Oggi sono molti gli argomenti
interessanti che meriterebbero un approfondimento. Avrei voluto commentare gli sviluppi del caso Formigoni che, tra
mille ambiguità e mancate risposte del Celeste, lascia attoniti per il suo continuo
scaricare sulla Regione i presunti discrediti, mentre a ben leggere gli
articoli nulla imputano alla Lombardia, ma solo al comportamento etico del Governatore, diciamo per non trascendere …non
proprio ortodosso ai principi del suo
movimento. Ed ancora, le recenti
dichiarazioni di Alfano, l’ammucchiata tra Vendola e Di Pietro, l’arroganza di
Rosi Bindi, un PD ancora in cerca d’autore, rottamatori e formattatori vari...
Poi leggo la rassegna stampa ed un
articolo su La Repubblica a firma di Ilvo
Diamanti cattura la mia attenzione. Come capita di frequente in questi ultime
settimane, l’argomento trattato è l’associazione Italia Futura ed il suo
Presidente, Montezemolo. Dopo un lunga riflessione già peraltro insita nel
titolo, l’autore rileva che “è troppo
tardi” per una discesa nell’arena politica. Tardi perchè, stando alle sue
considerazioni, gli italiani hanno già sperimentato il “sogno” berlusconiano che si è poi trasformato in una sonora
delusione al risveglio. Quindi, semplificando molto, arriva alla conclusione
che gli elettori non crederanno per la seconda volta al “miracolo” di una
pacifica rivoluzione liberale guidata da un imprenditore.
Con tutto il rispetto dovuto alle
opinioni di Diamanti, con serenità gli rispondo che commette un grande errore
ed una (sicuramente involontaria) mancanza di rispetto per la capacità di
giudizio degli italiani. Sbaglia l’autore quando afferma che un movimento come
Italia Futura si basi esclusivamente sull’immagine carismatica (che peraltro è
un dato di fatto) del proprio Fondatore. Più e più volte lo stesso Presidente Montezemolo
ha ribadito il carattere popolare dell’Associazione, ovvero il suo principio
ispiratore che vuole essere un serbatoio
di idee e fattive proposte provenienti dalle migliori espressioni della società
civile, dal mondo dell’impresa, del lavoro, delle professioni e dalle
organizzazioni del terzo settore. In sintesi, da chi vive sulla propria pelle
le difficoltà del Paese e proprio alla luce della propria esperienza può travasare questo patrimonio di cultura al servizio
dei cittadini nelle istituzioni pubbliche. Non viceversa. Diamanti commette una leggerezza nell’espressione del proprio
giudizio: generalizzare con alcuni banali stereotipi il grande lavoro svolto dal 2009
fino ad oggi, mi sembra quantomeno riduttivo dell’importanza che un nuovo
movimento quale Italia Futura rappresenta. Il
“vuoto” degli attuali
schieramenti politici, la pochezza dei contenuti, le sterili faide fini a se stesse
trovano una alternativa ed un progetto politico concreto di ispirazione
liberale e riformista che è rappresentato proprio nel movimento di Montezemolo
e dalle persone che ne fanno parte. Sono tra quelle fin dalle sue origini e
posso quindi affermare che, giorno dopo giorno, moltissimi altri concittadini
assumono e condividono con passione l’idea che ripartire per costruire insieme il
futuro del Paese è possibile. Contenuti
ed idee prima, poi i Leaders: è questo il grande cambio di paradigma pensato e
realizzato da Montezemolo. Gli italiani, mi creda Diamanti, lo hanno capito.
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