Capita di incontrare un amico con la passione per le automobili
reduce da un appuntamento per lui irrinunciabile, il Salone di Ginevra. Mi
racconta che questa edizione della rassegna automobilistica principe in Europa
è stata caratterizzata da un numerose novità e, stando alle sue sensazioni,
probabilmente la più interessante degli ultimi anni per la varietà delle
proposte, in ogni segmento di mercato, sia sotto il profilo del design sia per la
tecnologia sempre più orientata al rispetto dell’ambiente in termini di
contenimento delle emissioni. Ed è buona cosa. Poi ti chiedi come mai tanto dinamismo
e voglia di fare da parte dei costruttori. La risposta è intuitiva: occorre
promuovere le vendite! Infatti i dati non sono molto incoraggianti, tutt’altro.
Dire che il mercato dell’auto è in affanno sembra un modo per addolcire la realtà : i primi due bimestri
dell’anno sono stati un vero e proprio disastro: - 18% rispetto all’anno
precedente. E le prospettive per l’anno in corso sembrano avvallare un
peggioramento della situazione. In numeri, le stime dell’ associazione dei
costruttori indicano un calo del 22% con livelli di produzione che tornano al
1984. Cosa significa questa debacle in termini di occupazione? Solo per le reti
vendita, i concessionari e rivenditori,
circa 10.000 posti di lavoro in meno. Una piccola città! Considerando poi l’indotto che il settore auto smuove, si
genera un ulteriore grave danno per l’economia difficilmente quantificabile a
priori.
Credo occorra una serena e non demagogica rivalutazione dell’auto,
una azione diretta ed incisiva per rimettere al centro questo bene che,
soprattutto negli ultimi anni, è stato vessato da imposte indirette che hanno contribuito a penalizzarne gli acquisti. In
particolare la benzina a due euro al litro, le polizze RC da infarto , tasse di possesso sempre più
alte e per certi versi punitive, pedaggi
autostradali lievitati, l’aumento dell’Iva ed un credito alle famiglie sempre
più restrittivo. Per chiudere il cerchio, mettiamoci anche la “caccia alle
streghe” di presunti evasori con i Suv e le auto di lusso: certo non aiuta il
settore!
E per finire in bellezza, la Giunta di Confindustria ha designato Giorgio Squinzi quale futuro Presidente
dell’ Associazione degli Industriali. L’elezione vera e propria sarà il 23
aprile, ma è solo una formalità. Statuto bizantino quello di Confindustria… E’ stata una lotta al
foto finish con Alberto Bombassei,
questione di una manciata di voti. La Marcegaglia esulta e si prepara ad
assumere il possesso della poltrona di presidente del Sole24ore. Nelle prime dichiarazioni, uno Squinzi
visibilmente emozionato (ed impacciato) ha dichiarato che “sarà il Presidente
di tutti”, mentre i suo Colleghi (giustamente dati il luogo ed il momento)
hanno applaudito la nomina con le consuete frasi beneauguranti. Ma sarà proprio
così?
Intanto, per tornare all’argomento auto & dolori, il grande
assente era proprio…Marchionne. L’Ad
di Fiat aveva pubblicamente espresso la sua preferenza per Alberto Bombassei,
giungendo ad affermare in più occasioni che l’eventuale elezione del patron di
Brembo avrebbe potuto fargli riconsiderare il ritorno alla casa degli
Industriali. Cosa farà ora?
Buon weekend!
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