Ricordo quando un appartamento a
Mayfar, Londra, rappresentava il sogno per un giovane italiano che bazzicava da
quelle parti, con molte speranze e la pronuncia gravata
da un accento milanese che ancora oggi si ripresenta puntuale. Una casa
monofamiliare a South Kensington era poi assolutamente da evitare, a meno di non essere il parente di qualche emiro
arabo. Erano gli anni novanta.
Poi sono arrivati i russi,
inizialmente visti con un certo sospetto ma ben presto riconsiderati in determinati
circoli, d’altronde è risaputo: pecunia
non olet. Infine gli orientali, spinti da quel boom economico che portò a
definire alcuni Paesi del Far East come “le Tigri” asiatiche. Gli indiani ci
sono sempre stati. In effetti, molti medici in UK sono di origine indiana,
altri erano impiegati in mansioni più umili. Negli ultimi due anni sono
arrivati i cinesi, i ricchi cinesi (che sono stimati in oltre 150 Mli…che opportunità la globalizzazione) a
sostenere la domanda di immobili di lusso.
Oggi sono gli italiani. Si, i nostri
concittadini sono diventati pazzi per il mattone londinese e sono gli attori
principali e più dinamici del mercato immobiliare della City. Curiosità:
stando a quello che ho potuto sentire nei giorni scorsi, sembra che molti
siano napoletani. E non si tratta solo di pochissimi “cumenda” in grado di
pagare decine di migliaia di sterline al mq : il prezzo medio che pagano per comprare una casa è di 1
milione e mezzo di sterline - circa 1 milione e 800 mila euro - segno appunto che il numero degli italiani che
investono è aumentato, allargandosi a includere anche coloro con un patrimonio diciamo..più
basso.
Ovvio domandarsi del perché di tanto interesse e
coinvolgere un paio di amici operatori immobiliari londinesi nel rispondere al
quesito. Sono emerse tre principali motivazioni. La prima, che non mi stupisce
affatto, è un mix tra la semplicità delle procedure d’acquisto e la conveniente
fiscalità anglosassone. La seconda, più contingente, è il relativo cambio
favorevole dell’euro con la sterlina (giunto circa un anno fa addirittura alla
pari).
La terza, che
confesso ignoravo, è una norma giuridica introdotta dal governo Cameron che
davvero merita un plauso per sua lungimiranza ed efficacia. Ha adottato una
metodologia che funziona bene. In
sintesi, vuoi la residenza?
Porta 10 milioni di sterline ed entro 2 anni avrai il diritto di
residenza. Se ne porti 5, avrai la
residenza entro 3. Per un “solo” milione al massimo 4 anni. Non male per attirare
capitali stranieri!
Quindi la domanda cresce a tal punto da guidare il
mercato immobiliare. Significativo il fatto che
The Shard, il grattacielo progettato dal nostro Renzo Piano che sarà il più alto di Londra,
nonostante le richieste non ha ancora messo in vendita il residenziale, il cui
valore non sarà a meno di 50mila sterline al metro quadro. Un bel colpo
davvero, complimenti!
All’opposto, mi rattrista un’altra
considerazione degli amici inglesi a fronte degli acquisti dei nostri
connazionali, in particolare dei napoletani, ovvero quella che anche gli anglosassoni sarebbero
interessatissimi ad investire in Italia, in particolare in Campania ed in
generale nel Mezzogiorno, a condizione che la burocrazia fosse meno complessa e di godere di una
fiscalità agevolata.
Ancora una volta siamo di fronte ad
uno sperpero di opportunità, all’ennesima dimostrazione di come un ordinamento
ingessato blocchi lo sviluppo e gli investimenti stranieri. Il “povero” Monti
alla (giusta) disperata ricerca di investitori esteri per il Belpaese mi
appare, purtroppo, come un dilettante allo sbaraglio: si pensi a riformare,
snellire e semplificare le procedure: i capitali ci sono e stanno aspettando
con una gran voglia di …sole e di pizza.
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