63% a fronte del +0,89% di gennaio. A fine gennaio 2012, sottolinea l'Abi, si e' registrata una decelerazione della dinamica dei finanziamenti destinati alle imprese con un aumento tendenziale sceso all'1%, mentre i prestiti alle famiglie hanno rallentato al +3,2% dal +4,3%. L'aumento su base annua dei finanziamenti per l'acquisto di immobili e' stato pari al +4,1% contro il +4,4% segnato il mese precedente.   

Motori & dolori

      


Capita di incontrare un amico con la passione per le automobili reduce da un appuntamento per lui irrinunciabile, il Salone di Ginevra. Mi racconta che questa edizione della rassegna automobilistica principe in Europa è stata caratterizzata da un numerose novità e, stando alle sue sensazioni, probabilmente la più interessante degli ultimi anni per la varietà delle proposte,  in ogni segmento di mercato,  sia sotto il profilo del design sia per la tecnologia sempre più orientata al rispetto dell’ambiente in termini di contenimento delle emissioni. Ed è buona cosa. Poi ti chiedi come mai tanto dinamismo e voglia di fare da parte dei costruttori. La risposta è intuitiva: occorre promuovere le vendite! Infatti i dati non sono molto incoraggianti, tutt’altro. Dire che il mercato dell’auto è in affanno sembra un modo per  addolcire la realtà : i primi due bimestri dell’anno sono stati un vero e proprio disastro: - 18% rispetto all’anno precedente. E le prospettive per l’anno in corso sembrano avvallare un peggioramento della situazione. In numeri, le stime dell’ associazione dei costruttori indicano un calo del 22% con livelli di produzione che tornano al 1984. Cosa significa questa debacle in termini di occupazione? Solo per le reti vendita, i concessionari e rivenditori,  circa 10.000 posti di lavoro in meno. Una piccola città!  Considerando poi  l’indotto che il settore auto smuove, si genera un ulteriore grave danno per l’economia difficilmente quantificabile a priori.

Credo occorra una serena e non demagogica rivalutazione dell’auto, una azione diretta ed incisiva per rimettere al centro questo bene che, soprattutto negli ultimi anni, è stato vessato da imposte indirette che hanno contribuito a penalizzarne gli acquisti. In particolare la benzina a due euro al litro, le polizze RC da  infarto , tasse di possesso sempre più alte  e per certi versi punitive, pedaggi autostradali lievitati, l’aumento dell’Iva ed un credito alle famiglie sempre più restrittivo. Per chiudere il cerchio, mettiamoci anche la “caccia alle streghe” di presunti evasori con i Suv e le auto di lusso: certo non aiuta il settore!

E per finire in bellezza, la Giunta di Confindustria ha designato Giorgio Squinzi quale futuro Presidente dell’ Associazione degli Industriali. L’elezione vera e propria sarà il 23 aprile, ma è solo una formalità. Statuto bizantino quello di Confindustria… E’ stata una lotta al foto finish con Alberto Bombassei, questione di una manciata di voti. La Marcegaglia esulta e si prepara ad assumere il possesso della poltrona di presidente del Sole24ore.  Nelle prime dichiarazioni, uno Squinzi visibilmente emozionato (ed impacciato) ha dichiarato che “sarà il Presidente di tutti”, mentre i suo Colleghi (giustamente dati il luogo ed il momento) hanno applaudito la nomina con le consuete frasi beneauguranti. Ma sarà proprio così?

Intanto, per tornare all’argomento auto & dolori, il grande assente era proprio…Marchionne. L’Ad di Fiat aveva pubblicamente espresso la sua preferenza per Alberto Bombassei, giungendo ad affermare in più occasioni che l’eventuale elezione del patron di Brembo avrebbe potuto fargli riconsiderare il ritorno alla casa degli Industriali. Cosa farà ora?

