venerdì 2 marzo 2012

Tassa di stazionamento? Fuga dai porti ..italiani!

Alcune settimane fa scrivevo: 

 "...Confesso che non seguo con particolare assiduità la trasmissione di Bruno Vespa, Porta a Porta…Ieri sera, tuttavia, tra uno zapping e l’altro sono incappato nel momento in cui il buon Vespa, con tanto di nuca al catrame, manifestava le proprie perplessità in merito alle nuove normative sull’uso del contante ed alla tassa di stazionamento per le imbarcazioni al So
ttosegretario Polillo.
Premetto, ho sempre ritenuto che fossero due provvedimenti “demagogici” , ovvero che avrebbero prodotto più danni che benefici...."
 
Ed ancora "...Lo stesso per le barche: alcuni le vendono, altri …approdano su nuovi lidi, vedi Croazia & C. Per non parlare poi delle navi (mi informano che oltre i 20m di lunghezza si chiamano di navi) che stazionano a Montecarlo con bandiera caraibica ma dove la lingua parlata a bordo è l’italiano. Inoltre, quanti operai, tecnici, progettisti, manutentori, fornitori sono coinvolti in un settore, quello nautico, che ci pone come benchmark mondiale? Sarà un caso ma recentemente, il più noto Gruppo cantieristico da diporto italiano è stato acquistato da cinesi: cosa faranno una volta appropriatisi del know how? Continueranno a produrre nei cantieri italiani o …torneranno a casa, magari mantenendo solo un ufficio di rappresentanza, tanto per godere del supporto del Made in Italy?..." Più danni che benefici!
 
 
da Corriere.it :
 
Porti, le tasse accendono la grande fuga ma i costruttori preparano altri approdi

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