Domani, sabato
23 giugno con una manifestazione dedicata presso l’Autodromo, si festeggiano a Monza
i cinquant’anni di una grande Signora,
dal nome bellissimo – Giulia – e dal cognome blasonato – Alfa Romeo.
Per i giovanissimi:
è stata davvero una grande autovettura, con due carburatori doppio corpo, motore 4
cilindri in linea, sospensioni a balestra. Era la più potente nella sua
categoria e cilindrata (1300 o 1600 cc).
Mio padre, “alfista”
fanatico, ne ha possedute due nel periodo che va da metà degli anni ’60 fino
agli inizi anni ’80. Allora le auto avevano un ciclo di vita più lungo. “Il” Giulia
(non ricordo perché, ma l’articolo che usavamo
era maschile ed il nome femminile.. mah) mi ha quindi accompagnato dalla mia
infanzia fino ai fatidici 18 anni ed al conseguimento della patente di guida. Dai
preparativi per i viaggi al mare che sembravano avventure d’agosto, comprese le code infinite
nell’attraversare Mestre allora ancora priva della tangenziale, alle prime
uscite con la ragazze (quando riuscivo a farmela “prestare”) nei weekend in
Liguria con budget ridotti a poche migliaia di lire e la spia rossa della
riserva carburante perennemente accesa ...quando non riuscivo a “fare il pieno” a
spese di papà.
Poi in
famiglia sono arrivate altre Alfa, in particolare la nuova Giulietta che fu la
prima auto “tutta mia” ma ovviamente regalatami da mio padre. Ma nessuna di
loro è stata come Giulia.
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