Buon weekend!





giovedì 22 marzo 2012

Riforma fiscale versus Crescita


Di solito, nelle prefazioni  sono contenuti alcuni input che inducono il lettore alla curiosità ed al desidero di leggere il libro appena acquistato. Così è stato quando ho letto la relazione introduttiva al decreto di riforma fiscale del Governo:  Riforma orientata alla crescita” : viene presentata con queste parole. Bene, finalmente si saranno individuate misure adeguate per far ripartire il motore Italia, supponi che si sia preso atto della tragica situazione ed agito di conseguenza. Non ti aspetti miracoli, ma un “qualche cosa” di utile, fattivo e concreto nel segno di una nuova primavera per le Imprese e le famiglie. Ma così non sembra…Al contrario, potrei sbagliarmi (davvero me lo auguro), ma credo che con il decreto si profili un’altra  fregatura, ovvero una nuova stangata. Vediamo perché…

Sul fronte Imprese, non ci sono interventi sull’Irap, che rimane come un macigno a gravare sui conti economici delle Aziende. Monti non può rinunciarvi: non ci sono soldi!  Vabbè, non siamo ingenui e non ci aspettavamo sorprese in tal senso. E allora cosa altro per riaccendere il motore? La vecchia Ires si cambia l’abito, diventa Iri (imposta sul redito imprenditoriale) e riguarderà anche gli i professionisti. Piccola divagazione sul nome: ricordate l’IRI,  l’Isitituto per la ricostruzione industriale? Ricostruzione:  è una bella parola…

Sono state poi individuate due nuove imposte : la Carbon tax e la Green tax. Sono ambedue evitabili, a patto di importanti investimenti in nuovi impianti ecologici. Potrebbe essere cosa saggia e giusta, ma in tempi come questi  che vedono le Imprese immerse in un mare di crisi di domanda, liquidità e marginalità, mi sembra poco tempestiva.

Tempi duri anche per i soci d’impresa, i cui guadagni (quando ci sono) oggi sono soggetti all’Irpef, ma conteggiati sulla metà degli utili: sparirà questa agevolazione.

Infine, ciò che mi ha fatto sorridere (riso amaro) è la definizione di una nuova figura manageriale che dovrà essere inserita nell’organico aziendale e sarà responsabile personalmente di tutte le operazioni contabili dell’impresa. In un sistema come quello “nostrano” davvero mi è difficile capire come questo nuovo manager possa operare con serenità nell’ambito della attività quotidiana. Mah…

Fronte famiglie : alla novità Imu  calcolata sulla base di una revisione dei valori catastali eravamo preparati. Il mercato immobiliare ringrazia!  E per dare un ulteriore calcio ai consumi, arriverà l’aumento dell’IVA: siamo alla follia! Spariranno anche altre forme di agevolazioni per le famiglie, portando i ca 160 Mld che sono oggi sostenuti dallo Stato a ca. 70 : la differenza sarà quindi imputata ai cittadini : 90 Mld di sostanziali nuove imposte!

E’ quindi ipotizzabile che in sede di dibattimento parlamentare (in questo caso il tempo gioca a favore dei contribuenti) dopo che il decreto sarà presentato,  parta dalle commissioni una serie infinita di emendamenti e – suppongo – assisteremo alle più svariate richieste da parte degli opposti schieramenti politici.

Ma la questione di fondo è un’altra: come può il Governo parlare di “crescita”? Si ha davvero l’impressione che vivano in un altro mondo, così distaccato dalla realtà da non consentire loro una benché minima azione realmente indirizzata alla crescita. Facile tassare per recuperare fabbisogno, ma l’azione è sterile. Agiscano invece sul fronte della spesa pubblica, dei tagli alle spese inutili, delle società a capitale pubblico che non si capisce a cosa servano, ma sono centri di costo enormi. Si riduca quindi il fabbisogno, una bella cura dimagrante per lo Stato, utile anche a combattere i fenomeni di corruzione, peculato ed appropriazione indebita che incidono sui conti economici, Si afferri finalmente che è una contraddizione nei termini parlare di crescita in un sistema produttivo gravato da maggior imposizione fiscale. Non è complesso da capire, eppoi..non sono tutti Professori?

mercoledì 21 marzo 2012

Un ex operaio : "Venga questa crisi"

Solo ieri mattina, a commento dell'intervista rilasciata da Mario Soares, scrivevo " L’Europa capisca che occorre prima di tutto una unità politica, rimettere al centro le persone e non costringerle con manovre economiche vessatorie alla ribellione che rischia di essere cruenta."

