Venture
capital privato - agevolazioni fiscali e sistema delle PMI ed delle Start Up:
un nuovo strumento finanziario per la nascita e la crescita delle imprese
Dall’ 11
giugno è forse iniziato il nuovo corso
nella comunicazione dell’ABI verso l’esterno. Dopo avere ripetutamente e
pervicacemente negato il problema della stretta sui crediti alle imprese, ora
il DG Sabatini sembra avere
cambiato tono e all’assemblea Confesercenti ha cominciato a mettere
avanti le mani e ha dichiarato:
”E’ chiaro
che andiamo verso un mondo in cui il credito sara’ piu’ scarso di prima, un
dato che non possiamo nasconderci – ha aggiunto - per il governo come per le
imprese la crescita finanziata solo con il credito non funziona piu”’.
Che si andasse verso un mondo in cui
il credito è più scarso lo dico da un
anno e passa, le statistiche hanno mostrato evidenti segni da dicembre ma ABI
aveva sempre negato. Ecco alcuni esempi. Sempre Sabatini il 17 febbraio al
termine del comitato esecutivo dell’ABI:
Ricordando
che la dinamica del credito erogato alle famiglie “e’ ancora superiore a quello
erogato alle imprese”, Sabatini afferma tuttavia che “l’andamento del credito
in Italia e’ sicuramente migliore dell’andamento del credito in Europa”.
Sabatini precisa, infine, che “non c’e’ un credit crunch, perche’ la quantita’
di credito all’economia continua ad aumentare ad un tasso progressivamente
ridotto, in coerenza con il contesto”.
Ed il 20 aprile, al convegno
organizzato dal Sole24Ore su banca e impresa sempre Sabatini aveva
affermato davanti a una folta platea che il problema del credit crunch era
soprattutto causato da ‘confusione nella testa degli
imprenditori‘, perché le banche non hanno mai negato credito alle
imprese. Il tutto sotto una pioggia di indagini, di lettere di lamentela che
arrivano a giornali e radio che affermano che una parte sostanziosa di imprese
il credito non lo ricevono più.
Bene, fine
della mascherata, ora anche ABI ha avvisato tutti che il credito sarà più
scarso di quanto sia stato prima. E non si torna più indietro.
Cosa
significa per le Imprese? Significa fare attenzione a non distruggere il loro
conto economico con oneri finanziari legati a tassi spesso spropositati
e commissioni aumentate solo per ricostituire i conti economici delle banche
stesse. In questo momento gli oneri finanziari pagati alle banche stanno di
fatto mangiandosi tutti i margini di molte aziende ed il danno in prospettiva è
reciproco: imprese incapaci di accantonare utili, rating in peggioramento,
maggior costo del capitale per le banche che hanno in pancia questi crediti.
In ogni caso, la conclusione è
pacifica: le PMI italiane sono disarmate ed impotenti a fronte degli effetti
della crisi finanziaria generata da speculatori in camicia
bianca – alcuni casi purtroppo di banchieri senza scrupoli - che hanno
approfittato della mancanza di regole per un indebito arricchimento personale.
Certo,
colpa anche della politica spesso connivente, di un modello di classificazione
del rischio dove i i certificanti erano controllati dai certificati, ect ect.
Insomma, un pasticcio globale, un tragico percorso che ha portato il Mondo in
una situazione economica e sociale mai vissuta in precedenza. La crisi del ’29,
sebbene generata da alcuni simili aspetti, presenta contesti tali che, a mio
avviso, non sono possibili confronti. Ma questo è un altro discorso. Detto ciò,
sebbene i Governi siano intervenuti sull’emergenza – in alcuni casi con un
accanimento terapeutico che rischia di uccidere il malato ..Grecia ndr – rimane
irrisolto il problema della ripresa e dello sviluppo delle vecchie economie
occidentali. Ed il motivo? Semplice e disarmante : manca la pecunia, i soldi!
Una delle conseguenze, che sembra appalesarsi negli ultimi giorni, la più
pericolosa per il sistema delle PMI ed in particolare per i Paesi dove queste
realtà costituiscono l’ossatura del Pil, i.e. Italia, è che le misure adottate
di restrizione del credito e maggiori tasse sviliscano ancora di più i consumi,
generando un meccanismo perverso con inevitabili drammi sociali. Allora, che si
fa? Visto che i soldi pubblici non ci sono, le banche hanno altro a cui pensare
e le imprese hanno bisogno di capitali per la loro operatività, dobbiamo
pensare all’attrazione dei capitali
privati. Chi investe e crede nelle imprese e le finanzia cerca il proprio
profitto personale, ma contribuisce in prospettiva a quello di tutti … se si
ragiona in maniera non ideologica. Si badi, nello sviluppo di nuovi business (le start up) le maggiori
difficoltà sono proprio quelle relative all’accesso al credito! Occorre però
che l’Investitore privato possa, una volta scontata la preliminare positiva
valutazione dell’idea o della nuova impresa da finanziare, ottenere anche dei
benefici fiscali legati al capitale di rischio. Se guardiamo ad altri Paesi
(dovremmo fare più benchmark ) in Gran Bretagna
ciò avviene dal 1995, dove pur con alcuni limiti per evitare che accedano a
questi strumenti investitori non adeguati per profilo di rischio, il
contribuente persona fisica ha la
facoltà di investire in determinati progetti di investimento mobiliare e di
detrarre dalle imposte dovute una parte del costo sostenuto per l’investimento.
Per intenderci, la proposta è simile a quella del cd. “5 per mille”, esperienza
di grande successo che consente di dedurre dalla base imponibile le donazioni effettuate
a favore di istituti non a fine di lucro. Nel
caso del venture capital si abbasserebbe la tassazione complessiva a chi vuole
rischiare. Più rischio in nuove imprese ed a sostegno di quelle ritenute
meritevoli , meno tasse personali. Per realizzare tutto ciò, l’idea è quella
una normativa simile a quella anglosassone
sui Venture Capital Trusts che permetta alle persone fisiche la deduzione dal
reddito imponibile di quanto viene investito in venture capital, sia
direttamente che attraverso la costituzione di fondi specializzati. La parte di
gettito fiscale mancante, credo sarebbe ampiamente superata dai benefici in
termini di mantenimento e creazione di nuovi posti di lavoro oltre alle imposte
generate IVA, Ires e, chiaramente, la tassazione sull’attività delle imprese
che, altrimenti, non sarebbero mai nate e/o sopravissute. Probabilmente, una
operazione a costo zero per lo Stato…. Una semplice soluzione, ideale per il
sistema delle PMI e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali. …Ci pensino gli esponenti del Governo presenti in Sala, fin da oggi, inizino da qui, Milano, che per vocazione è città aperta e propositiva.
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