Berlusconi, sorprendici ancora: fai lo statista e non solo il piazzista
Quante volte negli ultimi venti anni abbiamo sentito ripetere “Berlusconi? Solo un gran venditore”?
È stata l’affermazione più ricorrente tra gli esponenti della parte politica opposta al Cavaliere, probabilmente anche la più elegante che gli sia stata rivolta dai tempi del celebre videomessaggio registrato in quel di Arcore, dove tutto era stato studiato nei minimi dettagli, dalle luci alle foto dei figli poste sullo sfondo di un ambiente sobriamente domestico, il tono della voce che mutava a seconda dello specifico argomento: morbido e suadente mentre narrava della sua vita imprenditoriale e familiare, duro quando il tema verteva sul pericolo rappresentato dai comunisti vestiti da novelli democratici di sinistra, determinato ed ammiccante nell’annunciare la sua nuova aspirazione di vita, sebbene, a suo dire, fosse costretto a bere l’amaro calice di scendere in politica solo per amore nei confronti del suo Paese.
La storia ci dice che seppe vendere bene il suo prodotto, se stesso, raggiungendo l’obiettivo di sconfiggere l’allegra armata brancaleone, mentre sui contenuti e principi allora annunciati, diciamo solo che l’Italia è ancora oggi divisa sulle caratteristiche di qualità oggettiva.
Stesso discorso, anni diversi
Succede poi che a distanza di anni ed a seguito di note vicende giudiziarie, Berlusconi segua l’identico schema. Cambiano solo la scena ed il racconto: veste i panni dell’affermato leader di partito, con le bandiere dell’Italia e dell’Europa, lo studio è quello istituzionale di Roma, la narrazione è la sua vita politica, mentre l’amore a suo tempo proclamato per il suo Paese pare vacillare e diventa una domanda che pone ai suoi spettatori, chiedendo loro se il significato del voler bene significhi per taluni il decretare la fine politica di un leader. E raggiunge ancora una volta l’obiettivo: da imprenditore di successo, a principale uomo politico dell’ultimo ventennio, infine vittima sacrificale di una magistratura politicizzata che da novello martire, una sorta di Mandela, si accinge a combattere per quel che gli resta da vivere.
L’estate del Cavaliere
Da quell’ultimo messaggio trasmesso in prime time da tutti i canali televisivi e riportato in rete, trascorrono alcune settimane, gli italiani sono in vacanza – almeno quelli che se lo possono permettere – ma il Cavaliere lavora con impegno, spostandosi tra Roma, Costa Smeralda eBrianza. Riceve tutti, collaboratori, avvocati, amici, familiari e, naturalmente, la fauna diversificata e pittoresca dei maggiori esponenti del suo partito, molti dei quali lo hanno peraltro “fregato” approvando la legge Severino allo scadere della scorsa legislatura. Già, ma erano altri tempi, quando molti mediocri del Pdl pensavano di brillare di luce propria in cerca di gloria personale, salvo poi ricredersi ed accucciarsi di fronte al recupero di consenso del vecchio leone. Gli altri, i ribelli fuoriusciti, sono ancora li a leccarsi le ferite.
Il grande venditore
Gli anni non hanno tuttavia minato la sua straordinaria capacità di lavoro, davvero notevole data la non giovanissima età. Il grande venditore è consapevole di giocarsi l’ultima partita, quella definitiva e pianifica così la strategia in due opzioni tattiche: martire ad Arcore e responsabile statista oppure scatenare il caos e l’inferno istituzionale, richiamando a se i fedeli adepti ed i nostalgici della chiesa di Forza Italia?
Valutare bene i punti di forza ed i punti di debolezza del prodotto, conoscere il mercato di riferimento, osservare la concorrenza, ideare la giusta campagna di comunicazione per fidelizzare il consumatore ed acquisirne di nuovi: sono tutte regole e principi di marketing che il grande Venditore conosce bene e sa utilizzare e rispettare. Berlusconi conosce il valore immateriale di un brand e, in questo caso, il marchio è lui stesso. È da sempre un accentratore, decide di testa sua utilizzando le ricerche e le informazioni – i sondaggi – di Alessandra Ghisleri. Sono state settimane di duro lavoro per la sondaggista brianzola che da anni gode della stima del Cavaliere, essendo probabilmente la sola del suo entourage che in definitiva ascolta davvero per determinare le sue scelte finali.
Un prodotto che vende
Stando quindi alle recenti interviste ed alle ricerche svolte dalla Ghisleri, i risultati ed i numeri confermano in crescita il consenso popolare del Cavaliere, gli elettori del Pdl hanno apprezzato la coerenza sull’Imu rispetto alle promesse elettorali e non hanno condiviso le scelte di Napolitano sulle nomine dei nuovi senatori a vita, vedendo in esse uno spreco di risorse ed un palese tentativo di chiuderlo ulteriormente in un angolo. Infine gli slalom a sinistra di Renzi e gli endorsement ricevuti dai vecchi comunisti travestiti, riducono di molto la simpatia che il sindaco di Firenze aveva suscitato presso gli elettori di cultura ed estrazione di centrodestra, disponibili solo un anno fa a dare fiducia al monello toscano. In sintesi, gli imput che gli servono e che nulla di buono lasciano presagire per il futuro della XVII legislatura, del governo presieduto da Enrico Letta e per il Paese.
In attesa del prossimo messaggio
In attesa di un altro videomessaggio – presumibilmente domenica prossima – non rimane che un auspicio, ovvero quello che presenti un Silvio Berlusconi non “solo” venditore, bensì lo confermi il migliore di tutti, quello che sa anche stravolgere le regole, rispettando però la più valida in assoluto nel pur spesso arido mondo dei rapporti commerciali e, ancora di più, degli equilibri politici: gli affari si fanno sempre in due e questo porta alla reciproca soddisfazione delle parti. In particolare la sua, ovvero la descrizione che la storia farà del politico Berlusconi: il migliore venditore politico diventato poi statista o solo un piazzista mordi e fuggi? Alla fine, come sempre, l’ultima parola sarà la sua ed a noi, comuni cittadini, non resta che sperare ci possa sorprendere ancora una volta, nonostante la brava Ghisleri ed i sondaggi di Euromedia.
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