“Fermare il declino e Italia Futura: le
ragioni e le modalità della
collaborazione
Cara amica, caro amico,
Come forse hai letto sul nostro sito o
sugli organi di stampa che ne
hanno parlato, sabato si è tenuto a
Roma un incontro tra Fermare il
declino e Italia Futura, presso la
sede nazionale di IF: loro hanno
uffici e personale retribuito, sono in
pista da due annni e mezzo.
All'incontro hanno partecipato per
Fermare il declino, oltre ai
fondatori presenti in Italia, anche i
rappresentanti di alcune delle
associazioni che si sono finora
riconosciute nel nostro manifesto e
programma, come Zero+, Civicum,
Costituente liberale, Fondazione
Oltremare, Indipendenti per Monti.
L'incontro nasceva dalla comune
esigenza di verificare la possibilità
di un'agenda il più possible
comune, politica e organizzativa, che
tenga conto dei tempi
estremamente ristretti nei quali ci
dobbiamo misurare, per verificare
quali esiti e sviluppi dare alla
nostra iniziativa.
È vero che la prima linea di Italia
Futura si è riconosciuta nel nostro
appello e programma. E che in talune
parti d'Italia tra i nostri
aderenti nelle prime settimane vi sono
anche sostenitori di Italia
Futura. Ma è altrettanto ovvio che il
loro essere campo da due anni e
mezzo con proprie risorse, presenze e
agenda, poneva il problema di una
immediata verifica operativa che
sgombrasse il campo da ogni equivoco,
mettesse a fuoco convergenze o margini
di dissenso, ed elaborasse bozze
di organi e procedure per strutturare
da subito processi decisionali e
un metodo di lavoro davvero condivisi.
Per questo io stesso ho proposto a
inizio dei lavori un ordine del
giorno in tre punti. Primo: organi e
procedure di lavoro, politici
organizzativi e programmatici.
Secondo: valutazioni politiche sui tempi
e i modi dello sviluppo della nostra
iniziativa. Terzo: quali criteri
seguire per l'estensione ulteriore del
nostro movimento, ad
associazioni, espressioni civiche, ma
anche pezzi ed esponenti di
politica locale in uscita dai vecchi
partiti e coalizioni.
Ho premesso a tutto ciò una
considerazione che ha una importanza
essenziale, e che desidero qui
ribadire con grande chiarezza a tutti, a
maggior ragione vista la lettura che
il Corriere della sera ha voluto
proporre ieri del nostro incontro.
È ovvio che tra non molte settimane -
stante che l'ipotesi realistica è
che le elezioni politiche saranno tra
fine marzo e metà aprile - quando
dovremo tirare le fila dello sviluppo
futuro di Fermare il declino,
l'indicazione di una leadership sarà
parte essenziale di una proposta
credible per il Paese. Ma, ho
aggiunto, quello che è chiaro è che non
ci sono leader "in sonno"
già decisi e che aspettano solo che altri
lavorino per poi cavalcare l'onda: nè
Montezemolo, nè Marcegaglia, nè
altri. Quando sarà il momento la
decisione sarà presa e saranno gli
aderenti a votare e scegliere tra le
candidature con le primarie.
Con questa inequivoca dichiarazione
nostra gli esponenti presenti di
Italia Futura si sono dichiarati
d'accordo. E qui desidero ribadirlo a
voi tutti, soprattutto ai molti che in
rete e per mail ci hanno
legittimamente chiesto conto di quella
che per il Corriere stamane era
invece solo una mera tattica per
tirare la volata a un candidato leader
già scelto. Non è così: come sempre
abbiamo detto e come ieri con noi
ha convenuto chi rappresentava Italia
Futura.
La discussione sui tre punti è durata
circa quattro ore. E ha prodotto
i seguenti risultati.
Sul primo punto, è stato deciso senza
particolari problemi di
costituire tre comitati ristretti da
porre al lavoro al più presto: un
comitato politico, e al di sotto un
comitato organizzativo e uno
programmatico. Il comitato politico
nasce attualmente come espressione
di Fermare il declino e Italia Futura,
per poi allargarsi in caso di
auspicate nuove estensioni della
nostra rappresentanza a soggetti
civici, associazioni culturali e
movimenti. Al comitato organizzativo
spetta l'immediata attivazione della
messa a matrice comune delle
nostre presenze in tutte le Regioni,
Province e Comuni dove sia
possibile, e il coordinamento delle
attività di adesione e sostegno
alla nostra iniziativa.
Al comitato programmatico l'indirizzo
prioritario dei punti del
programma da approfondire ed
estendere, a cominciare dai temi del
lavoro, condizione femminile e
giovanile sui quali molti degli
intervenuti hanno puntato il dito, per
sventare il rischio di apparire
come una formazione a caratterizzazione
solo macroeconomica. Numerosi
interventi hanno risollevato un punto
che torna in rete e sui social
network ogni giorno: com pensarla su
questo e su quello.
Noi restiamo fedeli all'idea che
partiti e movimenti con una linea
definita su ogni cosa siano un
retaggio delle vecchie chiese. Nasciamo
su alcune priorità per invertire il
declino italiano, riconosciamo che
dobbiamo perfezionare profondità ed
estensione delle nostre proposte su
alcuni temi, ma non ambiamo a
diventare produttori di linea per ogni
voce dell'ecnciclopedia.
