lunedì 21 maggio 2012

La speranza


Il dolore straziante di un padre che ha perso la figlia, le immagini delle famiglie spaventate e sfollate per il terremoto in Emilia, i monumenti centenari che crollano. Ed infine i fischi del pubblico che assiste alla finale di un torneo  per aggiudicarsi una coppa che si chiama “Italia”. Due giorni terribili:  la vigliacca follia dell’uomo, la violenza della natura che ci ricorda quanto siamo impotenti  di fronte ad essa e la contestazione di migliaia di persone che, fischiando uno dei simbolo della unità nazionale, manifestano l’evidenza dei tempi che stiamo vivendo.

Voglio credere che il buio di questi  giorni sia come un incubo destinato a finire con la notte, che l’alba della ragione sia prossima e la speranza per un futuro di cultura e progresso per il nostro Paese non sia una chimera. Per fare in modo che inizi al più presto una nuova epoca di civiltà, occorre prima di tutto riconquistare il rispetto di noi stessi , intesi come esseri umani  ed  appartenenti ad una nazione, impegnandoci tutti i giorni per non essere vinti dal disfattismo, dall’odio e dalla barbarie. Dobbiamo riuscirci, per noi e per le future generazioni di questo che, nonostante tutte le sue tragiche contraddizioni ed i fischi, è il Paese che amiamo.

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