Vediamo
se riusciamo a rispondere al quesito posto questa mattina. Per farlo riassumiamo velocemente l’evoluzione
del contesto economico e finanziario
degli ultimi mesi. Con una iniezione di liquidità di oltre 1000 Mld, la Bce di
Mario Draghi si era cambiata d’abito
ancora una volta: una banca centrale
sempre meno ortodossa e più aggressiva nella conduzione della politica monetaria.
Tale metamorfosi si riconduceva ai fatti
di fine 2011, ovvero alla crisi che aveva raggiunto la fase due bis, cioè quella del settore bancario, dopo la precedente
dei debiti sovrani. Fase che, come detto, ha richiesto l'intervento della Bce per
tamponare problemi di mancanza di liquidità ed evitare così insolvenze. Anziché
finanziarsi sul mercato a costi improponibili, le banche si sono
approvvigionate a costo quasi zero dalla Bce. Il famoso free lunch che avrebbe dovuto
essere utilizzato, almeno in parte, a sostenere il credito alle imprese ed alle
famiglie (e così non è stato). Tuttavia, in questo modo il debito sovrano italico è
ritornato di nuovo appetibile, per le sue qualità di collaterale ben accetto
dalla Bce. Inoltre, il grado di attrattiva dei titoli italiani è stato
rinforzato dalle garanzie no-default che sono state date in modo esplicito dal
Governo Monti. L'Italia quindi ne è
stata la principale beneficiaria, in particolare sui tassi a breve termine
oltre che sul finanziamento diretto delle banche. Risultato : forte calo degli spread sulle
brevi scadenze - in linea con il mandato a termine del Governo Monti – che, in un gioco
di fiducia riconquistata, ha impattato
anche marginalmente sugli orizzonti più lunghi. Bravo SuperMario …almeno in
questa prima fase.
Ma
ricominciano i guai : il differenziale oggi tocca i 371 punti, ovvero torniamo
al di sopra di quella soglia di sicurezza che era alla base delle previsioni di
crescita (?) stimate all’inizio dell’anno e sulle quali sono poi stati definiti
i famosi patti di stabilità tra i Paesi dell’Unione. I giornali internazionali
puntano il dito, segnalano l’eventualità di nuovi correttivi (leggi tasse), il
Governo italiano smentisce ed i politici sembrano confusi e smarriti nelle loro
dichiarazioni. Come era prevedibile (è
più volte sostenuto in questa sede) la liquidità della Bce non è stata la giusta
terapia per la malattia europea , ma un
semplice anestetico che ha funzionato
nel breve periodo ma non risolve
i problemi alla radice. Il peccato originale rimane e l’analgesico non scioglie il
problema fondamentale delle crisi di fiducia su debiti sovrani di taglia extra
large come quello del Belpaese. Aggiungetevi poi che non sappiamo quanto grave
sarà la recessione (o la stagflazione) ed il quadro è completo. Purtroppo non è
un’opera d’arte, ma un pasticcio.
Arriviamo quindi alla conclusione rispondendo alla domanda posta. Paradossalmente, stando alla situazione, sembra che i nostri “professori” non sappiano …far di conto. Il mix fra austerità di bilancio, aumento delle aliquote fiscali e stagflazione dell’economia è un cocktail micidiale e potenzialmente presenta enormi problematiche per il futuro e scarsissime (ed evidenti) possibilità di riuscita. Forse distratti da compiti ben più importanti (?), non si accorgono che il debito pubblico deve essere ridotto in conto patrimoniale attraverso una corposa alienazione – privatizzazione - del patrimonio immobiliare dello Sato (valutato ca 500 Mld/€). Intervenire radicalmente sulla spesa pubblica per ridurre il fabbisogno di uno Stato che costa troppo ai cittadini, porterebbe poi a notevoli benefici sul conto economico. Quindi: meno spesa, meno debito, meno interessi da pagare, meno tasse sulle imprese e sulle famiglie. Conseguenze: più risorse a disposizione, maggiori disponibilità di spesa per i consumi interni (l’export exta-europeo funziona bene, meglio della Germania ..), maggiori opportunità per le pmi, maggiori disponibilità per il welfare. Soprattutto, un rinnovata serenità per i cittadini e le imprese: l’attuale clima di "austerity più tasse" sta portando a manifestazioni tragiche e pericolose per la convivenza civile della Nazione. Se ne prenda atto: il rischio è immenso!
Arriviamo quindi alla conclusione rispondendo alla domanda posta. Paradossalmente, stando alla situazione, sembra che i nostri “professori” non sappiano …far di conto. Il mix fra austerità di bilancio, aumento delle aliquote fiscali e stagflazione dell’economia è un cocktail micidiale e potenzialmente presenta enormi problematiche per il futuro e scarsissime (ed evidenti) possibilità di riuscita. Forse distratti da compiti ben più importanti (?), non si accorgono che il debito pubblico deve essere ridotto in conto patrimoniale attraverso una corposa alienazione – privatizzazione - del patrimonio immobiliare dello Sato (valutato ca 500 Mld/€). Intervenire radicalmente sulla spesa pubblica per ridurre il fabbisogno di uno Stato che costa troppo ai cittadini, porterebbe poi a notevoli benefici sul conto economico. Quindi: meno spesa, meno debito, meno interessi da pagare, meno tasse sulle imprese e sulle famiglie. Conseguenze: più risorse a disposizione, maggiori disponibilità di spesa per i consumi interni (l’export exta-europeo funziona bene, meglio della Germania ..), maggiori opportunità per le pmi, maggiori disponibilità per il welfare. Soprattutto, un rinnovata serenità per i cittadini e le imprese: l’attuale clima di "austerity più tasse" sta portando a manifestazioni tragiche e pericolose per la convivenza civile della Nazione. Se ne prenda atto: il rischio è immenso!
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