sabato 22 settembre 2012

Contenuti ed azioni


Devo riconoscere che il mio articolo  pubblicato su www.formiche.net  ha sollevato un discreto dibattito che, a mio avviso, è sempre interessante  perché significativo di voglia di partecipazione e confronto, di vitalità.

Ritengo opportuno rispondere ai commenti che ho letto nel sito, tralasciando di riportare i molti che hanno colto il senso della mia esortazione e mi hanno manifestato il loro consenso scrivendo direttamente via mail o sui social. Vediamo di precisare la mia personale, ripeto personale riflessione.

Oggi un pericoloso populismo diffuso tende purtroppo a generalizzare, facendo così passare il messaggio che, in politica, tutti sono uguali, tutti hanno fallito, tutti devono andare “ a casa”. Questo è, a mio avviso, un errore e conduce all’affermazione di movimenti e di  partiti (vecchi e nuovi) che indubbiamente non rispondono ai nostri principi  ma, solo “cavalcando” questo sentiment , alla resa dei conti, hanno conseguito un successo elettorale. Per citare un solo esempio, il Comune di Monza, è attualmente  governato dal PD di Bersani con il solo 25% dei cittadini che avevano diritto al voto. Indubbiamente un bel successo…

Nel merito. Berlusconi?  Ha fallito nella sua azione, non ha mantenuto ciò che aveva promesso al popolo dei moderati, liberali e riformisti. Quindi deve fare un passo indietro ed occuparsi delle altre faccende che gli stanno a cuore… e perché no, godersi la pensione.  Tutto ciò non significa tuttavia che quegli ideali, l’anima liberale e riformatrice della prima Forza Italia, non ci appartengano. Personalmente ritengo che se l’azione di Berlusconi avesse rispecchiato i principi annunciati, realizzandoli, non ci sarebbe stata l’esigenza della nascita di Italia Futura e (sempre mia personalissima convinzione) a suo tempo, nel 2009,  il primo a capire la portata di tale fallimento e delle sue nefaste conseguenze per il Paese è stato proprio il nostro Presidente Montezemolo, a cui deve essere riconosciuto il merito di aver destato la coscienza di tantissime persone in maniera innovativa, senza grida da pollaio, ma lavorando in modo pragmatico.

Oggi come allora, il rischio è di passare le consegne ai conservatori di vecchi schemi statalisti è alto. Come è ancora alto il pericolo che il processo di innovazione promosso dalla società civile chiamata a raccolta dal Presidente Montezemolo trovi disattese le proprie aspettative dai “giochetti” dei partiti, dalla legge elettorare che  (rebus sic stantibus) è ancora oggetto dei “tiramolla” delle opposte parti, dagli steccati eretti a difesa dello statu quo ante.

Da convinto liberale, nell’articolo in oggetto ho quindi espresso solo un’auspicio, ovvero quello che un ideale dialogo tra i Leaders possa aiutare il processo di realizzazione della riforma liberale dello Stato, a ragionare sui contenuti condivisi, su un patrimonio di elettori che ancora rappresenta circa il 20% degli italiani. Per citare Massimo Cacciari “in politica chi governa ha sempre ragione”, ovvero è il successo elettorale che consente la realizzazione di fatto del proprio manifesto.

In sintesi, andare oltre Berlusconi ed il suo acclamato fallimento. L’esperienza Berlusconi è storia passata, finita. Con senso pratico, diamogli una mano a farsi da parte.

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