giovedì 31 maggio 2012

Attendismo significa danno


Gerhard Schröder è stato Cancelliere della Germania dal 1998 al 2005. E’ un classico esempio di self made man, ovvero uno che partendo da una famiglia in condizioni economiche precarie è riuscito dapprima a prendere una laurea in giurisprudenza, esercitare la professione di avvocato mentre scalava posizioni nel partito Socialdemocratico tedesco (SPD) fino a diventarne la figura di maggior rilievo e vincere le elezioni del  98, ponendo fine al governo di Kohl, l’uomo dell’unificazione delle due Germanie.

Schröder, carismatico e narcisista quanto basta, è ricordato principalmente per la sua politica a favore dell’integrazione degli stranieri e delle famiglie, con particolare attenzione  alla condizione delle donne ..in tutti i sensi:  la sua biografia ci dice che si è sposato quattro volte.  

Intervistato  dal Corriere della Sera in occasione di un suo soggiorno a Roma  all’Hotel de Russie, luogo deputato all’aperitivo della RCC "Roma Che Conta” in un magnifico giardino interno con annesso ristorante supervisionato dal mitico Pierangelini, commenta con disappunto la strategia politica della connazionale Merkel, la “culona” di Fiorello.

Le critiche mosse da Schröder coincidono con quelle più volte sollevate in questa sede, ovvero riconducono i guai dell’Europa alla mancanza di una vera Unione Europea ed alla necessità di “ fare passi concreti verso il coordinamento definitivo  delle politiche economiche e finanziarie”. Il problema sollevato si identifica con il più volte manifestato “ritardo” da parte della regina  Merkel nel percepire la situazione nella sua dimensione continentale. Ne abbiamo parlato ieri: l’importanza del fattore tempo nei processi decisionali è assolutamente prioritaria. Non solo, ma occorre pensare ed agire in funzione di una totale coesione, ad un modello di “nazione europea” che oggi è sacrificato in nome degli interessi nazionali dei singoli Stati membri. Basti pensare a quanto sarebbe stato conveniente per l’Europa se si fosse intervenuti immediatamente nella soluzione del caso Grecia : un’inezia rispetto alle cifre necessarie oggi.

L’attendismo è quindi deleterio e scopriamo nelle parole di Schröder una ragione di questo stato di fatto che si traduce in un ulteriore fattore di danno collettivo per l’Europa:  la paura di perdere consenso elettorale da parte della Cancelliera Merkel.  Un apparente paradosso, l’obiettivo evidente è mantenere il consenso e non la soluzione del problema:  questo atteggiamento porta necessariamente a ..non risolvere il problema e finirà con la rovina politica di coloro che ne sono gli attori, ovvero proprio la Merkel. Non c’è quindi da stare “allegri” in questo contesto ed è bene che la Signora Tedesca capisca che la soluzione è nell'unione politica  Europea e si muova in tale direzione: le future generazione le renderanno merito!

mercoledì 30 maggio 2012

L'orologio europeo è lento


Il Centro studi Confindustria indica a maggio una contrazione della produzione industriale dello 0,6% rispetto ad aprile, quando era stata stimata una variazione di -0,5% su marzo. Si allarga così a -22,1% la caduta dal picco dell'aprile 2008 mentre il recupero dai minimi, toccati nel marzo 2009, scende al 5. Numeri che fotografano un’economia nazionale in ginocchio. I gravi e tragici eventi dell’Emilia inducono a pensare interventi sulle accise delle benzina per finanziare gli aiuti. Lo spread ritorna a livelli preoccupanti, ben distante dai quei 370 punti di massimo differenziale ipotizzato nelle previsioni di inizio anno nei documenti di programmazione economica per il famigerato patto di stabilità. Grecia sugli scudi e Spagna ancora retrocessa dalle agenzie di rating: gioca ora in serie B ed in quel campionato i principali investitori internazionali non possono accedere. Presenta inoltre un  bubbone di 19 miliardi di euro per salvare Bankia, la terza banca della penisola iberica.

Sono questi solo alcuni aspetti del teatro europeo dove continua la rappresentazione della tragedia, un copione noioso fatto di chiacchere con effetti fino ad oggi  effimeri. Quando gli attori “protagonisti” prenderanno atto della loro rappresentazione? Quando decideranno di essere  meno protagonisti e di concorrere insieme al successo dello spettacolo, inteso come la via d’uscita di una Europa unita e compatta? L’auspicio è che facciano in fretta. Anche in questo caso, come è necessario, il fattore tempo è fondamentale: l’orologio dell’economia mondiale e dei bisogni della popolazione europea segna tempi  più rapidi rispetto a quello degli attori: ne prendano atto e si adeguino

martedì 29 maggio 2012

Paura a Milano, pericolo in Emilia


Ore 9,00: spaventati dalla forte scossa di terremoto, molti impiegati del centro milanese si sono riversati in strada. Grazie al cielo, a Milano sembra non sia  successo nulla di grave. L’epicentro è stato registrato in Emilia, dove migliaia di persone vivono da giorni costantemente quella paura che noi abbiamo avuto solo per pochi attimi. In città nessuna segnalazione di danni a persone o cose: tutto è rientrato nella normalità dei molti commenti e racconti personali.

Proprio questa mattina, leggendo le notizie delle prime pagine dei giornali, notavo come la vicenda del terremoto in Emilia fosse passata in secondo piano.  Scommesse e partite di calcio truccate, fughe di notizie e maggiordomi infedeli  in Vaticano, l’ennesima  indiscrezione sulla vita spericolata del Governatore lombardo ed un altro caso di presunte tangenti che ha condotto agli arresti domiciliari l’ex presidente della Bpm, Ponzellini. Questi i titoloni. La situazione dei terremotati? ..poche righe.

Ma l’operosa  gente dell’Emilia è sempre là, ed oggi la natura ci ha ricordato che non devono  essere lasciati soli.  Bisogna agire in fretta con gli aiuti ed i sostegni alle persone ed alle imprese. Queste ultime, in particolare, già segnate da una pesante crisi, non possono permettersi di aspettare. Devono riaprire: il fattore tempo è fondamentale per non perdere clienti e commesse.  Aggiungere alla paura ed ai disagi il dramma della disoccupazione sarebbe conseguenza intollerabile per quella gente e ..pericolosa. Qualche preciso segnale di questa montante insofferenza verso le istituzioni  si è avvertita in occasione della visita del premier la scorsa settimana. Troppo spesso , il fattore tempo è ancora  poco considerato nell’approccio alla soluzione dei mille problemi che assillano il Paese,  ma assume in questo specifico caso  una particolare  rilevanza che va oltre alla pur importante e necessaria ricostruzione.  


lunedì 28 maggio 2012

Il grande errore di Diamanti


Oggi sono molti gli argomenti interessanti che meriterebbero un approfondimento. Avrei voluto commentare  gli sviluppi del caso Formigoni che, tra mille ambiguità e mancate risposte del Celeste, lascia attoniti per il suo continuo scaricare sulla Regione i presunti discrediti, mentre a ben leggere gli articoli nulla imputano alla Lombardia, ma solo al comportamento etico  del Governatore, diciamo per non trascendere …non proprio ortodosso  ai principi del suo movimento.  Ed ancora, le recenti dichiarazioni di Alfano, l’ammucchiata tra Vendola e Di Pietro, l’arroganza di Rosi Bindi, un PD ancora in cerca d’autore, rottamatori e formattatori vari...

