Lettera immaginaria di Berlusconi a Monti e ai montiani
pubblicato su www.formiche.net e ItaliaOggi
Caro Centrino, pardon Scelta Civica e p.c. partitini/movimenti liberali comunque alternativi alla sinistra, buongiorno.
Mi chiamo Silvio Berlusconi, sono nato a Milano e vivo tra Arcore e Roma. Fino ad oggi, ho fatto di tutto e di più impegnandomi nella mia vita a raggiungere quegli obbiettivi che mi hanno consentito di ritenermi un appagato ricco signore. Ho coltivato diverse passioni, alcune costose, altre mi hanno procurato qualche grattacapo. I più maligni dicono che sia un becero maschilista, ma non è vero. Amo le donne e perdonate se ancor di più amo sedurle. Ancora oggi, alla veneranda età di 76 anni, nulla mi rende più felice del sorriso compiacente di una signora. Vanitoso? Si, ma che c’è di male?
Anni fa sono sceso in politica. Oggi è diventata una moda per molti di voi provenienti dalla cosiddetta società civile. Società Civile? In pratica, una mia invenzione fin dai tempi di Forza Italia. Avete tentato di salire, altri hanno riempito le piazze ed i teatri con alterne fortune. Per la verità, pare che gli italiani a voi professori preferiscano l’irruenza trasgressiva di un comico o la mia capacità di essere suadente. Giusto o sbagliato, non sta certamente a me giudicare il loro responso: così è.
Gran parte del mio popolo mi aveva abbandonato dopo la mia caduta. Non mi perdonavano di aver consegnato il Paese che governavo ad un tecnico tutto tasse. Io ero in buona fede, certamente messo anche in difficoltà da quella invenzione che è lo spread e rispetto a quei burocrati europei che oggi si chiedono se la loro politica di austerity e rigore ( ..loro, quella della cul … scusate della signora Merkel) non abbia poi funzionato così bene.
Durante la mia successiva assenza, il mio partito era piombato nell’anarchia. Io avrei comunque desiderato di occuparmi d’altro. Avevo i miei giocattoli da seguire ed alcuni progetti benefici da realizzare. Alla mia età, mi hanno alla fine costretto ad impegnarmi di nuovo in una campagna elettorale molto faticosa. Ammetto però di essermi anche divertito molto. Senza falsa modestia, che non mi appartiene peraltro, sono bravo in questo genere di competizione. Ancora rido compiaciuto di me stesso quando ripenso alla serata con quel Santoro e quel Travaglio, o dall’Annunziata con quei giornalisti comunisti che, chissà perché, con me hanno sempre un atteggiamento particolarmente astioso, quasi si giocassero “l’occasione della vita” nel tentativo di mettermi in difficoltà. Io li lascio fare, fingo di arrabbiarmi, ma sono consapevole che alla fine sono un bell’aiuto e me li mangio.
Poi sono giunte le elezioni. Certamente non mi lamento del risultato. Sono riuscito a recuperare molti consensi ed a sfiorare la vittoria nazionale, tenendomi peraltro la Lombardia. Non lo nego, grazie anche a voi e all’acume politico di qualche borghesuccio milanese radical chic…
Tuttavia, non sono totalmente soddisfatto, dato che come avevo previsto, il frazionamento dell’offerta ha portato ad una sostanziale paralisi del Paese. Non solo, ma alla sinistra statalista ora si è aggiunta una nuova fronda di grillini fastidiosi e portatori più o meno consapevoli di ulteriore caos. La buona notizia è che certi miei “traditori” poi vostri alleati hanno pagato il loro misfatto o ne sono usciti molto ridimensionati. Di questo vi sono davvero riconoscente.
Ora però, alla mia età, mi devo preoccupare del futuro del mio partito e dei miei elettori. Vi ho dimostrato quello che è il mio valore in termini di consenso. Avete cercato di sottrarmeli e non ci siete riusciti. Vorrei però evitare di ritrovarmi ad ottobre ancora a dover sopportare le fatiche di una campagna elettorale condotta in prima persona. Sono ricco, appagato ed avrei altri progetti per quel che mi resta da vivere. Ho anche una fidanzata giovane e carina …
Venendo alle ragioni di questa mia, vi suggerisco un’idea che reputo utile per tutti noi liberali di centrodestra. Se voleste cortesemente finirla con il rinfacciarmi quelli che voi ritenete essere gli errori del mio passato politico, tormentone che peraltro vi ha portato ad una sonora sconfitta, io sarei qui, disponibile al dialogo per costruire un fronte comune alternativo alla sinistra che, prima o poi, capirà (finalmente per loro) di avere un purosangue in scuderia. Lo avrei voluto con me dato che le sue idee sono molte più vicine alle mie, ma tant’è: se deciderà di correre ne sarei felice, almeno mi toglierei l’ossessione che ho nei confronti di questi vecchi comunisti.
Resti inteso, non dimenticate che sono sempre io ad avere i numeri. Evitate pertanto dictat o atteggiamenti supponenti e saccenti: in politica contano i voti e chi governa ha sempre ragione.
Con i migliori saluti
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