sabato 20 aprile 2013

Il primo grande errore di Matteo Renzi si chiama Prodi


19 - 04 - 2013  Romano Perissinotto

pubblicato su www.formiche.net

Il primo grande errore di Matteo Renzi si chiama Prodi

 
E’ arrivato da Firenze in treno, in jeans e giacca sportiva, asole scucite e con un trolley per la biancheria di ricambio. Niente auto blu, niente scorta e via a prendere un taxi per raggiungere i “suoi” eletti a cena e… decidere cosa fare. Disinvolto, disponibile quanto basta con i giornalisti che lo assediavano, sorridente con la gente che gli chiedeva una foto. E’ il Renzi aspirante leader che conosciamo.
La sera prima, in tv, sparava bordate e siluri, eccedendo a volte nei toni, al candidato Presidente della Repubblica, Franco Marini, un giovane ottantenne che il suo segretario Bersani aveva proposto all’altro, al Cavaliere che aveva detto sì. L’obbiettivo evidente era quello di colpire il suo avversario, quello che lo aveva sconfitto qualche mese fa in occasione delle primarie. Ho sempre pensato che l’intelligenza, la furbizia, l’acume del guascone, oltre alla conoscenza delle dinamiche interne del suo partito, avessero suggerito al rottamatore di competere… per perdere, ovvero che quella presunta gara rappresentasse solo un sorta di diversivo, un termometro ed un’occasione straordinaria per misurare il proprio consenso. E non solo all’interno del proprio partito.
 
Poi ha logorato il segretario, lentamente, senza strappi evidenti. Ha contribuito alla campagna elettorale senza mai demonizzare l’avversario che ha rappresentato per venti anni (e rappresenta ancora) l’ossessione della sinistra. Ha atteso il risultato finale che in cuor suo probabilmente sperava, il peggiore per Bersani: il paradosso che lo vede primo ma non vincitore, incaricato premier senza una chance di ottenere una maggioranza a meno che di rivolgersi al “nemico” di sempre. A fronte dei ripetuti errori del Pierluigi da Bettola, il toscano non è stato avido con i suggerimenti: più e più volte gli ha indicato la necessità di un dialogo con Berlusconi. Ma questa oramai è storia.
Oggi che fa Renzi? Indica Romano Prodi. Ma come, il rottamatore aperto al dialogo, che cerca voti anche nel centrodestra, che auspica la fine di un’epoca basata sul conflitto e non sul confronto indica proprio Prodi, ovvero l’uomo indicato da Berlusconi come la peggior iattura per l’Italia? L’ambizione è così forte da fargli commettere un errore così banale? Si, perché l’obiettivo reale di Renzi è quello di tornare al più presto al voto, ma è molto rischioso e non così scontato. Di certo, dall’altra parte, le simpatie che il monello toscano si era guadagnato sfumano parecchio. Al contrario, ottiene l’effetto sicuro che gli elettori delusi del Pdl, quelli che non hanno votato Berlusconi si ricompattino attorno al loro Leader che, pealtro, è in crescita di suo…
 
Mentre scrivo queste poche righe, il Pdl protesta nella piazza e non partecipa al voto. E’ un fatto grave, a mio avviso un pessimo, ennesimo messaggio negativo ad un Paese in grave sofferenza. Ho le sensazione che la strepitosa cavalcata promozionale di Matteo Renzi oggi abbia subito un duro stop, un primo grande errore che pagherà in termini di consenso. Di fatto, consegna il Partito Democratico agli umori di Grillo, abile stratega ma pericolosissimo politico. E l’unità del Paese? il desiderio di rinnovamento e di uscire dalle sterili vecchie logiche? Oggi non contano, c’è il congresso del partito democratico.

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