Poi leggo la rassegna stampa ed un articolo su La Repubblica  a firma di Ilvo Diamanti cattura la mia attenzione. Come capita di frequente in questi ultime settimane, l’argomento trattato è l’associazione Italia Futura ed il suo Presidente, Montezemolo. Dopo un lunga riflessione già peraltro insita nel titolo,  l’autore rileva che “è troppo tardi” per una discesa nell’arena politica. Tardi perchè, stando alle sue considerazioni, gli italiani hanno già sperimentato il “sogno” berlusconiano  che si è poi trasformato in una sonora delusione al risveglio. Quindi, semplificando molto, arriva alla conclusione che gli elettori non crederanno per la seconda volta al “miracolo” di una pacifica rivoluzione liberale guidata da un imprenditore.

Con tutto il rispetto dovuto alle opinioni di Diamanti, con serenità gli rispondo che commette un grande errore ed una (sicuramente involontaria) mancanza di rispetto per la capacità di giudizio degli italiani. Sbaglia l’autore quando afferma che un movimento come Italia Futura si basi esclusivamente sull’immagine carismatica (che peraltro è un dato di fatto) del proprio Fondatore. Più e più volte lo stesso Presidente Montezemolo ha ribadito il carattere popolare dell’Associazione, ovvero il suo principio ispiratore che vuole essere  un serbatoio di idee e fattive proposte provenienti dalle migliori espressioni della società civile, dal mondo dell’impresa, del lavoro, delle professioni e dalle organizzazioni del terzo settore. In sintesi, da chi vive sulla propria pelle le difficoltà del Paese e proprio alla luce della propria esperienza  può travasare questo patrimonio di cultura al servizio dei cittadini nelle  istituzioni pubbliche. Non viceversa. Diamanti commette  una leggerezza nell’espressione del proprio giudizio: generalizzare con alcuni banali stereotipi il grande lavoro svolto dal 2009 fino ad oggi, mi sembra quantomeno riduttivo dell’importanza che un nuovo movimento quale  Italia Futura rappresenta. Il  “vuoto”  degli attuali schieramenti politici, la pochezza dei contenuti, le sterili faide fini a se stesse trovano una alternativa ed un progetto politico concreto di ispirazione liberale e riformista che è rappresentato proprio nel movimento di Montezemolo e dalle persone che ne fanno parte. Sono tra quelle fin dalle sue origini e posso quindi affermare che, giorno dopo giorno, moltissimi altri concittadini assumono e condividono con passione l’idea che ripartire per costruire insieme il futuro del  Paese è possibile. Contenuti ed idee prima, poi i Leaders: è questo il grande cambio di paradigma pensato e realizzato da Montezemolo. Gli italiani, mi creda Diamanti, lo hanno capito.

Politica e principi ideali

"Castità, obbedienza, povertà. Ma alla fine anche i Memores tengono famiglia".  E' la conclusione di un articolo di oggi sul  Corriere della Sera a proposito delle vicende di Formigoni.  Giro l'affermazione del Corriere  al  Movimento Comunione e Liberazione sotto forma di domanda: può rispondere a questo quesito, visto che il "Celeste" non se ne preoccupa?

venerdì 25 maggio 2012

Lo spirito popolare


"La situazione dell’Italia è tale da richiedere il passo in avanti di una nuova classe dirigente e forse di una nuova generazione, non di questo o di quel presunto superuomo."

La dichiarazione è di Luca di Montezemolo, Presidente di Italia Futura. In questa frase è ben evidente l’assoluta novità nel suo approccio all’impegno  politico  rispetto ad altri Leaders del passato. Quello proposto è un radicale cambio di paradigma: prima vengono le idee, i contenuti ed il coinvolgimento spontaneo dei cittadini, poi  tutti insieme ci si adoperi per realizzare la riforma in senso liberale dello Stato. Viene quindi esaltato lo spirito popolare del Movimento, quell’unione delle tante espressioni della società civile che possono concorrere, con le loro esperienze, a rilanciare le speranze per il nostro Paese.

Quando un Leader riconosciuto  antepone alla propria figura carismatica le donne e gli uomini che sono la base del Movimento da lui pensato e costruito, siamo davvero di fronte ad una novità straordinaria: i conservatori della vecchia nomenclatura politica ed  una certa parte della carta stampata si agitino pure: i tempi dei “superuomini” invincibili e duri sono finiti miseramente: le nefaste conseguenze delle loro azioni sono purtroppo evidenti!

giovedì 24 maggio 2012

Il mattone londinese


Ricordo quando un appartamento a Mayfar, Londra, rappresentava il sogno per un giovane italiano che bazzicava da quelle parti, con molte speranze e la pronuncia  gravata  da un accento milanese che ancora oggi si ripresenta puntuale. Una casa monofamiliare a South Kensington era poi assolutamente da evitare, a meno  di non essere il parente di qualche emiro arabo. Erano gli anni novanta.

Poi sono arrivati i russi, inizialmente visti con un certo sospetto ma ben presto riconsiderati in determinati circoli, d’altronde è risaputo:  pecunia non olet. Infine gli orientali, spinti da quel boom economico che portò a definire alcuni Paesi del Far East come “le Tigri” asiatiche. Gli indiani ci sono sempre stati. In effetti, molti medici in UK sono di origine indiana, altri erano impiegati in mansioni più umili. Negli ultimi due anni sono arrivati i cinesi, i ricchi cinesi (che sono stimati in oltre 150 Mli…che opportunità la globalizzazione) a sostenere la domanda di immobili di lusso.

Oggi sono gli italiani. Si, i nostri concittadini sono diventati pazzi per il mattone londinese e sono gli attori principali e più dinamici del mercato immobiliare della City. Curiosità: stando a quello che ho potuto sentire nei giorni scorsi, sembra che molti siano napoletani. E non si tratta solo di pochissimi “cumenda” in grado di pagare decine di migliaia di sterline al mq : il prezzo medio che pagano per comprare una casa  è  di 1 milione e mezzo di sterline - circa 1 milione e 800 mila euro -  segno appunto che il numero degli italiani che investono è aumentato, allargandosi a includere anche coloro con un patrimonio diciamo..più basso.

Ovvio domandarsi del perché di tanto interesse e coinvolgere un paio di amici operatori immobiliari londinesi nel rispondere al quesito. Sono emerse tre principali motivazioni. La prima, che non mi stupisce affatto, è un mix tra la semplicità delle procedure d’acquisto e la conveniente fiscalità anglosassone. La seconda, più contingente, è il relativo cambio favorevole dell’euro con la sterlina (giunto circa un anno fa addirittura alla pari).

La terza,  che confesso ignoravo, è una norma giuridica introdotta dal governo Cameron che davvero merita un plauso per sua lungimiranza ed efficacia. Ha adottato una metodologia che  funziona bene. In sintesi,  vuoi  la residenza?  Porta 10 milioni di sterline ed entro 2 anni avrai il diritto di residenza.  Se ne porti 5, avrai la residenza entro 3. Per un “solo” milione al massimo 4 anni. Non male per attirare capitali stranieri!

Quindi la domanda cresce a tal punto da guidare il mercato immobiliare. Significativo il fatto che  The Shard, il grattacielo progettato dal nostro Renzo  Piano che sarà il più alto di Londra, nonostante le richieste non ha ancora messo in vendita il residenziale, il cui valore non sarà a meno di 50mila sterline al metro quadro. Un bel colpo davvero, complimenti!