Riporto due commenti  appena ricevuti:  il primo è lo sfogo forse volgare ma efficace nel definire il pericolo di cui scrivevo. Il secondo, pone una seria questione di opzioni e domande. A voi le considerazioni....

"Ce li mangeremo vivi. Venga questa crisi, bussi, le sarà aperto, non aspettiamo altro. Se necessario butteremo giù il portone. E' già successo nel '43 e succederà ancora e in meglio. Non abbiamo più nulla da perdere, ma ci siamo abituati. Noi. Loro con la puzza sotto il naso non sanno cos'è la vera crisi. Loro devono averne paura. Noi che non abbiamo studiato alla Bocconi, non siamo entrati nello studio di papà o di mammà, non abbiamo leccato il culo per fare carriera in un partito o in ufficio statale. Nessuno ci ha raccomandati e raccomandazioni non ne abbiamo mai volute. Siamo ancora qui e incazzati il giusto per farvi il culo. Altro che chiedervi la carità o discutere con quel rottame della Fornero dei diritti dei lavoratori. Noi ce li mangeremo vivi. Ci scaldavamo con le palle di carta bagnate, pressate e messe nella stufa. Mangiavamo croste di formaggio scaldate sul ferro. Non ne ho mai più mangiate di così buone. Il bagno lo facevamo nella tinozza con l'acqua che veniva scaldata sopra la cucina economica. Il cinema era sempre in terza visione e solo una volta al mese. I nostri padri facevano i turni in fabbrica, quando noi dormivamo, loro lavoravano. Una carezza e un "Fai il bravo con la mamma" era l'unico fugace contatto al mattino. La domenica andavamo fuori città in bicicletta con qualche panino, una gazzosa e una bottiglia di vino rosso. D'estate ci scappava anche un'anguria. Che cazzo ci possono fare questi fighetti vestiti Armani, questi corrotti dentro, questi deputatini, questi mafiosetti, marci, marci, buoni solo a parlare, a cianciare, che hanno rovinato il Paese e ora ridono di noi. Noi non abbiamo nulla da perdere perché siamo stati abituati a vivere con poco e anche con nulla. Voi perderete tutto tranne la dignità, quella non l'avete mai avuta. Leggevamo il giornale solo la domenica quando lo comprava nostro padre. Non poteva permetterselo gli altri giorni. Era il Corriere della Sera di Pasolini, Montanelli, Buzzati. Uno solo di loro vale più di tutti i giornalai di adesso. Ci siamo rotti i coglioni e saremo poco educati con chi ci prende per il culo. Ce li mangeremo vivi, ben venga la crisi per fare pulizia." Un ex operaio


Il secondo:

"bene...romano...che fare ? sciopero fiscale duro ? = o guerra civile o caduta improvvisa di Monti....per fare che ? e con chi? vedi che dobbiamo prima sapere che fare e con chi....io al limite preferisco il salto nel buio che essere strozzato lentamente.....però sai...sono solo per adesso....." A.C.

martedì 20 marzo 2012

Un ottimo inizio


Controllo della spesa pubblica, aumento di competitività e crescita del Paese, fine del bicameralismo perfetto e riduzione di enti e apparati. Sono gli obiettivi del disegno di legge depositato  senatore Maurizio Fistarol che oggi a Roma verrà presentato agli organi di informazione, insieme agli amici Diego Bottacin - consigliere regionale Veneto - ed Alessandro Cè - coordinatore del Movimento Verso Nord in Lombardia.

