mercoledì 16 maggio 2012

L'insegnamento di Kant


Trovo sul divano un libro di mia figlia, matricola universitaria, e mi ritrovo a leggere di un filosofo nato nel 1724 in Germania, Immanuel Kant,  uno dei massimi esponenti dell’Illuminismo, ovvero di quel movimento di pensiero che vede rimettere l’uomo nella possibilità di superare ogni sua incapacità avvalendosi del proprio intelletto, del ragionamento critico.

Il pensiero proprio di Kant è il criticismo, in quanto fa della critica, intesa come individuale capacità di giudizio,  lo strumento per eccellenza della filosofia. La critica è quindi l’atteggiamento filosofico che consiste nell’interrogarsi sul fondamento di determinate esperienze umane, per chiarirne la possibilità e soprattutto la validità nel contesto presente e futuro.
Il criticismo si configura
come una filosofia del limite,  stabilisce cioè  il carattere finito o condizionato dell’esperienza

Kant applica questo metodo per definire il concetto di storia dell’umanità, passando poi alla definizione di civiltà come uno sforzo verso una società umana universale. Qui riconosce le condizioni della pace nella costituzione repubblicana dei singoli Stati, nella federazione degli Stati tra loro e nel diritto cosmopolitico, cioè il diritto di uno straniero a non essere trattato da nemico nel territorio di un altro stato. Ma soprattutto, ed è questo l'insegnamento principale,  vede la massima garanzia della pace nel rispetto da parte dei governanti  nell’accordo tra politica e morale, secondo la massima:l’onestà è migliore di ogni politica.

Concetto espresso secoli fa, spesso purtroppo dimenticato da chi ha l’onore e l’onere di governare le Nazioni: sarebbe il caso di (ri)leggerlo…






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