All’opposto, mi rattrista un’altra considerazione degli amici inglesi a fronte degli acquisti dei nostri connazionali, in particolare dei napoletani, ovvero quella che  anche gli anglosassoni sarebbero interessatissimi ad investire in Italia, in particolare in Campania ed in generale nel Mezzogiorno, a condizione che  la burocrazia fosse meno complessa e di godere di una fiscalità agevolata. 

Ancora una volta siamo di fronte ad uno sperpero di opportunità, all’ennesima dimostrazione di come un ordinamento ingessato blocchi lo sviluppo e gli investimenti stranieri. Il “povero” Monti alla (giusta) disperata ricerca di investitori esteri per il Belpaese mi appare, purtroppo, come un dilettante allo sbaraglio: si pensi a riformare, snellire e semplificare le procedure: i capitali ci sono e stanno aspettando con una gran voglia di …sole e di pizza.


mercoledì 23 maggio 2012

La soluzione è il ricambio


Con una sensibilità certamente non comune, Luca Cordero di Montezemolo, Presidente di Italia Futura, risponde oggi con una lettera al Corriere della Sera all’editoriale di Battista che, sabato scorso, lo invitava a dichiarare le sue intenzioni ed i programmi politici del Movimento da lui fondato.


La risposta del Presidente Montezemolo  è chiara,  come lo è  sempre stato il fine dell’Associazione, ovvero quello di  intervenire nel dibattito politico fornendo  analisi e proposte.  Cito testualmente:  “..dare spazio e diritto di tribuna a idee e persone nuove: questo è dal primo giorno e ancora oggi il nostro obiettivo e il cuore della nostra attività Poi aggiunge : In assenza di un progetto credibile che sappia unire tutte le forze riformiste, milioni di italiani e una porzione significativa delle migliori energie del Paese rimarranno senza rappresentanza, dando spazio a populismi demagogici e distruttivi.”


In questa conclusione, Montezemolo avverte puntualmente il  grande pericolo per il Paese. Venendo a mancare le idee ed i contenuti, messi costantemente i secondo piano dall’attuale classe politica rispetto ai miserevoli  “giochini” di palazzo, il rischio di una deriva verso uno sterile populismo è più che evidente. In altre parole, potremmo ritrovarci dopo le elezioni del 2013 in uno scenario completamente inadatto a risolvere i problemi che prostrano il Paese ed affliggono le imprese ed i cittadini. La scadenza delle prossime elezioni rappresenta senza appello l’ultima possibilità, la definitiva uscita di sicurezza e lo start up per un processo di rinnovamento. E’ di tutta evidenza, dati i risultati delle amministrative che hanno visto da una parte un solo vincitore, l’astensione, e dall’altra  sconfitti tutti i partiti (compreso il PD), che la maggioranza degli Italiani ha ben compreso ed ha lanciato un messaggio chiarissimo: i partiti, tutti, hanno fallito! I disagi, a volte gravissimi, a cui sono sottoposti i cittadini e le nostre meravigliose imprese non consentono che i problemi siano risolti con operazioni varie di “pulizie” e/o  “penitenze” , ma con soluzioni adeguate e credibili. Queste possono  solo provenire da coloro i quali hanno vissuto “sul campo” tutti i giorni, quella parte della società civile fatta di persone, imprenditori, professionisti, lavoratori  che, troppo spesso, trova proprio nella burocrazia,  nella politica e  nello  Stato troppo pervasivo il maggior ostacolo al loro lavoro ed alla possibilità di creare ricchezza.


Idee, contenuti , ribaltare il rapporto tra lo Stato ed i cittadini mettendo il primo al servizio dei secondi e non viceversa. Riformare un ordinamento barocco ed inadeguato alle future competizioni internazionali ponendo il merito, la mobilità sociale e  la vera sussidiarietà come principi cardine.   Infine  un grande e sincero amore per il proprio Paese: in questa ottica si propone l’esigenza del nuovo approccio alla gestione della res publica. Oggi tutto questo manca nell’offerta politica  e … ne abbiamo un assoluto bisogno!

martedì 22 maggio 2012

La rivoluzione attesa


Come era prevedibile, il secondo turno delle Amministrative conferma  le indicazioni emerse due settimane orsono:  l’astensione vince. Vince anche Grillo? Non credo, semmai sono gli “altri” a perdere ed in alcuni casi, vedi Lega e Pdl,  la sconfitta è bruciante,  probabilmente definitiva.

La Lega riscrive le regole del tennis, antica passione sportiva del nuovo leader in pectore Maroni, perdendo la partita con i suoi (ex)elettori 7 a 0! Persino nelle proprie roccaforti lombarde, Cantù in primis., dopo anni di potere incontrastato cade sotto il peso delle proprie responsabilità. Congratulazioni all’amico Claudio Bizzozero, neo sindaco canturino. A Meda, addirittura, un destino birichino e beffardo consegna la vittoria al candidato della sinistra per un solo voto.  Tentano di giustificare la sconfitta imputandola alle note vicende giudiziarie che coinvolgono il Senatore, l’accanimento investigativo delle ultime settimane, senza rendersi conto che pagano il loro fallimento, ovvero la mancata realizzazione della riforma federalista che era alla base della promessa fatta agli elettori ruspanti oltre venti anni fa.

Destino analogo per il Pdl, anzi peggiore. Si ritrova senza il “vecchio” Capo, con un Segretario che mai potrà assumere il ruolo di Leader  del  partito, per carenze sue personali  e più semplicemente perchè  il partito …non c’è più! Lo scrivevo alcuni mesi fa, era bastato assistere ad un convegno per intuire la realtà oggettiva dei rapporti interni, le tensioni , le divisioni tra le diverse anime che solo Berlusconi riusciva ad amalgamare grazie all’indubbio carisma personale oltre ad una certa disponibilità economica… Ed è avvenuto quello che doveva avvenire: gli elettori liberali, moderati e riformisti sono rimasti a casa non avendo un referente da votare. In taluni casi,  hanno palesamente schiaffeggiato i loro (ex)favoriti votando per un (ex)comico….

Ieri sera, con alcuni amici esponenti del Pdl ho fatto due chiacchere al telefono, commentando la loro debalcle, seguiti da commenti  su Twitter che rendono l’idea:  ne riporto un paio..

@GiancarloGalan Caro Giancarlo, non credi sia ora di staccare la spina con il "vecchio" modello e partecipare alla creazione del nuovo?

@romperis   si', dipende da cosa sarà il nuovo, quanto nuovo..

@Maurizio_Lupi  @ilpdl Caro Maurizio, troppe voci inascoltate: a Monza 25.000 votanti su 100.000! 75.000 moderati sono rimasti a casa..

