lunedì 20 febbraio 2012

Cambio di strategia : non copio...me lo compro!

Per essere più esatti, il titolo non è completo. Avrei dovuto aggiungere “continuo a copiare e nel frattempo mi compro l’originale”. L’aggettivo originale non si riferisce ad un qualsivoglia prodotto finito che può fregiarsi del supermarchio “Made in Italy”, bensì all’Azienda italiana che lo realizza! E, guarda caso, si tratta spesso di Aziende il cui Marchio è parte delle nostre eccellenze, quelle per intenderci che hanno reso il lifestyle italiano un benchmark nel Mondo. L’ultima notizia è relativa alla vendita di uno storico marchio dell’automobilismo italiano, la De Tomaso, alla la Car Luxury Investment che è sì una società italiana, ma del gruppo cinese Hotyork Investment Group! Era nell’aria da qualche tempo, più precisamente da quando lo scorso dicembre l’azionista di riferimento italiano, la famiglia Rossignolo aveva concesso l’uso di alcune licenze di utilizzo di brevetti. La cifra di cui si parla è di ca. 12 Mli. Chi, come me, è attorno ai cinquanta, non può non provare un certo senso di nostalgia e delusione pensando ai miti della nostra infanzia, la Pantera de Tomaso….(sic!) Il caso De Tomaso è in sequenza temporale ad altre recenti cessioni di Brands italiani a Gruppi asiatici. Molti di questi, come detto, simboli del MiI: dai Cantieri Ferretti (che navigavano in cattive acque), a Broni ed Allegri per citarne solo alcuni. La stessa Bulgari era stata ceduta al colosso Lvmh, ma di Gruppo francese si tratta, Europeo, quindi non c’entra… Le prime dichiarazioni (di circostanza?) da parte dei nuovi azionisti, comuni a tutte queste cessioni sono la soddisfazione per l’accordo raggiunto e la conferma che saranno mantenuti i siti produttivi in Italia. Meno male, data la situazione generale, la seconda (la conferma) è una bella notizia: l’arrivo di nuovi capitali rimpingua le casse (spesso scarne) e consente gli investimenti necessari allo sviluppo. Almeno questa è la prima considerazione che sorge spontanea. Ma c’e da fidarsi dei commenti e delle promesse? Non pensiamo male (..ma spesso ci si azzecca), tuttavia qualche riserva c’è! Più precisamente : chi potrà impedire ai nuovi proprietari di trasferire le produzioni in Paesi più allettanti sotto il profilo dei costi di produzione, della burocrazia e dell’imposizione fiscale una volta acquisito in toto il know-how? Badate, non mi riferisco a quello industriale che già conoscono meglio di noi, bensì al particolare approccio mentale alla manifattura che è, direi, una peculiarità esclusiva italiana, fatta di cultura ed esperienza nell’individuare i dettagli, nel determinare il particolare vincente e nel saperlo presentare: quello che mi piace definire l’anima dei prodotti Italiani. Ecco il vero valore immateriale del Made in Italy: “l’anima” non è riproducibile a basso costo! Proprio per questo ce la stanno comprando: l’hanno capito!

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