“Cambia Italia - Riforme per crescere” un titolo molto impegnativo per
il convegno biennale organizzato dal
Centro Studi di Confindustria svoltosi a Milano nel weekend. Quindi ti aspetti
molto, ci sono importanti nomi noti e (presumi)
che l’occasione sia di quelle da non perdere
per l’Associazione degli Imprenditori italiani al fine di focalizzare
l’attenzione dei convenuti (soprattutto il Capo del Governo ed il
Ministro dello sviluppo..) sulle enormi difficoltà delle Imprese, quelle
piccole e medie, che rappresentano il 95%
del sistema produttivo del Paese. Ma questo, purtroppo non è avvenuto. E si palesa
ancora una volta l’atavico conflitto
d’interessi in seno a Confindustria, ovvero la lontananza dei vertici (Presidente Marcegaglia in primis ndr)
da queste realtà! Vero è che si trattava di un convegno organizzato dal Centro
studi, quindi una sorta di relazione sullo stato di salute dell’economia
italiana “snocciolato” a suon di numeri. Numeri che ad una attenta comparazione
con le stime sulla crescita dei Paesi
dell’Eurozona pubblicate qualche settimana fa dalla Commissione Europea, presentano
peraltro alcune divergenze, ovvero sono leggermente migliori in un quadro
generale da ...pianto! Sono stime, previsioni, ipotesi….
I dati rilevati da Confindustria
hanno previsto nel periodo dal 2008 al 2013 una perdita di circa 800 mila posti
di lavoro. Credo che il dato sia stimato per difetto. Solo per il 2012, stime più realistiche, al
contrario indicano ca 625.000 posti di lavoro in meno, dovuti in gran parte
alla prevista moria delle Pmi. Il di tasso di disoccupazione corre veloce oltre
il 9%!. Un altro dato estremamente
preoccupante è quello sulla propensione al consumo delle famiglie italiane, che
ha raggiunto con l’11% del reddito lordo disponibile il suo minimo storico. La
cosa era nota da alcuni giorni…
Tuttavia, le sorprese non sono
finite. Il Centro studi di Confindustria
ha addebitato le ragioni dell’aumento in Italia della recessione alla pressione
fiscale effettiva che raggiungerà nel 2013 il 54%. Per viale dell’Astronomia la
Manovra Monti porterà il paese al pareggio di bilancio nel 2013, nonostante la
previsione di una bassa crescita. Le
manovre varate in Italia negli ultimi mesi consentiranno nel 2013 ad una
diminuzione del debito pubblico del paese al 118% del Pil rispetto al 121,3%
del Pil prevista nel 2012.
Dunque, se ho ben capito, ipotizza il pareggio di bilancio nel 2013 ed
una riduzione del rapporto deficit /pil di due punti. A questo punto, mi chiedo
se gli analisti di Confindustria non siano vittime di una qualche sostanza
allucinogena, magari degli effetti
collaterali di abuso di spread, mentre conducono le loro ricerche e
formulano le loro previsioni. La manovra, ahimè, per come è congeniata non
considera il denominatore, ovvero non pone le basi per una ripresa strutturale dell’economia del Paese. Al
contrario, attraverso l’aumento delle imposte, penalizza ancora di più i
consumi delle famiglie. Quindi, mette in ginocchio le Pmi, crea disoccupazione
e porterà inevitabilmente a tensioni
sociali che rischiano di travolgere il Paese. L’esempio greco dovrebbe far
riflettere…
Ho sempre pensato che " governo dei tecnici " significa
sostanzialmente il commissariamento
della democrazia: la speranza a fronte di questo sacrificio era quella che almeno fosse impostato un cambio di paradigma dai
Professori, un nuovo coraggioso modello economico proattivo per quelle che sono
la spina dorsale dell’economia reale del
nostro Paese, per rilanciarne le tante eccellenze: le Pmi.
Mi sarei aspettato questa forte e determinata sollecitazione da parte
dell’esponente massimo dell’associazione degli industriali in occasione del Convegno. Evidentemente,
essendo a fine mandato, la Marcegaglia
pensa già alla sua futura
poltrona di Presidente al Sole24ore piuttosto che a difendere con forza gli interessi dei suoi
Associati. Un’altra occasione gettata nel falò delle ovvietà da convegno.
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