Il provvedimento punta a ridimensionare strutturalmente l’articolazione politica e istituzionale del Paese prevedendo: istituzione del senato federale, riduzione del numero dei parlamentari, dei ministeri e dei componenti il governo, riduzione del numero dei consiglieri regionali, soppressione delle Province e razionalizzazione dei piccoli Comuni e l’accorpamento delle Regioni. Inoltre, viene modificata la funzione legislativa che diventa monocamerale e vengono abrogati gli Statuti speciali.

- I parlamentari passano da 945 a 500

- Istituzione del Senato federale

- Superamento del bicameralismo perfetto con recupero tempi ed efficienza nel processo
   legislativo

- Limitazione al numero di ministeri, ministri, sottosegretari

- Riduzione del numero consiglieri regionali su base popolazione amministrata

- Accorpamento delle attuali Regioni in 12 Macroregioni

- Soppressione delle Province

- Accorpamento dei Comuni con meno di 20.000 abitanti

- Regionalizzazione degli uffici decentrati dello Stato

- Abrogazione degli Statuti speciali

Cari Maurizio, Diego e Alessandro ...ottimo inizio!


Un giovane novantenne..


Leggo un'intervista di El País a Mario Soares,  l'uomo che senza dubbio  ed al di là degli opposti schieramenti politici,  ha rappresentato molto (se non tutto)  nella storia politica portoghese: da fondatore del Partito Socialista a Presidente della Repubblica.   Scopro una lucidità di pensiero ed una lungimiranza davvero notevole :  un ragazzo di 87 anni, con una visione realistica della situazione del suo Paese e dell’Europa. Mi piace la speranza disincantata che hanno certi grandi vecchi da cui non si smette mai di imparare.  Per chi non l’avesse letta, di seguito riporto quelli che, a mio avviso, sono i principali passaggi:

- Cosa pensa dell'ultimo vertice europeo?
Non sono stati fatti passi in avanti. Era necessario salvare l'euro e non si è fatto niente per salvarlo. Non hanno il coraggio di prendere le decisioni necessarie.

- Quali decisioni?
L'Europa deve contare su un proprio Governo, un Governo politico, economico, finanziario e fiscale. La UE  deve essere, come abbiamo sempre detto, un esempio di pace, coesistenza, solidarietà tra i popoli. E questo non è quello che è adesso.

- Lei dà sempre la colpa ad Angela Merkel della situazione attuale in Europa
Se lei avesse aiutato la Grecia in tempo, non staremmo così. Inoltre la Grecia non è un Paese qualunque: è la culla della democrazia e Merkel dovrebbe avere un po' più di buon senso e non parlare dei greci come dei pigri.  Poi,  la situazione  è drammatica per colpa della Germania e del suo timore dell'inflazione. Ma la gente del mio Paese, come della Grecia, è alla fame.

- E la Francia?
Sarkozy sembra l'aiutante di Merkel. La Francia sta con la Germania per sembrare un grande Paese europeo, ma non lo è. Sta per perdere la tripla A delle agenzie di rating.

- Come finirà tutto questo?
Be', la risposta non è un'analisi politica, ma una profezia! Ma le dirò che, nonostante tutto, ho speranza.

- In cosa?
 L'Europa marciando a grandi passi verso l'abisso, ma quando sarà sul punto di cadere spero  si renda conto che precipitare nel vuoto sarebbe una tragedia per tutto il mondo. Allora cambierà.

- Lei invoca questo cambio, anche con una rivoluzione
Sì, ma con una rivoluzione pacifica, non con una rivoluzione di pallottole. Una rivoluzione che nasca nelle strade. Di fatto il popolo sta già protestando ovunque: in Portogallo, Spagna, Italia, per non parlare della Grecia

- Com'è la situazione concreta del Portogallo?
L'austerità da sola non risolve il problema. Bisogna stimolare la crescita economica e lottare contro la disoccupazione.