@romperis Monza e Como due esempi del nostro elettorato che ci ha dato un segnale forte #elezioni

Diretto ed costruttivo Galan, più ambiguo e politichese Lupi. Tutti e due, in sintesi, sentenziano che il Pdl ha chiuso!
Cosa resta?  Molto da fare, ovvero realizzare quella pacifica rivoluzione promessa,  una riforma liberale dello Stato per renderlo meno pervasivo e rimettere le persone al centro, liberando le risorse e le potenzialità degli individui e delle imprese. Ma non saranno i vecchi partiti a costruire il nuovo modello:  la società civile reclama a ragione il proprio ruolo da protagonista e si organizza per un nuovo 14 luglio…

p.s. : non ho  fatto volutamente accenni al PD ed alle trionfanti dichiarazioni verbali del suo segretario Bersani, in evidente contrasto con l'espressione del suo viso contratto e teso,   immediatamente criticate da molti dei suoi....


lunedì 21 maggio 2012

La speranza


Il dolore straziante di un padre che ha perso la figlia, le immagini delle famiglie spaventate e sfollate per il terremoto in Emilia, i monumenti centenari che crollano. Ed infine i fischi del pubblico che assiste alla finale di un torneo  per aggiudicarsi una coppa che si chiama “Italia”. Due giorni terribili:  la vigliacca follia dell’uomo, la violenza della natura che ci ricorda quanto siamo impotenti  di fronte ad essa e la contestazione di migliaia di persone che, fischiando uno dei simbolo della unità nazionale, manifestano l’evidenza dei tempi che stiamo vivendo.

Voglio credere che il buio di questi  giorni sia come un incubo destinato a finire con la notte, che l’alba della ragione sia prossima e la speranza per un futuro di cultura e progresso per il nostro Paese non sia una chimera. Per fare in modo che inizi al più presto una nuova epoca di civiltà, occorre prima di tutto riconquistare il rispetto di noi stessi , intesi come esseri umani  ed  appartenenti ad una nazione, impegnandoci tutti i giorni per non essere vinti dal disfattismo, dall’odio e dalla barbarie. Dobbiamo riuscirci, per noi e per le future generazioni di questo che, nonostante tutte le sue tragiche contraddizioni ed i fischi, è il Paese che amiamo.

venerdì 18 maggio 2012

A tutti noi, buona fortuna


Si chiude una settimana ancora caratterizzata da forti tensioni sul fronte finanziario: lo spread torna in montagna e le borse bruciano miliardi di euro in poche sedute. Non è colpa del nostro Professore, come non lo era del precedente Cavaliere. La speculazione finanziaria fa il suo lavoro in modo aggressivo ed amorale.

Sul versante politico europeo, in Grecia il voto popolare porta all’incapacità di presentare un Esecutivo  dato il frazionamento del risultato. Si ritorna alle urne con la speranza di riuscirci, nel frattempo i greci (e gli spagnoli) corrono in banca a prelevare il contante, peggiorando così la situazione. Panico da antiche memorie, quelle che ricordano la grande depressione del '29.  

Il sistema francese, al contrario, riesce ad introdurre un nuovo Presidente che, quantomeno, può prendere l’aereo (colpito da un fulmine …sarà un presagio?) per incontrare la regina d’Europa, quella tedesca. Dicono sia stato un incontro cordiale e proficuo. Vedremo come Hollande riuscirà a mantenere in equilibrio le promesse elettorali rispetto al consesso europeo dove il rigore è certo, mentre la crescita... addavenì. In sintesi,  è l’incertezza che regna sovrana. Da qui l’esito scontato dai mercati e l’affanno dei singoli governi nazionali.

Quindi, niente di buono per ora all’orizzonte. E’ risaputo che l’Incertezza politica non è amata dai mercati ed il costo degli interessi  dei debiti sovrani dell’ Europa dipende oggi dalle decisioni speculative di questi ultimi. Viene da chiedersi quanto costa la democrazia , se sarà sostenibile…

Da noi, nel weekend, si decidono i destini amministrativi di molti Comuni, alcuni saranno pervasi di nuovi elementi “di rottura”, altri sono incerti sull’esito finale che dipende da accordi precedentemente mancati e tacitamente ripresi.  Tutti i futuri Sindaci si ritroveranno da martedì con gli stessi problemi: alcuni con poche risorse economiche, altri con una cassa disponibile ma non spendibile per il famigerato patto di stabilità.  A tutti noi,  buon weekend e ...buona fortuna!

giovedì 17 maggio 2012

Il vizietto


A leggere la rassegna stampa di questa mattina, se non fosse per la data pubblicata, sembrerebbe di essere tornati ai tempi di Tangentopoli. Non che fossimo impreparati:  le indiscrezioni erano (come al solito) filtrate già da ieri mattina sia da Milano che da Roma.  Tuttavia non può non lasciare indifferenti che nel pieno di una crisi economica, con un governo tecnico, con  disagi sociali pronti a trasformarsi in una aperta e dura contrapposizione con le Istituzione e la pubblica amministrazione (Agenzia delle Entrate in testa), le prime pagine dei giornali, tutte, riportino al solito vizietto

Così leggiamo che Lusi, oltre ad essere schizofrenico, a credersi cioè un nababbo dalle infinite disponibilità  economiche, con nozze faraoniche, vacanze esotiche ed innumerevoli  proprietà immobiliari, sperperava i soldi dei rimborsi elettorali (soldi pubblici) finanziando anche i colleghi di partito, dal rottamatore  Renzi alla Fondazione (?) del suo capo Rutelli. E, stando alle sue dichiarazioni in Senato, non faceva altro che obbedire agli ordini di partito, senza peraltro dimenticarsi di trattenere “qualcosa” per se stesso.

A Milano, mentre chiudono i negozi  per mancanza di consumatori ed il Comune ha bisogno di fare cassa vendendo  i propri assets, (anche in questo caso con procedure che sembrano essere non proprio cristalline), il lavoro non manca …a Palazzo di Giustizia! Si producono avvisi di garanzia a “ritmi da grande industria”, certamente un’eccezione  in un sistema economico fatto da piccole e medie aziende.  Peccato non producano anche ricchezza!  Al contrario, sono indirizzati a coloro i quali se ne sono illecitamente appropriati, la gang Bossi & C.  Altro che “trote”, Renzo Bossi ed il fratello sono squali, certamente rimbambiti e non evoluti, ma famelici:  migliaia di euro al mese prelevati dalle casse del partito, fondi spese per le loro disparate attività ludiche e l’allegra vita ..spericolata! Il tutto, come consuetudine, all’insaputa degli altri vertici di partito, Maroni su tutti. E, stando alle solite indiscrezioni,  altre “belle” novità sono attese a Palazzo Lombardia:  in questo caso  non riguarderebbero  i barbari razziatori, ma personaggi più vicini al divino, alla sfera celestiale…

Infine leggi di Grillo e del consenso crescente che viene attribuito dai sondaggi al suo movimento. Ovvio giungere alla triste e desolante conclusione che non è lui a vincere, ma il sistema viziato che perde. Non ha certamente bisogno di andare nei salotti televisivi (che lo pubblicizzano comunque..) per diffondere il suo “essere contro”: gli basta sedersi sulla riva del fiume ed aspettare che passi il cadavere.

mercoledì 16 maggio 2012

L'insegnamento di Kant


Trovo sul divano un libro di mia figlia, matricola universitaria, e mi ritrovo a leggere di un filosofo nato nel 1724 in Germania, Immanuel Kant,  uno dei massimi esponenti dell’Illuminismo, ovvero di quel movimento di pensiero che vede rimettere l’uomo nella possibilità di superare ogni sua incapacità avvalendosi del proprio intelletto, del ragionamento critico.

