Chi si aspettava un temporale ha
visto arrivare una tempesta. Chi ha continuato a parlare blandamente di “antipolitica”
si è ritrovato di fronte all’avvento di un nuovo movimento politico. Chi ha snobbato la Rete
fino a poche settimane fa e solo di recente ha iniziato a comunicare (male) con
la gente attraverso i social networks, si accorge dell’errore commesso. Chi,
venti anni fa, ha garantito la rivoluzione
liberale e federalista non mantenendo la promessa , oggi deve fare i conti con
un elettorato tradito e, direi, frustrato.
Pur essendo consapevoli dei
possibili effetti di così tanta miopia, Pdl
e Lega, i due partiti che rappresentavano le aspirazioni dell’elettorato
moderato, liberale e dì federalista, hanno fatto ben poco, praticamente nulla.
E quello che sono riusciti a fare, autocritica e pulizie domestiche annunciate da una parte, grandi ed evanescenti
proclami dall’altra, è stato fatto male. Il loro peggiore errore, oltre al “tradimento”citato,
è stato quello di non considerare il fattore tempo, ovvero la situazione densa di
preoccupazione, ansia e timore per il futuro che vive il loro (ex) elettorato. La Lega si “consola” con la vittoria di Tosi a
Verona senza rendersi conto che proprio nei numeri del successo ottenuto dal
sindaco è insito il disastro del partito: la lista prende il 10%, …spiccioli.
Sul Pdl stendiamo un velo pietoso
quantomeno per coprire i mille volti di un partito il cui interno, assente il faro, è
sconvolto da contrasti malamente celati che,
immagino, saranno ancora più aggravati dai risultati delle amministrative.
Berlusconi, a Mosca, evidentemente non viene correttamente informato, non tanto sulla portata dell’esito negativo del
voto, ma soprattutto sulla reale situazione della sua creatura, lo sfacelo. E viene punito con la peggiore delle armi: l'astensionismo dei suoi (ex) elettori. Vedasi Lombardia ed in particolare i risultati di Monza e Como.
Cosa resta? Non il vuoto come
leggo da più parti. I "vuoti" vengono sempre riempiti dagli estremi! Resta invece un popolo liberale, moderato riformista e federalista
che chiede di essere rappresentato e che non ha cambiato la propria essenza ed
i suoi ideali. Chi saprà raccogliere le sue istanze, un soggetto politico nuovo, non viziato da
lotte intestine, consapevole degli obbiettivi e deciso sulle azioni da fare,
potrà ambire al suo consenso e candidarsi alla guida del Paese dopo la “parentesi”
tecnica. Si faccia avanti!
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