Il Centro studi Confindustria
indica a maggio una contrazione della produzione industriale dello 0,6%
rispetto ad aprile, quando era stata stimata una variazione di -0,5% su marzo.
Si allarga così a -22,1% la caduta dal picco dell'aprile 2008 mentre il
recupero dai minimi, toccati nel marzo 2009, scende al 5. Numeri che
fotografano un’economia nazionale in ginocchio. I gravi e tragici eventi dell’Emilia
inducono a pensare interventi sulle accise delle benzina per finanziare gli
aiuti. Lo spread ritorna a livelli preoccupanti, ben distante dai quei 370
punti di massimo differenziale ipotizzato nelle previsioni di inizio anno nei
documenti di programmazione economica per il famigerato patto di stabilità.
Grecia sugli scudi e Spagna ancora retrocessa dalle agenzie di rating: gioca
ora in serie B ed in quel campionato i principali investitori internazionali
non possono accedere. Presenta inoltre un bubbone di 19 miliardi di euro per salvare Bankia, la
terza banca della penisola iberica.
Sono questi solo alcuni aspetti del
teatro europeo dove continua la rappresentazione della tragedia, un copione
noioso fatto di chiacchere con effetti fino ad oggi effimeri. Quando gli attori “protagonisti”
prenderanno atto della loro rappresentazione? Quando decideranno di essere meno protagonisti e di concorrere insieme al
successo dello spettacolo, inteso come la via d’uscita di una Europa unita e
compatta? L’auspicio è che facciano in fretta. Anche in questo caso, come è
necessario, il fattore tempo è fondamentale: l’orologio dell’economia mondiale
e dei bisogni della popolazione europea segna tempi
più rapidi rispetto a quello degli attori: ne prendano atto e si adeguino
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