Il pensiero proprio di Kant è il criticismo, in quanto fa della critica, intesa come individuale capacità di giudizio,  lo strumento per eccellenza della filosofia. La critica è quindi l’atteggiamento filosofico che consiste nell’interrogarsi sul fondamento di determinate esperienze umane, per chiarirne la possibilità e soprattutto la validità nel contesto presente e futuro.
Il criticismo si configura
come una filosofia del limite,  stabilisce cioè  il carattere finito o condizionato dell’esperienza

Kant applica questo metodo per definire il concetto di storia dell’umanità, passando poi alla definizione di civiltà come uno sforzo verso una società umana universale. Qui riconosce le condizioni della pace nella costituzione repubblicana dei singoli Stati, nella federazione degli Stati tra loro e nel diritto cosmopolitico, cioè il diritto di uno straniero a non essere trattato da nemico nel territorio di un altro stato. Ma soprattutto, ed è questo l'insegnamento principale,  vede la massima garanzia della pace nel rispetto da parte dei governanti  nell’accordo tra politica e morale, secondo la massima:l’onestà è migliore di ogni politica.

Concetto espresso secoli fa, spesso purtroppo dimenticato da chi ha l’onore e l’onere di governare le Nazioni: sarebbe il caso di (ri)leggerlo…






martedì 15 maggio 2012

Anche i banchieri hanno un'anima...


Metti  un business lunch (siamo a Milano… ma così è scritto sul menù) con due alti dirigenti di una importante banca straniera,  amici di vecchia data. Uno è il responsabile del settore private, l’altro del corporate della sede italiana. In passato i nostri pranzi di lavoro settimanali ci portavano ad accese discussioni e grandi strategie sul ..campionato di calcio, mentre argomenti più affini all’ambiente finanziario e le questioni professionali erano relegati a qualche minuto dopo il caffè. Ebbene, al di là dell’amicizia personale, mi è capitato ieri di provare un sentimento di compassione per questi due “poveri” signori. Come – penserete – compassione per questi due che rappresentano quel mondo bancario che ha lucrato con i risparmi della gente, inventato strumenti finanziari incomprensibili, sconquassato l’economia reale  e messo letteralmente in croce migliaia di imprese? Si, lo confesso. Vediamo perché…

Al loro arrivo al consueto ristorante, noto che stranamente   non maneggiano, come loro solito, i cellulari. Dopo qualche minuto ancora nessun trillo, nessuna chiamata. Per forza: sono spenti!  Che succede? Quello del corporate, mi “confessa” che dopo una mattinata di “insulti” (a suo dire meritati) ricevuti dai Clienti, per puro istinto di sopravvivenza ha deciso di staccare, almeno per un paio d’ore. Sono mesi – mi dice – che passa le sue giornate a chiudere affidamenti ed a richiedere rientri. I suoi collaboratori oramai non “filtrano” più e si ritrova a gestire in prima persona  casi sempre più delicati ed a volte disperati di imprese che, a suo dire, non riusciranno a parare il colpo delle conseguenze del suo lavoro. Ma è quello che la Banca gli chiede di fare e da bravo soldato, deve eseguire.  L’altro, quello del private, responsabile dei patrimoni privati affidati alla gestione della Banca, non sa più come “rassicurare” i Clienti, come arginare le sempre più incessanti richieste di trasferire i loro soldi in Paesi che, a loro dire,  offrono maggiore tranquillità rispetto all'Italia. Poi se la prende bonariamente  con il collega, citando casi e nomi di alcuni imprenditori che, da una parte si vedono chiudere i rubinetti del credito per le loro aziende, dall’altra sono gli stessi che hanno affidato alla banca i loro risparmi personali. Paradosso “bancario”? Solo all’apparenza. In realtà, dopo alcuni bicchieri, mi prospettano quello che, stando alle loro riflessioni ed indiscrezioni interne, è l’obbiettivo finale della Banca: cedere gli assets italiani per investire in altri mercati, quelli “rampanti”,  dove maggiori sono le opportunità e le possibilità di marginare profitti. In sintesi, limitare i rischi di sofferenze e di  insolvenza, poi ..vendi e fuggi! Comprendo quindi il loro stato d’animo: non è professionalmente gratificante quello che sono costretti a vivere tutti i giorni ed anche per loro, come per molti altri in Italia, il futuro rimane una profonda incognita.

Dopo averli salutati, cammino per le vie del centro. Tra negozi con insegne “liquidazione totale per cessata attività” e cartelli contro la famigerata Area C, mi accorgo che non abbiamo nemmeno sfiorato l’argomento  calcio…


lunedì 14 maggio 2012

L'Unione (europea) fa la forza


Si era scritto in altri tempi della contraddizione in essere sulla moneta unica,  in uso a molti Paesi dell’Unione senza che appartenga a nessuno di questi  e di politiche economiche, sociali e fiscali troppo variegate tra gli stati membri per continuare ad esistere “appassionatamente” sotto un’unica bandiera azzurra. I fondatori dell’Unione Europea, reduci da una guerra che aveva distrutto vincitori e vinti , di fronte ad un Continente da ricostruire, avevano lavorato sulla speranza dell’avvento di un periodo nuovo di pace, crescita e stabilità politica, e su questa aspirazione hanno posto le basi dei trattati poi sottoscritti. Una sorta di “bengodi” destinato, nelle loro previsioni, a durare nel tempo, che niente e nessuno poteva minacciare. Un matrimonio con la sola formula della buona sorte.. (http://romanoperissinotto.blogspot.it/2012/03/nella-buona-e-nella-cattiva-sorte.html )

Nulla dura immobile all’infinito. L’evoluzione non è solo un principio che riguarda  la genetica degli esseri viventi,  ma anche le nazioni, gli Stati.  Arrivò la comunicazione in tempo reale, internet ..e masse enormi di popolazioni  iniziarono a scoprire che si poteva aspirare a qualche cosa di più che ad una ciotola di riso: la globalizzazione. Al contrario di molti, vedo in modo positivo questi processi  e la possibilità che milioni di persone possano migliorare la loro condizione di vita. E per i  Paesi industrializzati del vecchio Continente diventa non solo  una opportunità di sviluppo verso nuovi mercati, ma una apertura ad un confronto quotidiano con altre culture e stili di vita: la possibilità appunto di un processo evolutivo delle "genti" europee.

In Europa sembra scoccare l’ora della verità:  oggi assistiamo ad un progressivo diffondersi di un sentimento “anti europeista” tra gli Stati membri. Vengono esaltati  i “ vizi”  iniziali alla base della sua costituzione senza rendersi conto del più grande pericolo che corrono tutti i singoli paesi, ovvero quello della fine dell’Unione. Una follia per noi e per le nostre future generazioni.

Nessun singolo Governo può oggi credere di fare il bene del proprio Paese pensando di isolarsi e senza appartenere ad un consesso più grande.  I  “pirati”  o “grillini” sono  anacronistici e pericolosi in tal senso.  Occorre rivedere alcune regole e scriverne di nuove orientate alla sussidiarietà ed alla identità comune delle politiche sociali e fiscali degli Stati membri. Tutto ciò richiede per loro sacrifici e la perdita di sovranità nazionale, ma non ci sono alternative se non quelle sterili e dannose di “aizza popoli”. Credo che mai come in questo particolare momento storico, valga il vecchio adagio “l’unione fa la forza”: nessuno può correre da solo, nemmeno la locomotiva tedesca.

venerdì 11 maggio 2012

Aspettiamo..