- Cosa pensa delle visite e delle raccomandazioni economiche della troika?
Guardi, se la troika fosse un organismo coerente, che dice sempre lo stesso... Un banchiere conosciuto mi ha detto poco tempo fa che i componenti della troika che visitano il Portogallo per ispezionare le sue finanze sono semplici burocrati. Sono burocrati pagati a prezzo d’oro che non hanno niente in testa, che non sanno cosa stanno facendo e che l'unica cosa che vogliono è guadagnare denaro... Le ricordo che il prestito concesso al Portogallo, 78 miliardi di euro, ha interessi altissimi. Per loro è un buon affare.

- Lei ha fatto molte cose in politica, di cosa si sente più orgoglioso?
A dir la verità, dei giorni in cui ho lottato contro la dittatura. Aver sopportato per 32 anni è qualcosa che si fa solo per convinzione. Senza convinzione non si riesce. “


Una analisi negativa, che esprime una forte preoccupazione del giovanotto Soares. Ma  anche una speranza: quella che di fronte al baratro, L’Europa capisca che occorre prima di tutto  una unità politica, rimettere al centro le persone e non costringerle con manovre economiche vessatorie alla ribellione che rischia di essere cruenta. Da rimarcare l’ultimo passaggio, ciò che rende più fiero Mario Soares della sua attività politica, ovvero la lotta sostenuta e vinta contro il regime autoritario nel suo Paese: oggi probabilmente ha iniziato una nuova battaglia – con convinzione - contro la dittatura della finanza selvaggia, che è una forma ancora più subdola e più pericolosa di soggiogare i popoli.

Dopo aver letto le parole di Soares, viene spontaneo un pensiero rivolto alla situazione italiana e mi chiedo:  cosa accadrà nel nostro Paese?  Dove troverà le risorse per la montagna di miliardi che dovrà pagare a fronte degli impegni presi? Dovremo mettere in vendita i “gioielli di famiglia”? Impegnare le fedi nuziali al monte di pietà?  Game over?    L’auspicio è che gli “autori” di questa tragedia ne prendano atto, magari andando a visitare i mercati rionali o le mense della Caritas, leggendo i cartelli “vendesi” dei capannoni chiusi.  Sarà così? Difficile oggi prevedere un …lieto fine!

lunedì 19 marzo 2012

Il Falò delle ..ovvietà


“Cambia Italia - Riforme per crescere”  un titolo molto impegnativo  per il  convegno biennale organizzato dal Centro Studi di Confindustria svoltosi a Milano nel weekend. Quindi ti aspetti molto, ci sono importanti nomi noti e (presumi) che l’occasione sia di quelle da non perdere  per l’Associazione degli Imprenditori italiani al fine di focalizzare l’attenzione dei convenuti  (soprattutto il Capo del Governo ed il Ministro dello sviluppo..) sulle enormi difficoltà delle Imprese, quelle piccole e medie, che rappresentano il 95% del sistema produttivo del Paese. Ma questo, purtroppo non è avvenuto. E si palesa ancora una volta  l’atavico conflitto d’interessi in seno a Confindustria, ovvero la lontananza dei vertici (Presidente Marcegaglia in primis ndr) da queste realtà! Vero è che si trattava di un convegno organizzato dal Centro studi, quindi una sorta di relazione sullo stato di salute dell’economia italiana “snocciolato” a suon di numeri. Numeri che ad una attenta comparazione con le stime sulla  crescita dei Paesi dell’Eurozona pubblicate qualche settimana fa dalla Commissione Europea, presentano peraltro alcune divergenze, ovvero sono leggermente migliori in un quadro generale da ...pianto! Sono stime, previsioni, ipotesi….

