Essere consapevoli delle difficoltà del Paese
e non essere in grado di applicare le terapie che, a torto o ragione, si ritiene possano giovare
al malato. Essere abituati a ricevere elogi per una straordinaria esperienza in
Commissione europea dopo aver affrontato e vinto una dura battaglia
contro le lobbies (ricordate Microsoft) e non essere in grado di “combattere” i
partiti. Essere costretti a chiamare altri tecnici per fare il lavoro “sporco”
dei tagli alla spesa pubblica ed ai costi della politica – finanziamento pubblico
– e non essere (ovviamente) apprezzato dall’opinione pubblica per questo. Monti dichiara di sentire il peso di sei mesi di governo sulle spalle
come un periodo che gli sembra essere molto più lungo degli anni passati come
Commissario europeo. Peraltro oggi piovono anche critiche alla persona, cosa
sicuramente a cui non era abituato. Alcuni lo descrivono come “amareggiato”, altri
gli chiedono maggiore “personalità” nel consesso europeo, che poi significa nei confronti della Merkel.
E nelle stanze dei palazzi della
politica in tanti, molti di più di quelli che lo dichiarano apertamente, sotto
sotto vorrebbero che tornasse alla sua amata Bocconi.
Verrebbe da dire ..povero Monti , se non fosse che l’aggettivo mal si
addice al Sig. Mario Monti in relazione alla generale condizione dei suoi
concittadini. Gli capita quindi di commettere sempre più spesso banali errori
di comunicazione, banali ma dagli effetti politici micidiali. Incomprensibile l’ultimo, quello relativo alla
tragica vicenda dei suicidi, laddove ne imputa la colpa ai precedenti governi,
dimenticando che erano espressi dalla stessa maggioranza che (ancora) lo
sostiene in Parlamento. Ed immediata è arrivata l’alzata di scudi e l’interpellanza
parlamentare. Passando le settimane, credo che il buon Mario, cosi rassicurante e sicuro di sé mesi fa, viva sempre
più una frustrazione che lo porti dapprima a pensare “chi me lo ha fatto fare..”, poi ad inciampare frequentemente nell’intreccio
di fili più o meno invisibili tesi proprio da quei partiti che dovrebbero
sostenerlo.
Ma dove porta questo “stato d’animo”
del Premier, ovvero quali possibili conseguenze per il Paese, cioè noi
cittadini? Certamente non rosee, una in particolare: il clima di incertezza e confusione palesato
proprio dal Premier Monti (clima subentrato
ad un periodo iniziale di forte determinazione nella sua azione di Governo) non facilita la fiducia dei mercati e degli
investitori internazionali. Quindi? Lo spread è ancora a livelli insostenibili
ed i valori delle aziende quotate diminuisce. E’ bene ricordare che tutte le previsioni di pareggio di bilancio e
diminuzione del rapporto debito/pil sono state a suo tempo tarate sulla conditio che il “famigerato”
differenziale non superi quota 370 …
Non potendo sopportare anche gli “stati
d’animo” del Premier, l’auspicio non può
quindi essere diverso da quello che
Monti “riprenda” fiducia e vigore nella sua azione, sebbene più volte criticata
in questa sede per quelle che sono palesi contraddizioni nella fiscalità e nei
tagli alla spesa pubblica. Oppure si faccia da parte e lasci la responsabilità
ai cittadini di trovare soluzioni alternative prima nella rappresentanza
politica, poi nel Governo del Paese. Per
maggiore chiarezza, giova ripetere: responsabilità ai cittadini, che devono
esserne ben consapevoli.
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