Aspettiamo i ballottaggi, non tanto per far di conto: non cambieranno la situazione. Tutti gli uomini di partito che in questi giorni si sono affannati a snocciolare i  numeri e  le percentuali dei risultati del primo turno delle  amministrative, nell'infruttuoso tentativo di parare i colpi, hanno perso il loro tempo, peraltro pagato dai cittadini.. Una volta chiusa la vicenda elettorale, inizieremo ad avere un quadro più realistico di come potremo affrontare la grande sfida . Quale? Quella di “riunire” i moderati, liberali e riformisti che si sono in gran parte rifiutati di andare a votare, mentre alcuni di loro si sono “divertiti” a schiaffeggiare i referenti storici scegliendo un comico genovese, peraltro tanto diretto, scaltro e veloce, quanto "leggero" sotto il profilo dei contenuti.

Partono infinite le indiscrezioni, da quelle sui giornali a quelle più riservate e confidenziali  dei pettegolezzi di Palazzo (che dopo un paio di minuti sono puntualmente sulla bocca di tutti), dei ristoranti romani e dei circoli sportivi. Molte chiacchiere, qualche pillola di verità, una sola certezza: è in questa area, ovvero la maggioranza degli italiani che non trova più il proprio riferimento, che  si gioca la partita più importante per il futuro del Paese, per la sua governabilità. Che dire oggi? Stiamo calmi …aspettiamo
Buon weekend

giovedì 10 maggio 2012

Essere o non essere


Essere consapevoli delle difficoltà del Paese e non essere in grado di applicare le terapie che,  a torto o ragione, si ritiene possano giovare al malato. Essere abituati a ricevere elogi per una straordinaria esperienza in Commissione europea  dopo  aver affrontato e vinto una dura battaglia contro le lobbies (ricordate Microsoft) e non essere in grado di “combattere” i partiti. Essere  costretti  a chiamare altri tecnici per fare il lavoro “sporco” dei tagli alla spesa pubblica ed ai costi della politica – finanziamento pubblico – e non essere (ovviamente) apprezzato dall’opinione pubblica per questo. Monti dichiara di sentire  il peso di sei mesi di governo sulle spalle come un periodo che gli sembra essere molto più lungo degli anni passati come Commissario europeo. Peraltro oggi piovono anche critiche alla persona, cosa sicuramente a cui non era abituato.  Alcuni lo descrivono come “amareggiato”, altri gli chiedono maggiore “personalità” nel consesso europeo,  che poi significa nei confronti della Merkel.  E nelle stanze dei palazzi della politica in tanti, molti di più di quelli che lo dichiarano apertamente, sotto sotto vorrebbero che tornasse alla sua amata Bocconi.

Verrebbe da dire ..povero  Monti , se non fosse che l’aggettivo mal si addice al Sig. Mario Monti in relazione alla generale condizione dei suoi concittadini. Gli capita quindi di commettere sempre più spesso banali errori di comunicazione, banali ma dagli effetti politici micidiali.  Incomprensibile l’ultimo, quello relativo alla tragica vicenda dei suicidi, laddove ne imputa la colpa ai precedenti governi, dimenticando che erano espressi dalla stessa maggioranza che (ancora) lo sostiene in Parlamento. Ed immediata è arrivata l’alzata di scudi e l’interpellanza parlamentare. Passando le settimane, credo che il buon Mario, cosi rassicurante e sicuro di sé mesi fa, viva sempre più una frustrazione che lo porti dapprima a pensare “chi me lo ha fatto fare..”,  poi ad inciampare frequentemente nell’intreccio di fili più o meno invisibili tesi proprio da quei partiti che dovrebbero sostenerlo.

Ma dove porta questo “stato d’animo” del Premier, ovvero quali possibili conseguenze per il Paese, cioè noi cittadini? Certamente non rosee, una in particolare:  il clima di incertezza e confusione palesato proprio dal Premier Monti  (clima subentrato ad un periodo iniziale di forte determinazione nella sua azione di Governo)  non facilita la fiducia dei mercati e degli investitori internazionali. Quindi? Lo spread è ancora a livelli insostenibili ed i valori delle aziende quotate diminuisce. E’ bene ricordare che tutte  le previsioni di pareggio di bilancio e diminuzione del rapporto debito/pil sono state a suo tempo tarate sulla conditio che il “famigerato” differenziale non superi quota 370 …

Non potendo sopportare anche gli “stati d’animo” del Premier,  l’auspicio non può quindi essere diverso da  quello che Monti “riprenda” fiducia e vigore nella sua azione, sebbene più volte criticata in questa sede per quelle che sono palesi contraddizioni nella fiscalità e nei tagli alla spesa pubblica. Oppure si faccia da parte e lasci la responsabilità ai cittadini di trovare soluzioni alternative prima nella rappresentanza politica, poi nel Governo del Paese.  Per maggiore chiarezza, giova ripetere:  responsabilità ai cittadini, che devono esserne ben consapevoli.

mercoledì 9 maggio 2012

Lunga è la notte

Quella appena trascorsa, è stata una lunga notte per i vertici del Pdl, riuniti “a rapporto” dal Capo appena rientrato dai festeggiamenti moscoviti per la rielezione dell’amico Putin. Alcuni amici già lunedì mi avevano confidato che “tremavano parecchie gambe”, che molti si sentivano come scolaretti impreparati a sostenere il compito in classe della riunione, che altri alzavano il pelo, altri ancora avrebbero bigiato… In ogni  caso, quando il Capo chiama, bisogna correre. E così è stato.  

Immagino l’ex ministro Romani intento  a giustificare la pesante sconfitta monzese : “Silvio, è andata meglio del previsto, abbiamo perso.. ma siamo ai ballottaggi”. Patetico. Ed ancora il simpatico La Russa “Diciamolo, abbiamo sbagliato i candidati!”.  Dopo l’intervento a Porta a Porta dove era in balia degli sberleffi  di un Di Pietro insolitamente tranquillo  e riuscendo  nell’impresa di fare apparire chiaro e razionale persino Bocchino, Maurizio Lupi a rileggere i dati “..aggregati più sommati, ma calcolati in percentuale, considerata l’aliquota …. non capisco più nulla!” Infine il “povero” Alfano, il primo della classe, che in assenza del capo si è permesso di esprimere un parere  sull’esito elettorale, ricevendo immediatamente sonori schiaffoni.

Qualche settimana fa, in occasione di un convegno del Pdl  a Milano organizzato da Sacconi sulla questione dell’art. 18 (che fine ha fatto?) e che aveva riunito tutte le maggiori anime del partito, su Alfano avevo scritto: “Mi hanno colpito invece i messaggi più o meno diretti al Segretario da i suoi, alcuni dei quali rivolti con toni direi minacciosi, da avvertimento. Il “povero” Alfano sedeva in prima fila, dinnanzi a me, e notavo come la sua la nuca (sudata) ciondolasse in perfetta sincronia. Scontato quindi il suo intervento finale, un mix di appoggio / non appoggio il Governo, appoggio /non appoggio la riforma dello statuto, le banche facciano il loro dovere nel finanziare le pmi e non solo le grandi aziende, meno tasse e bla bla bla… Il tutto, ma non è colpa sua, senza la capacità comunicativa del grande assente, il Capo. Avrei voluto chiedergli : ma come mai non lo avete fatto voi, quando potevate? Ma non era il caso…” - http://romanoperissinotto.blogspot.it/2012/03/errare-e-umano-ma.html .


