venerdì 4 maggio 2012

Terapia d'urto


“Giocavamo con regole italiane:  evasione, inflazione, sussidi, mercato protetto. Giochiamo ora regole globali:  ecco da dove nasce disperazione”  poi prosegue “Nel modello italiano si aggiustava tutto rinviando i problemi. Globalità+Euro  ci costringono a riforme e in tanti non si rassegnano”  ed infine “Abbiamo creduto a miraggi: piccolo è bello, modello italiano, Crisi passeggera e ora stentiamo a ripartire nella severa nuova economia”  . Sono tre tweet di Gianni  Riotta, giornalista e scrittore che come molti ( il sottoscritto è tra questi) utilizza Twitter per scambiare idee, commenti e messaggi,  a volte anche…pirlate.

Sono in parte condivisibili, ovvero rappresentano in pochi caratteri tutti gli elementi distintivi della nostra Nazione e del sistema Paese, in sintesi la nostra essenza. Tuttavia, caro Riotta, solo in parte. Quel sistema fatto da miriadi di micro e piccole Aziende ha consentito di portare l’eccellenza italiana nel Mondo, cosa non da poco ed invidiata da molti “cugini” Europei, tanto che il processo di certificazione del “Made in Italy” trova oggettivamente molte difficoltà e, da più parti nell’Unione, si avanzano pretese di un “Made in Europe” .  Al contrario, proprio su quel sistema di pmi che rappresenta ca il 95% dell’imprese in Italia, dovrebbero essere sviluppate politiche industriali, commerciali,  di rete e aggregazioni trasversali per metterlo in condizione di essere competitivo. Dobbiamo cioè capire che cosa vogliamo essere da “grandi” e ..fare! Ed ecco che la globalizzazione non è una minaccia, ma un straordinaria opportunità per il nostro Paese. Spesso,  al talento ed alla  fantasia  italica, purtroppo si contrappongono  gli aspetti negativi indicati da Riotta, ovvero un senso civico piuttosto flebile, organizzazione debole, mancato senso del bene comune: certo però che le Istituzioni non aiutano molto…

Infine una personalissima considerazione: anche laddove si possano condividere in toto le osservazioni di Riotta, credo si debba in ogni caso riflettere sulle misure utilizzate  e  da adottare. Una “terapia” d’urto come quella decisa dall’attuale Governo rischia davvero di far rifiutare la cura al malato. La disperazione a cui fa riferimento lo scrittore, sebbene già conclamata con notizie di tragedie quotidiane e sofferenze diffuse, temo sia solo l’inizio di una parabola crescente di tensioni e ribellioni che mettono a rischio il patto sociale tra i cittadini, la civile convivenza ed il senso di appartenenza ad una collettività. Se eravamo “ubriachi” di tanti vizi e difetti, evasione, assistenzialismo, corruzione ed individualismo, attenzione a non togliere tutte queste droghe di colpo: il drogato in crisi d’astinenza può rivelarsi molto pericoloso.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.