Mentre pronunciava queste
parole, molti politici tramite twitter
si preoccupavano di dichiararsi presenti alla cerimonia religiosa, alcuni con le loro
famiglie in prima fila. Per citarne solo un paio dei molti tweet banali: “il Papa è
tra noi” e “il Santo Padre benedice gli oppressi”. Per decenza non riporto i
nomi degli autori: sembra davvero che in
questi tempi, tutto serva loro per espiazione e ...autopromozione.
Con tutto il rispetto per l’evento religioso,
credo che la notizia che più debba far riflettere è invece da riferirsi alla situazione dei bambini in Grecia, dove per le note
questioni, quasi mezzo milione di loro soffre la fame ed è a rischio di
malattie dovute alla malnutrizione ed alla mancanza di medicinali. Sappiamo che
nel Mondo sono moltissime le persone che
ancora patiscono la fame: tempo fa ci occupammo di definire la parola “follia”
riferendola a come oggi si producano quantità cibo sufficiente a sfamare oltre 11 miliardi
di persone e pur tuttavia ancora un miliardo della popolazione mondiale non
abbia la possibilità di sfamarsi, spesso a causa della speculazione finanziaria. Certo è difficile risolvere di colpo i problemi dell'Umanità: ma la Grecia siamo noi, è parte di quell’Europa
tanto acclamata e sognata quanto osteggiata dal miope egoismo di interessi
locali e di politici a caccia del solo consenso elettorale. E la soluzione
della crisi economica, laddove sia ancora raggiungibile, non può prescindere da
una forte unione politica, fiscale e sociale dell’Europa.
Mentre da una parte diamo il
benvenuto alla prima bambina nata ieri nelle tendopoli dell’Emilia, salutandola
come un buon auspicio per la pronta rinascita di quella terra martoriata dagli
eventi, dall’altra le parole pronunciate ieri
dal Pontefice – solidarietà , convivialità
, cultura - appaiono come lacrime nella pioggia. Con molta tristezza, confesso
che ascoltandole ho provato un senso di vuoto ponendomi la domanda di dove sia oggi "una società dal volto umano": è
incivile ed inammissibile che in Grecia i bambini paghino le conseguenze dei
misfatti dei politici e della burocrazia europea. Ora basta: si chiuda questo capitolo medievale della nostra storia per aprirne uno nuovo, illuminato dalla ragione, che ponga l'essere umano al centro delle azioni dei governanti.
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