Il Segretario Alfano si è poi trovato “spiazzato” dalla mossa di Casini, con il mirabolante annuncio dello scioglimento UDC e la dichiarazione della nascita del PDN ...che poi non è mai nato. Oggi per ammissione dello stesso Casini, vecchia volpe (spelata) democristiana, anche il Terzo Polo finisce di esistere. Immagino Fini a domandarsi “perchè non sono stato zitto allora..malediz!”. E Rutelli? Gli “fregano” i soldi dalla cassa, costretto a fare pubblicamente  la figura del bamba per non fare quella del complice,  si ritrova solo con il voto ..della moglie. Quindi Angelino è stato costretto a dichiarazioni “virtuali” di epocali rivoluzioni ed effetti speciali mai visti nella storia della Repubblica!


Chiaro che poi gli elettori liberali e moderati, non capendo più niente di quello che succede in casa Pdl e non avendo alternative disertano le urne: oltre il 40% di loro è rimasto a casa! Ed al Pdl non serviranno alcuni possibili ed effimeri successi ai ballottaggi: si è rotto il filo con oltre la metà degli italiani  ed il Capo non sembra avere la voglia e l’entusiasmo della famosa “discesa in campo” di venti anni fa. Intanto, qualcuno, Grillo ..vince facile!











martedì 8 maggio 2012

AAA Cercasi ...


Chi si aspettava un temporale ha visto arrivare una tempesta. Chi ha continuato a parlare blandamente di “antipolitica” si è ritrovato di fronte all’avvento di un nuovo  movimento politico. Chi ha snobbato la Rete fino a poche settimane fa e solo di recente ha iniziato a comunicare (male) con la gente attraverso i social networks, si accorge dell’errore commesso. Chi, venti anni fa, ha garantito  la rivoluzione liberale e federalista non mantenendo la promessa , oggi deve fare i conti con un elettorato tradito e, direi,  frustrato.

Pur essendo consapevoli dei possibili effetti di così tanta miopia,  Pdl e Lega, i due partiti che rappresentavano le aspirazioni dell’elettorato moderato, liberale e dì federalista, hanno fatto ben poco, praticamente nulla. E quello che sono riusciti a fare, autocritica e pulizie domestiche  annunciate da una parte, grandi ed evanescenti proclami dall’altra, è stato fatto male.  Il loro peggiore errore, oltre al “tradimento”citato, è stato quello di non considerare il fattore tempo, ovvero la situazione densa di preoccupazione, ansia e timore per il futuro che vive il loro (ex) elettorato.  La Lega si “consola” con la vittoria di Tosi a Verona senza rendersi conto che proprio nei numeri del successo ottenuto dal sindaco è insito il disastro del partito: la lista prende il 10%, …spiccioli.

Sul Pdl stendiamo un velo pietoso quantomeno per coprire i mille volti di un partito il cui interno, assente il faro, è sconvolto  da contrasti malamente celati che, immagino, saranno ancora più aggravati dai risultati delle amministrative. Berlusconi, a Mosca, evidentemente non viene correttamente informato,  non tanto sulla portata dell’esito negativo del voto, ma soprattutto sulla reale situazione della sua creatura,  lo sfacelo. E viene punito con la peggiore delle armi: l'astensionismo dei suoi (ex) elettori. Vedasi Lombardia ed in particolare i risultati di Monza e Como.

Cosa resta? Non il vuoto come leggo da più parti. I "vuoti" vengono sempre riempiti dagli estremi! Resta invece un popolo liberale, moderato riformista e federalista che chiede di essere rappresentato e che non ha cambiato la propria essenza ed i suoi ideali. Chi saprà raccogliere le sue istanze,  un soggetto politico nuovo, non viziato da lotte intestine, consapevole degli obbiettivi e deciso sulle azioni da fare, potrà ambire al suo consenso e candidarsi alla guida del Paese dopo la “parentesi” tecnica. Si faccia avanti!

lunedì 7 maggio 2012

Bastiglia, Partenone, Pirellone nel ..pallone


Che è successo? Tutto, forse niente! Confusione, paura  ed incertezza continuano a  regnare  sovrani in Europa. I titoli d’apertura dei nostri giornali sono dedicati alla vittoria …della Juventus.  Da interista, trovo bizzarro che siano proprio  i “bauscia” nerazzurri  che, sconfiggendo  i  cuginastri rossoneri,  consegnano  lo scudetto alla “vecchia Signora” con una giornata d’anticipo:  destino beffardo e piccola soddisfazione..

In Francia non vince Hollande, perde Sarkozy ed è cosa diversa. I francesi hanno punito il “capoccione” antipatico ed arrogante, temendo nel contempo di cadere in toto nella morsa di “culona” Merkel, anche lei con qualche grattacapo in più da ieri sera. Vedremo ora Hollande, molto più demagogico e rilassato nel suo discorso post vittoria alla Bastiglia, cosa farà e soprattutto che atteggiamento assumerà nei confronti dei Partners europei. Attendere prego.

In Grecia l’astensione raggiunge il 40% e prevalgono gli estremi. Chiunque affermi oggi di essere sorpreso da  un simile risultato è stupido oppure  in mala fede. La storia è maestra di vita ed insegna che una nazione in ginocchio reagisce con la pancia e non con la testa, che ad un periodo di austerity e stagflazione può subentrare  un regime autoritario o quantomeno un radicale posizionamento dei voti agli estremi. Ed ancora la Germania, o meglio la Merkel, ha molte responsabilità nel risultato elettorale greco: se non si fosse opposta due anni fa agli aiuti (allora ancora di poca cosa rispetto a quelli necessari oggi)  la Grecia non si ritroverebbe in queste drammatiche condizioni sociali e politiche. Ed aggiungo, sarebbe stato un forte segnale di vera Unione Europea nei confronti dei mercati finanziari e, probabilmente, non saremmo tutti con il fucile puntato degli spread. Ora la Grecia si ritrova ad esprimere un Governo in soli tre giorni:  con l’attuale segmentazione scaturita dalle urne e l’avvento degli estremi, la cosa sembra essere tutt’altro che facile.

Venendo alla questioni di casa nostra, elezioni amministrative caratterizzate dalla scarsa affluenza. Protesta, antipolitica, rifiuto? O solo pioggia, almeno per quanto riguarda il Nord. Mah..  Anche in questo caso, i risultati non influenzeranno solo i Comuni dove si è votato, bensì l’evoluzione della  politica regionale e nazionale. Soprattutto in Lombardia. Dopo le “scuse” ed i rimorsi del Celeste Formigoni  che si pente delle vacanze “a scrocco” di faccendieri più o meno amici (excusatio non petita, excusatio manifesta),  la Lega paventa di mollare il Presidente lombardo al suo destino. Molto dipenderà dagli esiti elettorali nei principali comuni, Como, Monza e Cantù dove le proiezioni davano per scontata la caduta dei barbari sognanti. Vedremo oggi alle 15.

venerdì 4 maggio 2012

Terapia d'urto


“Giocavamo con regole italiane:  evasione, inflazione, sussidi, mercato protetto. Giochiamo ora regole globali:  ecco da dove nasce disperazione”  poi prosegue “Nel modello italiano si aggiustava tutto rinviando i problemi. Globalità+Euro  ci costringono a riforme e in tanti non si rassegnano”  ed infine “Abbiamo creduto a miraggi: piccolo è bello, modello italiano, Crisi passeggera e ora stentiamo a ripartire nella severa nuova economia”  . Sono tre tweet di Gianni  Riotta, giornalista e scrittore che come molti ( il sottoscritto è tra questi) utilizza Twitter per scambiare idee, commenti e messaggi,  a volte anche…pirlate.

