Gerhard
Schröder è stato Cancelliere della Germania dal 1998 al 2005. E’ un classico
esempio di self made man, ovvero uno che partendo da una famiglia in condizioni
economiche precarie è riuscito dapprima a prendere una laurea in
giurisprudenza, esercitare la professione di avvocato mentre scalava posizioni
nel partito Socialdemocratico tedesco (SPD) fino a diventarne la figura di
maggior rilievo e vincere le elezioni del
98, ponendo fine al governo di Kohl, l’uomo dell’unificazione delle due
Germanie.
Schröder,
carismatico e narcisista quanto basta, è ricordato principalmente per la sua
politica a favore dell’integrazione degli stranieri e delle famiglie, con
particolare attenzione alla condizione
delle donne ..in tutti i sensi: la sua
biografia ci dice che si è sposato quattro volte.
Intervistato dal Corriere della Sera in occasione di un
suo soggiorno a Roma all’Hotel de Russie,
luogo deputato all’aperitivo della RCC "Roma
Che Conta” in un magnifico giardino interno con annesso ristorante
supervisionato dal mitico Pierangelini, commenta con disappunto la strategia politica
della connazionale Merkel, la “culona” di Fiorello.
Le
critiche mosse da Schröder coincidono con quelle più volte sollevate in questa
sede, ovvero riconducono i guai dell’Europa alla mancanza di una vera Unione
Europea ed alla necessità di “ fare passi concreti verso il coordinamento definitivo delle politiche economiche e finanziarie”. Il
problema sollevato si identifica con il più volte manifestato “ritardo” da
parte della regina Merkel nel percepire
la situazione nella sua dimensione continentale. Ne abbiamo parlato ieri: l’importanza
del fattore tempo nei processi decisionali è assolutamente prioritaria. Non
solo, ma occorre pensare ed agire in funzione di una totale coesione, ad un
modello di “nazione europea” che oggi è sacrificato in nome degli interessi
nazionali dei singoli Stati membri. Basti pensare a quanto sarebbe stato
conveniente per l’Europa se si fosse intervenuti immediatamente nella soluzione
del caso Grecia : un’inezia rispetto alle cifre necessarie oggi.
L’attendismo è quindi deleterio e scopriamo
nelle parole di Schröder una ragione di questo
stato di fatto che si traduce in un ulteriore fattore di danno collettivo per l’Europa:
la paura di perdere consenso elettorale
da parte della Cancelliera Merkel. Un
apparente paradosso, l’obiettivo evidente è mantenere il consenso e non la soluzione
del problema: questo atteggiamento porta
necessariamente a ..non risolvere il problema e finirà con la rovina politica di
coloro che ne sono gli attori, ovvero proprio la Merkel. Non c’è quindi da stare
“allegri” in questo contesto ed è bene che la Signora Tedesca capisca che la soluzione è nell'unione politica Europea e si muova in tale direzione: le future generazione le renderanno merito!
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