Leggendo il rapporto
sulla congiuntura economica americana
che la Federal Reserve pubblica ogni sei
settimane apprendiamo che è cresciuta ad un ritmo «tra modesto e moderato» nei primi mesi del 2012. In particolare il settore manufatturiero e
quello immobiliare si sono rafforzati e le assunzioni sono aumentate sebbene di
poco. In ogni caso, stiamo parlando di valori percentuali - +2,5% previsto per
il 2012 - che riferendosi al precedente dato relativo al IV /2011 (+3%) sono, data la situazione, tutto sommato
lusinghieri e di buon auspicio. A tal
proposito, vi invito ad un confronto con le stime della Commissione Europea relative all'economia euopea
riportate nel precedente articolo “Crescita & sconforto”. Fate voi i
confronti…
Sempre secondo la Banca centrale americana, è interessante
sottolineare che particolare solidità
è stata riscontrata anche nel settore automobilistico. Ah, Marchionne …
Ben Bernanke, il Presidente della Fed, ha inoltre ricordato
questa mattina come restino alte le preoccupazioni legate ai rischi
rappresentati dalla crisi europea, dove rimangono problemi a livello fiscale e
finanziario: come dargli torto! Quindi,
pur riconoscendo valido il percorso fino ad oggi compiuto dall’Europa, il
Presidente della Fed mostra qualche preoccupazione (dubbio?) in merito al fatto che nel
Vecchio Continente si possa fare ricorso solo a misure di austerity per contenere la crisi, avvertendo così la necessità di dover sostenere la ripresa e la
crescita con misure importanti. E’ da notare come Bernanke concluda il suo
intervento riferendosi alla politica monetaria che la Fed applicherà, non
escludendo, anzi direi, promettendo una nuova tornata (sarebbe la terza in pochi mesi) di interventi a favore dell’intero settore
manifatturiero americano, quali stimoli alla ripresa.
Sarebbe ora facile fare dell’ironia
spicciola riferendosi alle prime dichiarazioni di alcuni nostri Istituti
bancari, peraltro a volte
contraddittorie, seguite alla immissione dei 530 Mld/€ nel sistema bancario
europeo. Ma data la reale e drammatica situazione in cui versano le Imprese e
le famiglie italiane, non è il caso. E’ quindi preferibile concludere
formulando un auspicio: quello che le Banche italiane prendano consapevolezza
del fattore tempo - poco tempo - che le Imprese, in particolare le
Pmi, hanno a disposizione per le loro possibilità di sopravvivenza e di ripresa
e possano, le Banche, cambiare il loro approccio nella concessione del credito alle Imprese, credito del quale oggi necessitano come l'aria, non solo per investire
in nuovi progetti - e senza investimenti non si cresce - ma (ahimè) per esigenze di circolante: per far fronte alle scadenze di fine mese,
stipendi dei dipendenti inclusi!
Il precedente “free
lunch” servito sul piatto dalla BCE non ha avuto, per le Imprese e le
famiglie, il ritorno aspettato : solo il
4% è stato erogato dalle nostre banche: questa
volta non sia così!
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