E’ durato oltre dodici ore, molte
delle quali per convincere (?) le banche private a digerire un taglio più
marcato dei loro crediti, ma alla fine i
Ministri delle Finanza dell’Eurogruppo hanno detto si, trovando un accordo
sugli aiuti alla Grecia che, al momento, evita il fallimento del Paese. Dai
primi commenti che leggo dalle agenzie, come è giusto che sia, sembrano tutti
soddisfatti.
La Grecia riceverà i 130 miliardi
di euro necessari , sono stati ridefiniti i parametri per il debito, realisticamente
più alti dei precedenti e, come detto, dato una sfoltita ai debiti nei confronti
delle banche private, per lo più tedesche, francesi e americane. Fossimo a
scuola, potremmo dire che i Professori hanno superato il compito in classe. Pericolo
scampato, quindi.
Ciò nonostante, pur apprezzando
lo sforzo comune europeo per evitare il default, qualche riserva sulla reale
efficacia a medio / lungo termine degli
interventi (aiuti) non può non essere
espressa. Sulle questione tecniche,
ovvero sulla reale possibilità che la Grecia possa, nonostante gli
aiuti, conseguire gli obiettivi, si è e si continua discutere molto.
Personalmente sono dell’opinione (e lo
scenario si avvicina molto al nostro Paese, sebbene con ordini di grandezza e “peso”
politico nel consesso europeo completamente differenti) che ancora una volta si tende a non
considerare il denominatore nel rapporto debito
/ pil, ovvero da una parte si guardano i tagli di spesa con una particolare
quando doverosa attenzione, ma dall’altra non si vedono (forse perché è la componente più complessa) misure adeguate per il
rilancio dell’economia, del fatturato Paese che in ultima istanza è il solo
fattore che può consentire alla Grecia di riuscire nel suo intento. In questo senso, è significativa la lettera
inviata dai Leaders Europei (assenti
quello tedesco e francese ndr.) con la quale si indicano alla Commissione Europea ed al Presidente dell’Unione
otto punti prioritari per rilanciare la
crescita dell’eurozona.
Sono però le condizioni imposte
al Paese Grecia che credo debbano far riflettere. Di fatto, le prime notizie
confermano il commissariamento del Paese, con la richiesta che sia promulgata
una nuova norma costituzionale che impegni il Paese a far fronte ai propri
debiti prima di utilizzare le risorse per pagare le pensioni e gli oneri
sociali. Quindi un'amministrazione
controllata sempre più oppressiva, con un conto vincolato a garanzia del debito e
la presenza costante della Troika (Ue-Bce-Fmi).. sul
Partnenone. Ci si ritrova nella sostanza alla perdita della propria sovranità
nazionale: questo è l’aspetto umiliante per la nazione greca. Certo, non è il
caso di parlare di solidarietà…
La questione finale riguarda
quindi tutta l’idea di una Unione Europea, laddove in tutti gli Stati membri, per diverse ragioni,
sta montando un clima di avversione che certo non lascia intravedere buoni auspici per il futuro. Riusciranno i
Professori europei , spesso troppo asettici e meticolosi nelle loro decisioni (che riguardano la vita reale di tutti i cittadini e faremo bene a non
scordare le immagine di Atene) a garantire il salvataggio della Grecia e …dell’Europa?
Come rispondeva Einstein quando gli
venivano poste domande dai suoi studenti che
imponevano risposte particolarmente complesse: “..Staremo a vedere”
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