martedì 28 febbraio 2012

Il fascino di un pensiero controcorrente


Non esiste economista planetario  che in questi ultimi anni non abbia accostato la Grande Crisi del 1929 con quella che (ritornano i sic! ) sta vivendo l’economia mondiale, o per meglio dire le vecchie economie occidentali, dall’Europa agli Stati Uniti. E via con i dibattiti, i convegni, i paragoni, le analogie, le soluzioni attese e, come spesso accade, le contrapposte tesi. Nel mentre, le nazioni occidentali soffrono e, per restare ai problemi di casa nostra, le pmi chiudono, gli imprenditori (piccoli) scelgono a volte la più estrema e tragica delle soluzioni, i disoccupati aumentano e le grandi Imprese ..delocalizzano! Ma questo purtroppo è un altro discorso. Torniamo sul tema. Non c’è dubbio che, nel ’29, l’allora Presidente US Franklin Delano Roosevelt seguì la dottrina economica di John Keynes, individuò un nuovo ruolo per lo Stato nell'economia, attuando così le politiche del New Deal, Nuovo Corso, e realizzando in sostanza il modello del moderno Welfare. Personalmente ritengo sia ben difficile un confronto. La attuale situazione macroeconomica, l’economia che è diventata globale e quindi condiziona (ed influisce pesantemente) le singole politiche economiche domestiche, rende ben più arduo il compito di chi deve decidere. Una cosa è certa: Roosevelt capì immediatamente che la prima, inevitabile decisione doveva essere quella di porre regole alla speculazione finanziaria selvaggia che - in questo le due crisi sono simili (sic!) - aveva portato al crollo dell’economia reale con nefaste conseguenze. Oggi pare che il porre regole alla finanza non interessi molto…

La storia è comunque sempre maestra di vita. Quindi ho trovato molto suggestive ed interessanti le argomentazioni proposte da una nuova teoria economica che si sta diffondendo in US, la  Modern Monetary Theory, che trova il suo guru in James K.Galbraith, (professore universitario e consigliere di Obama) e fonda  i propri principi ispiratori appunto nelle teorie Keynesiane adottate da Roosevelt nel ’29, adeguandole al contesto dell’attuale situazione. Le tesi avanzate da Galbraith con la MMT sono controcorrente rispetto alle misure fino ad oggi adottate dall’Europa, (o meglio dalla Germania ndr) ovvero affermano che l'austerity imposta non è soltanto sbagliata nei tempi, perché essendo pro-ciclica taglia il potere d'acquisto quindi i consumi  nel bel mezzo di una recessione, ma è concettualmente assurda. Eretico? Da una parte vien voglia di pensarlo, perché altrimenti stanno (stiamo) sbagliando tutto! E allora son guai perché non possiamo permettercelo!

Che cosa propone Galbraith con la MMT, peraltro sostenuta da un sempre maggiore consenso di altri illustri economisti e corroborata da una larga popolarità nei blogs che si occupano di economia? In estrema sintesi: una rivoluzione rispetto al pensiero dominante! Vengono dapprima contestati tutti i presupposti che hanno deciso le politiche economiche definite “obsolete”: dal trattato di Maastricht che  impone ai Paesi membri UE di non  superare il 3% del Pil (peraltro i fatti gli hanno dato ragione….), al  nuovo patto fiscale  con il quale lo stesso limite è stato ridotto allo 0,5% del Pil. La domanda che pone è di una semplicità direi geniale o folle:  chi ha stabilito che il debito pubblico di uno Stato sovrano diventa insostenibile sopra il limite del 120% del Pil? Dove sono le prove? Sostiene invece la MMT che non ci sono tetti razionali e predefiniti al deficit e al debito sostenibile da parte di uno Stato, in quanto le Banche Centrali hanno un potere pressoché  illimitato di sostenere i  disavanzi pubblici stampando moneta. E non solo questo è possibile, ma soprattutto è necessario in tempi di recessione e stagflazione, specialmente se quest’ultima è dovuta ad un aumento dei prezzi della materia prima e non imputabile alla massa di moneta circolante. La soluzione per la ripresa e la  crescita passa attraverso un rilancio della spesa pubblica in deficit, immettendo nel sistema  la necessaria liquidità ad opera della Banca centrale. Non certo con l’austerity e l’aumento  delle tasse: almeno non nella contingente situazione delle economie occidentali.

Non è facile, come detto, confutare la tesi espressa da Galbraith & C. , date le variabili macroeconomiche e le influenze delle nuove economie, consolidate e “rampanti”. Tuttavia occorre riconoscerle un certo fascino. Se si condivide il pensiero che il deficit pubblico nel quadro economico attuale possa essere soltanto buono, ovviamente a condizione che venga finanziato e sostenuto  dalle banche centrali con l’acquisto senza limiti dei bonds emessi dai rispettivi singoli Paesi, allora questa leva monetaria va usata in modo nuovo e per certi versi  spregiudicato nel sistema delle imprese e dell’economia reale. Ma è l’opposto  di quanto succede in Europa, mentre negli US la paventata nuova manovra di Obama sembrerebbe seguire e sposare tale strategia. E’ il fascino che scaturisce dai rispettivi antitetici  atteggiamenti: da una parte l’attendismo che tende a curare una gravissima infezione con l’antibiotico del rigore e dei tagli, dall’altra l’azione risolutiva di un deciso intervento chirurgico con l’immissione di nuova linfa vitale per le imprese e le famiglie. Tutte le due soluzioni proposte sono a rischio, ma non nego che “l’azione” mi ha sempre più affascinato “della difesa”. Ma è solamente una questione di carattere, tuttavia dato che Draghi & C. o meglio la Troika hanno fatto da tempo la loro valutazione, per puro istinto personale di sopravvivenza, l’auspicio che formulo è quello che le teorie di MMT siano  eretiche e folli. Oggi però, riferendosi alla Grecia  la stessa Merkel dichiara che non vi è alcuna certezza sul salvataggio del Paese nonostante le misure adottate e contemporaneamente S&P declassa ancora dichiarando il default selettivo! A questo punto quanti Sic? dovrei aggiungere?

1 commento:

  1. "La visione del mondo della MMT è intrigante, se non altro perché è così diversa anche dal modo convenzionale di pensare Keynesiano alla politica fiscale e monetaria. Purtroppo, mi sembra che sia dannatamente sbagliata. I sostenitori della MMT si concentrano su tautologie contabili che non significano quello che pensano." di Robert Murphey

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.