mercoledì 30 maggio 2012

L'orologio europeo è lento


Il Centro studi Confindustria indica a maggio una contrazione della produzione industriale dello 0,6% rispetto ad aprile, quando era stata stimata una variazione di -0,5% su marzo. Si allarga così a -22,1% la caduta dal picco dell'aprile 2008 mentre il recupero dai minimi, toccati nel marzo 2009, scende al 5. Numeri che fotografano un’economia nazionale in ginocchio. I gravi e tragici eventi dell’Emilia inducono a pensare interventi sulle accise delle benzina per finanziare gli aiuti. Lo spread ritorna a livelli preoccupanti, ben distante dai quei 370 punti di massimo differenziale ipotizzato nelle previsioni di inizio anno nei documenti di programmazione economica per il famigerato patto di stabilità. Grecia sugli scudi e Spagna ancora retrocessa dalle agenzie di rating: gioca ora in serie B ed in quel campionato i principali investitori internazionali non possono accedere. Presenta inoltre un  bubbone di 19 miliardi di euro per salvare Bankia, la terza banca della penisola iberica.

Sono questi solo alcuni aspetti del teatro europeo dove continua la rappresentazione della tragedia, un copione noioso fatto di chiacchere con effetti fino ad oggi  effimeri. Quando gli attori “protagonisti” prenderanno atto della loro rappresentazione? Quando decideranno di essere  meno protagonisti e di concorrere insieme al successo dello spettacolo, inteso come la via d’uscita di una Europa unita e compatta? L’auspicio è che facciano in fretta. Anche in questo caso, come è necessario, il fattore tempo è fondamentale: l’orologio dell’economia mondiale e dei bisogni della popolazione europea segna tempi  più rapidi rispetto a quello degli attori: ne prendano atto e si adeguino

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