Sul punto due, la discussione ha
toccato a lungo il giudizio sul
governo Monti. Le sensiblità erano e
restanto diverse. I fondatori di
Fermare il declino riconoscono a Monti
uno stance internazionale che il
predecessore non poteva neppur
sognarsi, ma ritengono che il governo
Monti non abbia scalfito le pessime
prassi della PA italiana che
sommate alla cecità della politica
hanno condotto al declino italiano.
Gli esponenti di Indipendenti per
Monti hanno ribadito che tuttavia
l'offerta attuale della politica
consiglia di restare a difesa attiva
di Monti oggi, e pronti a sostenerlo
anche un domani se presenti in
Parlamento. In posizione mediana IF,
convinta dell'inopportunità di
apparire come nemici del premier, mentre diverso è criticare anche
pesantemente errori dei suoi ministri.
Sul punto tre, il radicamento
territoriale e l'apertura verso
l'inclusione di nuove associazioni e
movimenti dovrà portare a "filtri"
nei confronti di pezzi di vecchia
politica e amministratori locali che
si avvicinassero a noi. Regole formali
scritte e precetti validi per
tutti non possono essere facilmente
identificati, l'esame della
crediblità personale e collettiva
andrà fatto caso per caso, alla luce
dei punti del nostro manifesto e del
programma.
A conclusione dei lavori, esaminato il
presumibile calendario
elettorale, la decisione finale è
stata di tenere una grande convention
a inizio novembre, nella quale sciogliere
defitivamente il dilemma
intorno alle modalità della
piattaforma politica con la quale lanceremo
una proposta nuova al Paese,
programmatica e di cambio di classe
politica e dirigente. Non serve un
partitino nuovo. L'essenziale è
capire se e come saremo in condizione
di presentare liste e candidati
in coerenza a ciò per cui siamo nati e
che ci unisce, alla luce anche
di quella che sarà l'eventuale riforma
elettorale. E a quella data, in
una manifestazione che potrebbe unire
due luoghi evocativi del lavoro e
della cultura a nord e a sud collegati
via satellite, dovrà ovviamente
essere sciolto anche il problema della
leadership.
Cari amici, come vedete si tratta di
un pecorso molto impegnativo. Il
tempo è poco, le nostre risorse sono
ancora troppo limitate. Ma se in
quattro setimane di agosto ventimila
hanno aderito, ora si tratta di di
moltiplicare l'impegno di tutti per
accresere le adesioni. I
coordinatori di cui stiamo annnciando
la nomina nelle diverse Regioni
non sono al vertice di gerarchie nè
eligendi a questa o quella
assemblea politica, sono volontari tra
volontari tra volontari che
accettano di iniziare a organizzare e
focalizzare presenza e iniziative
degli amici. Servono in particolare da
subito due tipi di eventi,
localmente. Incontri anche conviviali
finalizzati al fund raising,
estesi a non aderenti, con la
partecipazione di uno di noi che illustri
brevemente le prorità che qui trovate.
E vere e proprie presentazini
pubbliche della nostra iniziativa, del
suo programma, delle sue
intenzioni di rimettere in piedi
l'Italia senza più cadere trappola nè
delle vecchie promesse dei partiti, nè
della nuova seduzione della pura
protesta.
C'è molto, moltissimo da fare. E lo faremo
su base volontaria.
Continuando a potenziarci nella
comunicazione, dove siamo solo agli
inizi. E nel web, dove già siamo un
poco più avanti, con oltre 10 mila
like al sito. Ma l'obiettivo alla
nostra portata deve essere quello di
arrivare oltre quota 50 mila nel giro
delle prossime sei settimane, con
un fund raising appropriato a
sostenere le nuove iniziative che
annunciamo.
Contiamo su ciascuno di voi, sul
vostro entusiasmo, sulla vostra
disponibilità a metterci faccia, tempo
e credibilità. Come noi tutti
facciamo.”
RispondiEliminaUn paio di commenti FB al post ....
Max Buonocore
Io di FID non mi fido...non sò perchè...secondo me questi rischiano d'inquinare IF o meglio pensano di prendersela...ma scusa, senza polemica, io capisco un'aggregazione giovane come IC senza grossi riferimenti politici ma mi mi spieghi che
senso ha fare FID e poi convergere in IF in due mesi ? diciaaaaamolo, facile fare politica con i soldi degl altri :-) Ignazio sarebbe d'accordo... :-) non potevano subito entrare in IF e sostenere Montezemolo invece di fare questo cinema...e come se alcuni dirigenti o ingegneri Fiat si fosserò messi in sciopero e allo stersso tempo avessero creato un nuovo marchio di auto e poi si fossero presentati in Cda Fiat a dire : da oggi facciamo le auto assieme....secondo me gli avrebbero messi tutti in cassa integrazione straordinaria sul gobbo Inps e dopo 18 mesi tutti a casa !
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Vittorino Agazzi Romano devi tornare a casa .... ah ah ah ah
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Alessandro Ciuti
RispondiEliminaMah.....a me personalmente pare che l'operazione sia da osservare con curiosità. Molti non hanno fiducia in IF perchè troppo vicina a confidustria. L'operazione, se andrà in porto, e posto che le modalità siano trasparenti, potrebbe essere
di rafforzare un nucleo su cui costruire una nuova destra liberale. Se si parlano è perchè ci sono degli interessi reciproci suppongo....cmq io l'ho sempre detto...convergere, dialogare anche allearsi va bene. Però ognuno deve mantenere la sua autonomia ed indipendenza altrimenti si riduce ad alla solita operazione di facciata.
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