venerdì 24 febbraio 2012

Crescita & sconforto : le stime 2012


Pur essendo un inguaribile ottimista, solitamente propenso più al fare che all’aspettare , devo riconoscere che ho provato una sensazione di sconforto leggendo le note stampa diffuse dalla Commissione Europea  riferite alle stime di crescita (? ..sic!) del pil europeo per il 2012. Sconforto per i dati che, come sempre accade quando ci sono numeri,  ci palesano in maniera brutale una serie di problematiche che ben difficilmente potranno essere risolte,  a mio parere, con una politica economica basata sostanzialmente sull’austerity e la conseguente contrapposizione delle parti sociali. Vediamo alcuni punti:

-          La previsione al ribasso – riferita al Pil dell’Eurozona – precedentemente  prevista in aumento dello 0,5%       (aumento ? sic!)   è stata rivista in ribasso di 0,8 punti percentuali (sic!, sic!) a causa del perdurare delle condizioni economiche critiche . Quindi, la Commissione parla di stagnazione. Sarebbe più opportuno, a mio avviso, usare il termine stagflazione, ovvero quel  micidiale cocktail di  stagnazione ed inflazione che, sebbene non imputabile all'aumento della massa di moneta circolante, avviene per effetto dell’aumento dei prezzi delle materie prime e delle accise  (degli effetti terribili  di una tale situazione,  avevo scritto in un altro commento che vi invito a rileggere pubblicato giorni fa su www.lacrepa.org).

-          Lo sconforto aumenta quando i numeri fotografano le previsioni dei Paesi più “chiacchierati”, tra i quali (sic!) il nostro. Una brevissima  considerazione sulla Grecia è d’obbligo. Si indica un -4,4%:  in questo caso, tutti i “sic!” del mondo non basterebbero! Quindi, mi limito a pormi/porvi una sola domanda:  come sarà possibile che il Paese possa far fronte agli  impegni presi? A mio avviso sarà molto, molto difficile: chi avesse la soluzione è pregato di farmela pervenire.... 

-          Veniamo quindi al Belpaese, e anche qui sono dolori. Le stime della Commissione europea prevedono un calo del nostro Pil dell’1,3%. Con le dovute proporzioni, vale ahimè l’analogia con la Grecia, auspicando ovviamente una conclusione ben diversa. E’ doveroso rimarcare – ci dice sempre la Commissione che tale stima rimane sub judice dello spread, il famigerato differenziale dei nostri titoli con il bund tedesco, ovvero che debba mantenersi attorno ai 370 punti.

Questi sopra, in sintesi, i  punti salienti.

Stando sulle questioni di casa nostra, cosa dire? Una diminuzione percentuale di tale portata significa in valori assoluti miliardi di euro di Pil in meno, con tutte le conseguenze negative che questo comporta in termini di occupazione, perdita di consumi, perdita di fabbisogno per il welfare e via a cascata. Nella nota della Commissione si legge che il ritocco al ribasso è causato da “un alto livello di incertezza, i consumi più cospicui e gli investimenti delle aziende vengono rimandati, con la conseguenza che le stime di crescita per la prima parte del 2012 sono peggiorate rispetto alle stime precedenti  Quindi, una soluzione potrebbe essere quella che l’incertezza (dei consumatori) e la mancanza di investimenti  (delle Imprese) siano risolti da una bella iniezione di liquidità da parte delle Banche nel sistema della manifattura, dallo smobilizzo del free lunch che è stato il denaro prestato loro dalla Bce a tassi di  favore  e che avrebbe dovuto essere in gran parte destinato a dare ossigeno alle Imprese,  all’economia reale, e non utilizzato per …ricomperare il loro debito! Come ho più volte sostenuto, dobbiamo guardare al denominatore nel rapporto debito / PIL.

E per quanto riguarda lo spread, siano promulgate norme chiare e severe nei confronti della finanza speculativa, sui futures , derivati e sulle vendite/acquisti allo scoperto. Altrimenti quella finanza che attraverso computers e software sofisticatissimi  ed autonomi , è in grado di generare, come ha fatto, disastri mondiali, sarà la causa del ritorno al Medioevo.  Superiamo quindi lo sconforto: occorre urgentemente “fare”, rimettere l’uomo al centro dell’interesse, altrimenti  saremo travolti dal nostro “aspettare” nel subire passivamente gli eventi.


1 commento:

  1. Evidentemente la Commissione Europea ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento non sono sintonizzati nonostante le ....parabole di Giarda:

    (ANSA) - ROMA, 24 FEB - Il bilancio dei primi 100 giorni del governo Monti e' ''certamente positivo. Il Paese ha riguadagnato credibilita' a livello internazionale e al suo interno sta risalendo la fiducia di cittadini e imprenditori''. Sono le parole del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, nell'intervista rilasciata a 'Left-Avvenimenti' aggiungendo che sul controllo della finanza pubblica ''non possiamo abbassare la guardia, dovendo raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013''.

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