I dati rilevati da Confindustria hanno previsto nel periodo dal 2008 al 2013 una perdita di circa 800 mila posti di lavoro. Credo che il dato sia stimato per difetto.  Solo per il 2012, stime più realistiche, al contrario indicano ca 625.000 posti di lavoro in meno, dovuti in gran parte alla prevista moria delle Pmi. Il di tasso di disoccupazione corre veloce oltre il 9%!.  Un altro dato estremamente preoccupante è quello sulla propensione al consumo delle famiglie italiane, che ha raggiunto con l’11% del reddito lordo disponibile il suo minimo storico. La cosa era nota da alcuni giorni…

Tuttavia, le sorprese non sono finite.  Il Centro studi di Confindustria ha addebitato le ragioni dell’aumento in Italia della recessione alla pressione fiscale effettiva che raggiungerà nel 2013 il 54%. Per viale dell’Astronomia la Manovra Monti porterà il paese al pareggio di bilancio nel 2013, nonostante la previsione di una bassa crescita.  Le manovre varate in Italia negli ultimi mesi consentiranno nel 2013 ad una diminuzione del debito pubblico del paese al 118% del Pil rispetto al 121,3% del Pil prevista nel 2012.

Dunque, se ho ben capito,  ipotizza il pareggio di bilancio nel 2013 ed una riduzione del rapporto deficit /pil di due punti. A questo punto, mi chiedo se gli analisti di Confindustria non siano vittime di una qualche sostanza allucinogena, magari degli effetti collaterali di abuso di spread, mentre conducono le loro ricerche e formulano le loro previsioni. La manovra, ahimè, per come è congeniata non considera il denominatore, ovvero non pone le basi per una ripresa strutturale dell’economia del Paese. Al contrario, attraverso l’aumento delle imposte, penalizza ancora di più i consumi delle famiglie. Quindi, mette in ginocchio le Pmi, crea disoccupazione e porterà  inevitabilmente a tensioni sociali che rischiano di travolgere il Paese. L’esempio greco dovrebbe far riflettere…

Ho sempre pensato che " governo dei tecnici " significa sostanzialmente il commissariamento della democrazia: la speranza a fronte di questo sacrificio  era quella che almeno fosse  impostato un cambio di paradigma dai Professori, un nuovo coraggioso modello economico proattivo per quelle che sono la spina dorsale  dell’economia reale del nostro Paese, per rilanciarne le tante eccellenze:  le Pmi. Mi sarei aspettato questa forte e determinata sollecitazione da parte dell’esponente massimo dell’associazione degli industriali  in occasione del Convegno. Evidentemente, essendo a fine mandato, la Marcegaglia  pensa già  alla sua futura poltrona di Presidente al Sole24ore piuttosto che  a difendere con forza gli interessi dei suoi Associati. Un’altra occasione gettata nel falò delle ovvietà da convegno.


venerdì 16 marzo 2012

Reports & Record


Negli ultimi tempi, quando ricevo i reports  sui consumi  interni  e sull’andamento dell’economia italiana, sono giunto al punto di leggerli con una sorta di  assuefazione  alle  bad news e con un approccio simile a quello di  un giocatore di pocker che spilla le cinque carte servite. Non è che così i dati  cambino, tuttavia è un buon metodo : quando sono buoni – raramente - è una gradita sorpresa; altrimenti – più spesso -  sono preparato in anticipo. Ognuno di noi ha un suo metodo di..  autodifesa.

Oggi è venerdì e chiudo la settimana con due riflessioni sorte dalla lettura dei reports citati. La prima, tanto per cambiare, si riferisce al debito pubblico : è record! A gennaio è cresciuto di 37,9 miliardi che, aggiunti al fabbisogno mensile, circa 4 miliardi, ci porta dritti filati a quota over 1.900.000 miliardi: siamo sull’Everest..e fa freddo! A riscaldarci un po’ ci pensa Bankitalia che (riassumo il comunicato in estrema sintesi) recita: “..riflette principalmente l'accumulo delle disponibilità del Tesoro presso la Banca d'Italia (32,6 miliardi), che sono aumentate come avviene regolarmente in questo periodo dell'anno”. Quindi un record che può essere definito congiunturale. Sarà così, almeno lo speriamo.  E’ indubbio che dopo manovre capestro, clima da austerity, patti e contropatti, trattati di stabilità, credit crunch,  (ci mancava solo l’eliminazione dell’Inter e del Napoli dalla Champions L.) sarebbe stato incoraggiante leggere una notizia diversa,  a prescindere dal periodo di riferimento. Avranno ragione quelli della MMT?

