giovedì 23 febbraio 2012

Sanità pubblica & coscienza privata


Sulla sanità pubblica ed in particolare il caso dell’Umberto I, si sono espresse giustamente molte critiche. Occorre tuttavia non generalizzare, altrimenti il rischio è quello di  non essere obiettivi nelle espressioni, paradossalmente enfatizzando le negatività e minimizzando le positività. Certo, il sistema sanitario pubblico risulta viziato in molti casi da aspetti che nulla hanno a che vedere con la cura ed il rispetto del malato, bensì  più  affini a mere questioni di vantaggi personali, incarichi prestigiosi e ben retribuiti, o “parcheggi” per amici, nel senso di assunzioni particolarmente facili…

Ma abbiamo anche centri di eccellenza, dove tutto il personale medico, paramedico ed ausiliario, i volontari di pronto intervento,  si impegnano nella loro missione con ottimi risultati, ponendo la Sanità italiana sicuramente in una posizione di primo piano. Pensiamo al modello americano e per esperienza diretta, avendo una moglie medico cardiologo inglese, al sistema sanitario anglosassone. Davvero non farei a cambio.

Si deve quindi procedere alla riproposizione dei modelli validi  laddove il sistema non funziona, anche in un positivo confronto con la sanità privata che non deve essere vista quale antagonista, ma come ulteriore possibilità di scelta per il cittadino ed una opportunità per il Paese. Contestualmente, un controllo attento sui centri di costo inutili (che sono molti), con un preciso percorso meritocratico  per gli addetti. Anche nella sanità pubblica, deve vigere la regola  del  merito : chi si  dimostra bravo deve essere premiato, gratificato ed andare avanti.

Infine, sul caso dell’Umberto I, nel  disappunto per quanto è accaduto, mi chiedo : ma dove erano i parenti di quella povera signora così miseramente umiliata? E qualora non avesse avuto accanto i suoi familiari, perché nessuno dei presenti si  è adoperato per riportare immediatamente una così penosa situazione a chi di dovere? Credo  dovremmo essere tutti più proattivi nelle situazioni di disagio altrui che ci possiamo ritrovare a vivere nella nostra quotidianità : non aspettiamo che siano gli “altri” a fare qualcosa, facciamolo noi, senza che arrivi Striscia la Notizia a  sollevare il caso….ed educarci al rispetto dell'essere umano!

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