“Faremo
una campagna alla Obama”. Recita pressappoco così un tweet di Mario Sechi, ex direttore del quotidiano “il Tempo” ed ora candidato nelle lista al Senato del
prof. Mario Monti. Vediamo perché, a mio
avviso, rischia di commettere un errore.
E'
noto che i mezzi di comunicazione di massa hanno svolto, fin dall’inizio del XX
secolo, un ruolo dominante nella costruzione dell’opinione pubblica, entrando
in modo decisivo nella sfera pubblica delle società moderne. Nonostante tutte
le contraddizioni intrinseche che si portano dietro, a causa del forte potere
di influenza che possono esercitare, i mass media sono stati (e sono tuttora)
uno strumento fondamentale per il funzionamento delle democrazie occidentali,
dal momento che svolgono il delicato ruolo di ‘watchdog’, ovvero di guardiani e
garanti della democrazia stessa. In relazione alla stampa quotidiana si è
parlato a lungo di quarto potere, ma la definizione deve oggi essere estesa
senza alcuna difficoltà anche agli altri media commerciali, in particolare a
radio e televisione.
Oggi
anche Internet svolge la medesima funzione di controllo ma, a differenza dei
vecchi mezzi di comunicazione, favorisce lo sviluppo di un processo dialogico,
dove l’informazione si trasmette in senso orizzontale e la conoscenza è il
risultato di una continua attività collaborativa. Si tratta di un valore
aggiunto fondamentale nel favorire lo sviluppo della sfera pubblica. Ecco
spiegato perché i vari Leaders, o il loro staff, si affrettano a conquistare
spazi sui social network
Questo
però non deve portarci alla conclusione che la rete soppianterà completamente
gli altri media e soprattutto la televisione, che tuttora rimane lo strumento
centrale per la comunicazione politica. Internet e televisione rappresentano
due modalità di comunicazione per molti versi opposte, ma complementari.
Entrambi sono fondamentali al kit di un politico che voglia raggiungere con
efficacia un pubblico vasto ma eterogeneo al suo interno, sia in termini di
abitudine di fruizione dei media, sia in termini di preferenze e di interessi
personali.
È
un fatto ormai appurato che in tutte le democrazie occidentali la gente tragga
dai media la maggior parte dell’informazione politica, tanto che oggi media e
politica possono essere considerati due facce della stessa medaglia. I mezzi di
comunicazione di massa, con le loro caratteristiche strutturali e linguistiche,
hanno dato luogo al fenomeno della personalizzazione della politica, con la
conseguente scomparsa dei partiti e con il costante rafforzamento del ruolo del
candidato. Alcuni sociologi osservano che
nell’era della politica mediatica il processo decisionale dell’elettore è
oramai fortemente condizionato dalle immagini personali del candidato, le quali
devono infondere senso di fiducia, credibilità e capacità di leadership,
facendo leva soprattutto sulle emozioni che, si sa, sono per lo più irrazionali.
E’ quella prima regola del “far politica”
che ogni candidato dovrebbe conoscere bene: la percezione della gente.
Per
un politico la capacità di relazionarsi al pubblico e di toccare la dimensione
emotiva dell’uomo è fondamentale, e il migliore strumento del dialogo è
rappresentato dalla narrazione. Narrazione significa saper parlare di sé, della
propria storia, entrare in confidenza con gli elettori, creare un legame basato
sull’empatia. Da questo punto di vista la strategia di comunicazione di Barack
Obama è significativa perché per il neo rieletto Presidente USA il suo “personale”
è politico: la sua storia coincide con
il suo programma e non c’è argomento migliore di quello per comunicare con il
suo elettorato.
Senza
entrare nel merito di quale elettorato stia guardando, ovvero se abbia ben
compreso dov'è l’obbiettivo da colpire, il professor Monti, al contrario di
Obama, non ha una storia politica da raccontare. Non ha un rapporto consolidato
da contatti diretti con il suo elettorato, frutto di una carriera partita dai
gradini più bassi. E’ elitario, appare distante e porta con sé il fardello di un
anno di pesanti sacrifici richiesti agli italiani senza che questi abbiano
ancora avuto la possibilità di toccare
con mano un benché minimo beneficio in termini di riscontro quotidiano.
Ricordate sempre la percezione…
Se
Mario Sechi, al quale sarebbe stato affidato il compito di gestire la
comunicazione, riuscirà in poche
settimane nel suo tentativo, allora gli si dovrà riconoscere di aver compiuto
una grande impresa.
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