Sono in parte condivisibili, ovvero rappresentano in pochi caratteri tutti gli elementi distintivi della nostra Nazione e del sistema Paese, in sintesi la nostra essenza. Tuttavia, caro Riotta, solo in parte. Quel sistema fatto da miriadi di micro e piccole Aziende ha consentito di portare l’eccellenza italiana nel Mondo, cosa non da poco ed invidiata da molti “cugini” Europei, tanto che il processo di certificazione del “Made in Italy” trova oggettivamente molte difficoltà e, da più parti nell’Unione, si avanzano pretese di un “Made in Europe” .  Al contrario, proprio su quel sistema di pmi che rappresenta ca il 95% dell’imprese in Italia, dovrebbero essere sviluppate politiche industriali, commerciali,  di rete e aggregazioni trasversali per metterlo in condizione di essere competitivo. Dobbiamo cioè capire che cosa vogliamo essere da “grandi” e ..fare! Ed ecco che la globalizzazione non è una minaccia, ma un straordinaria opportunità per il nostro Paese. Spesso,  al talento ed alla  fantasia  italica, purtroppo si contrappongono  gli aspetti negativi indicati da Riotta, ovvero un senso civico piuttosto flebile, organizzazione debole, mancato senso del bene comune: certo però che le Istituzioni non aiutano molto…

Infine una personalissima considerazione: anche laddove si possano condividere in toto le osservazioni di Riotta, credo si debba in ogni caso riflettere sulle misure utilizzate  e  da adottare. Una “terapia” d’urto come quella decisa dall’attuale Governo rischia davvero di far rifiutare la cura al malato. La disperazione a cui fa riferimento lo scrittore, sebbene già conclamata con notizie di tragedie quotidiane e sofferenze diffuse, temo sia solo l’inizio di una parabola crescente di tensioni e ribellioni che mettono a rischio il patto sociale tra i cittadini, la civile convivenza ed il senso di appartenenza ad una collettività. Se eravamo “ubriachi” di tanti vizi e difetti, evasione, assistenzialismo, corruzione ed individualismo, attenzione a non togliere tutte queste droghe di colpo: il drogato in crisi d’astinenza può rivelarsi molto pericoloso.

giovedì 3 maggio 2012

Clamoroso: Monti chiede aiuto al Gabibbo

Questa mattina, a fronte delle notizie "serie" relative alla spending review ( mi chiedo perchè non la chiamino revisione della spesa...in italiano), ai nuovi consulenti e commissioni, con un amico ci siamo divertiti ad immaginare un super Consulente, da anni impegnato a scoprire sprechi nella gestione del denaro pubblico, il Gabibbo di Striscia la Notizia, invenzione di Antonio Ricci. Abbiamo raccontato su twitter l'evoluzione della (fantasiosa)  richiesta fatta da Monti per ottenere l'aiuto ed i relativi commenti di alcuni esponenti politici.
Spero vogliate perdonarci questo momento di distrazione che ci siamo concessi, ma in questi tempi di consulenti, ministri tecnici e pseudo tentativi di realizzare tagli efficaci alla spesa pubblica ed evitare ulteriori balzelli, sembra proprio che la farsa reale superi la fantasia.


Clamoroso: #Monti invita #Ricci di Striscia a cedergli il #Gabibbo per #spendingreview. Attese decisioni in mattinata,ma #Greggio si oppone

I lavoratori di #Mediaset organizzano assemblea straordianaria "No alla cessione del #Gabibbo a #Monti per #spendingreview" Sale la tensione

#Berlusconi interviene sul caso #Gabibbo "il #Pdl sostiene #Monti, ma non tutto è concesso. #Ricci come #Alfano gode della mia stima"

#LaRussa duro sul caso #Gabibbo: "Vogliono prendersi il nostro miglior consulente. #Ricci non ceda alla provocazione, diccciammolo!"

#Vendola "Non commento il caso #Gabibbo su twitter: non ci sono caratteri a sufficenza! twitter limita la libertà d'espressione ed ..(stop)

#Bersani critico nei confronti di #Monti "fa bene a chiedere il #Gabibbo, no fa male, non so..." #spendingreview

#Alfano su #Gabibbo: "Sono vicino a #Ricci come a #Formigoni" #Greggio: "Chi è Alfano?"

#Mentana sul caso #Gabibbo: "trrrrrrrrrr, trrrrrrr, prrrrrrrrr." #mitraglietta!

#Alfano su #Gabibbo: "Sono vicino a #Ricci come a #Formigoni" secondo commento

Brumotti di #Striscia solidale con #Greggio "Non dobbiamo cedere il #Gabibbo a #Monti per la #spendingreview: è concorrenza sleale!

#Fornero "sarei felice di collaborare con #Gabibbo. Sarebbe un grande contributo anche per la soluzione degli #esodati" #spendingreview

#Amato "mi sorprende la notizia del #Gabibbo ,ma sono pronto a farmi da parte nel caso di un suo ingresso. Io ho rinunciato al mio compenso"

#Ricci prende tempo " #Gabibbo è una questione che richiede una lunga riflessione" Risale lo #spread

#Merkel "Con #Berlusconi avuto momenti di contrasto a causa del suo rifiuto a prestarci il #Gabibbo. Confido in ripensamento" trad. giurata

#BCE "siamo disponibili a fungere da prestatori di ultima istanza a condizione che #Gabibbo si occupi della #spendingreview"

#Monti "chiedo a #Ricci di farsi promotore verso il #Gabibbo della necessità prioritaria di mettere ordine nei conti del #Paese."

Interviene il #Vaticano sulla questione #Gabibbo "pur non volendo entrare in questioni che riguardano il #Governo italiano, siamo fiduciosi"

#Borsa apre in positivo e #spread scende a 10 punti dopo la notizia di un eventuale ingresso del #Gabibbo nella squadra di #Governo.

#NYTimes su caso #Gabibbo titola "To solve Italy's problem, #Monti ask #Gabibbo in his team for #spendingreview"


#Ricci "Stiamo valutando una soluzione alternativa al #Gabibbo, ma è difficile individuare un personaggio di tale caratura" #spendingreview

#Formigoni sul caso #Gabibbo "In Lombardia abbiamo fatto tanto anche senza il suo contributo. Tutto #amiainsaputa" #spendingreview

#Casini " #Monti fa bene a chiedere il supporto del #Gabibbo: figura di primo piano per la #spendingreview indispensabile per il #Paese

#Pannella minaccia lo sciopero della fame "#Gabibbo non sia complice di un #Governo tecnocratico"

#DiPietro "Monti non può pretendere anche l'aiuto del #Gabibbo oltre a quello degli italiani. Noi dell'IDV non cediamo" #spendingreview

#Iacchetti "Sono solidale con il mio socio #Greggio: #Gabibbo è fondamentale per le strategie del #Pdl. No alle pressioni del #governo"

#Maroni da Pontida " #Gabibbo è di Genova, è Padano. #Ricci rifiuti di collaborare con Paese straniero" #spendingreview

#Tremonti commenta il caso #Gabibbo: "Quando evo ministvo il #Gabibbo mi fu negato pev il conflitto di intevessi" #spendingreview

#Ricci "Stiamo valutando soluzioni alternative con #Staffelli" ma la tensione resta alta..." #spendingreview