La seconda riguarda i carburanti. La benzina verde viaggia spedita verso i 2 euro/litro, in Svizzera molto meno (sarà per quello che alla frontiera di Como  le code sono interminabili… o per altri motivi?) in Vaticano costa 50 centesimi. Qualcuno ha mai visto un distributore di benzina in P.zza  San Pietro? Se sì, è pregato di segnalarlo con cortese urgenza. Come ben sappiamo, il prezzo dei carburanti in italia è oltremodo gravato dalle accise, ulteriormente aumentate dalla manovra del Governo nel tentativo di recuperare entrate. Attenzione: arriva il report!  A febbraio il consumo dei carburanti è diminuito del 20% (venti percento!). Un crollo! Ora, pur non avendo sottomano  i dati relativi ai valori assoluti del consumo di carburante su base mensile, è facile intuire che una tale diminuzione non può che procurare meno entrate fiscali! Come nel caso della tassa di stazionamento (o possesso) per le barche che ha cagionato un danno, sempre in termini di minori entrate per lo Stato, di circa 120 Mli in poche settimane. Vale la formula: + tasse = + scappatoie  = - consumi  = meno gettito fiscale. Nell'insieme sembra davvero un cortocircuito!

Se queste sono le prime conseguenze, se occorrerà trovare un modo per  realizzare un avanzo primario tale da pagare i ca. 140 Mld di interessi che scadranno nell’anno,  allora sarà bene ..darsi una rapida mossa nella direzione dell’aumento del Pil, magari prendendo esempio dalle misure adottate da Obama negli US tese a favorire il settore manifatturiero, ovvero l’economia reale. (vedi http://romanoperissinotto.blogspot.com/2012/02/usa-un-esempio-da-seguirerapidamente.html )

Domani è sabato, confidiamo nella clemenza del tempo e ..buon weekend!

giovedì 15 marzo 2012

Non sentite anche voi il bisogno di azioni concrete?


Dispiace assumere il ruolo di Cassandra nell’esprimere un  commento sul convegno organizzato ieri a Roma dalla Fondazione Unicredit, ma tant’è purtroppo.  Il tema prometteva bene : “Non sentite anche voi il bisogno di azioni concrete?", ed erano presenti il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ed il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera. Partecipano inoltre al convegno anche Marco Venturi, presidente di Rete Impresa Italia, e l’ ospite di casa,  l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni. Un tris perfetto di Governo, Impresa e Finanza, quindi il “voi” ritengo fosse riferito a tali signori, Ghizzoni incluso.

Dati  il titolo e la ovvietà della risposta insita nella domanda, mi sarei aspettato di più, ovvero una qualche proposta pragmatica ed operativa nel tentativo di ..fare qualcosa di concreto!

Il Ministro Passera, sebbene animato da buoni propositi, indirizza il suo intervento nella gratitudine nei confronti di Mario Draghi che, cito testualmente “ha contributo moltissimo a parare i rischi della crisi europea”. Vabbè, scontato… Poi si dilunga sulle abitudini italiane ai lunghi termini di  pagamento, sia nel settore privato e soprattutto nella pubblica amministrazione, creando problemi di liquidità per le Aziende. Vero, ma risaputo. E verrebbe voglia di ricordargli che il miracolo economico italiano del dopoguerra ha avuto un grande artefice: la cambiale! Solo che allora i cittadini le onoravano: così non si può dire oggi delle banche e delle loro obbligazioni…   Conclude con una affermazione che è un misto di speranza e proclama del suo lungimirante pensiero: l’auspicio che si vedano presto i risultati  dell’azione di Governo (per la verità già molti se ne vedono…e non sono così entusiasmanti)  e che sia tempo di dare una svolta alla crescita del Paese. Bene, anche il ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture si è reso conto di ciò che è noto da tempo a milioni di piccoli imprenditori italiani. E’ un successo….

Battute a parte, stimo Corrado Passera per essere persona capace. Devo quindi presumere che se queste sono le sue sole risposte alla domanda posta dal titolo, allora siamo proprio messi  male sul fronte ripresa, oppure…siamo vittime di un tragico gioco. (vedi in tal senso il precedente “Molte domande e..un dubbio”)

Dell’intervento della Presidente Marcegaglia, confesso che..non ho capito molto. Ne riporto l’essenza, il resto è irrilevante: "In un momento difficilissimo come questo, con la peggiore crisi dal Dopoguerra, la domanda interna sostanzialmente inesistente, basti pensare alle difficoltà dell'edilizia e a come si è inceppato il meccanismo di pagamento non solo fra Stato e privati ma anche fra privati con grande contrazione di circolante, dobbiamo pensare a
criteri di selettività (per il finanziamento delle imprese) sulla base dei programmi di sviluppo, di innovazione, di crescita, di messa in rete".


"La banca - ha ripreso la numero uno Confindustria - deve scindere le difficoltà (congiunturali, ndr) dalle prospettive delle singole aziende. E' una responsabilità molto grave perché vuol dire decretare chi vince e chi muore"  Cosa significa? Chi deve giudicare le Imprese? Le banche? Certo ..come hanno sempre fatto! Solo che adesso il credito non lo concedono, a prescindere se la richiesta è finalizzata ad un progetto di espansione, ristrutturazione e/o crisi di liquidità contingente. Per non parlare poi delle start-up.  Non lo concedono e quando lo fanno, le garanzie richieste sono esorbitanti, con tassi d’interesse fuori dalla ragione. Dove vive, Sig.ra Marcegaglia?

Tralascio per pochezza di contenuti l’intervento di Marco Venturi, per arrivare all’Ad di Unicredit, Federico Ghizzoni. E qui davvero la mia curva dell’attenzione si impenna nuovamente. Udite: "Un duplice impegno da oggi al 2015: mettere a disposizione 40 miliardi di euro per le imprese italiane e accompagnarne 15.000 nel percorso di internazionalizzazione per valorizzare il Made in Italy". Evviva! Questo l’impegno preso da una delle principali banche italiane … a parole. Vedremo nei fatti  e nel rispetto dei tempi, con la sincera speranza che, almeno questa volta, Cassandra sia smentita.

mercoledì 14 marzo 2012

Formigoni ed empatia


L’ennesima questione di (presunte) tangenti a Palazzo Lombardia e le successive dichiarazioni pubbliche del presidente Formigoni, mi avevano lasciato il dubbio sulla possibile ingenuità del nostro Formiga nella gestione amministrativa della Regione che lo ha portato a non rendersi conto delle presunte – essendo garantista ripeto presunte -  attività parallele di alcuni suoi membri dell’ufficio di presidenza. Ebbene, a giudicare dal video in calce si direbbe proprio di si…

Resto sempre stupito a fronte dei “fuori onda” soprattutto quando riguardano personaggi avvezzi alla scena politica e troppo “navigati” per non essere consapevoli che ci sono  sempre una telecamera e un microfono ..indiscreti e biricchini.  Nella seconda parte del video,  la reazione infastidita alle domande poste dal giornalista misura l’ego dell’uomo, che propone addirittura una similitudine con le conferenze stampa del Presidente US:  si vede già  alla successione del presidente Berlusconi? Di certo, non ne ha la capacità di comunicazione ed empatia!

 Ingenuità, arroganza, stress? Decidete voi….


http://video.corriere.it/battutaccia-formigoni/18a3464c-6d2a-11e1-b7b3-688dd29f4946